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Nba, l’inaspettato scambio Doncic-Davis insegna che nessun giocatore è più al sicuro

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Folle e inaspettata. Forse, la più grande trade di sempre. Una cosa è certa: nessun giocatore può sentirsi più al sicuro. Quella che all’apparenza doveva essere una semplice domenica mattina di inizio febbraio, Dallas Mavericks e Los Angeles Lakers l’hanno trasformata nel giorno dello scambio di mercato Nba più clamoroso degli ultimi 20 anni. Luka Doncic in California (insieme a Markieff Morris e Maximilian Kleber) al fianco di LeBron James, dall’altra parte Anthony Davis (insieme a Max Christie e una prima scelta del Draft 2029) in Texas con Kyrie Irving. Nessun pesce d’aprile (anche perché sarebbe il mese sbagliato) o presunto attacco hacker: il tweet condiviso dal giornalista americano Shams Charania ha mandato in tilt il web e rotto gli equilibri della Lega. Tutti increduli sui social. Molti l’hanno scoperto in panchina durante la partita, altri – come James e Davis – a cena con la famiglia: “Questo è lo scambio più grande che abbia mai visto da quando seguo questo sport”, ha dichiarato Kevin Durant. Una trade – come la chiamano in America – che dimostra come ormai niente e nessuno sia intoccabile, nemmeno se ti chiami Luka Doncic e sei la superstar della franchigia che ti ha visto crescere e diventare grande, fino a diventare l’idolo. Una mossa che segna un prima e un dopo nella gestione degli affari: le cose non vanno bene? Cambio tutto, anche al costo di sacrificare il mio miglior giocatore. Così le franchigie prendono fiducia e coraggio per scelte ritenute impopolari e scomode. Indubbiamente, l’ennesima dimostrazione di come l’Nba sia puro e semplice business. E i Lakers annunciano l’arrivo dello sloveno con 4 semplici parole che riassumono perfettamente le ultime 48 ore: “Sì, è successo davvero”.

Doncic scioccato, Davis tradito: i retroscena dello scambio

Un accordo materializzato nell’ombra, senza avere il consenso dei giocatori coinvolti. Ma questa non è una novità in Nba. Mentre LeBron James e i suoi Lakers vincevano al Madison Square Garden di New York, la dirigenza dei gialloviola e dei Mavs stavano ultimando l’accordo che da lì a poco avrebbe cambiato il corso delle cose. Tutto pianificato per annunciare la notizia senza il minimo preavviso. Secondo fonti vicine agli attori non protagonisti di questo folle scambio, Doncic sarebbe “rimasto scioccato perché colto giustamente alla sprovvista”. Per modalità e tempistiche. Anthony Davis, invece, si sarebbe “sentito tradito” da una società che gli ha voltato le spalle dopo alcune sue dichiarazioni che avrebbero messo in discussione l’operato dei dirigenti: “Sento che abbiamo una squadra da titolo, ma penso che ci serva un altro lungo. Sento di aver sempre dato il meglio di me quando ho giocato da 4, con un lungo in campo”. Un semplice consiglio, diventato il pretesto (peggiore) per sacrificarlo contro la sua volontà e quella di una città che lo considera ormai una leggenda. Oltre ad essere stato, sul campo, il miglior compagno possibile per James. E viceversa.

Dalle parti di Dallas, invece, i dubbi del General Manager Nico Harrison sul 25enne sloveno – legati all’oneroso contratto e alla condizione fisica – sono stati fin troppi. A partire dal campo: “La difesa fa vincere titoli”, chiaro riferimento alla scarsa attitudine in fase difensiva di Doncic. Ma c’è di più. Infortunato dallo scorso 25 dicembre – per uno stiramento al polpaccio sinistro – il numero 77 sarebbe arrivato a pesare fino a 122 kg, dimostrando poca professionalità e una condizione fisica precaria che avrebbe potuto condizionare in negativo il resto della stagione di Dallas. Presupposti che avrebbero frenato anche l’imminente rinnovo contrattuale di 345 milioni di dollari (ai Lakers potrà arrivare fino a 230).

All-in Dallas, LA ha il suo nuovo volto

Ora, la a vera domanda è: chi ci ha guadagnato da questa trade? Il fattore “tempo” gioca un ruolo fondamentale nella valutazione. Se da una parte, i Lakers si sono assicurati il nuovo volto della franchigia per almeno i prossimi 10 anni – preludio di un ritiro di James ipotizzato per la prossima stagione – allo stesso tempo, nell’immediato, potrebbe avere più di qualche difficoltà a livello tecnico-tattico. Aggiungere un clamoroso talento in fase realizzativa, per perdere uno dei migliori difensori della Lega, e unico per versatilità. Infatti, se fino a qualche giorno fa, il vero problema dei Lakers erano nel reparto lunghi con il solo Davis a fare gli straordinari, ora le difficoltà si sono raddoppiate, tornando così al punto di partenza. Scelta azzardata, ma che dà speranza in ottica futura. Non solo: lo stesso Doncic, che a causa della sua partenza da Dallas non potrà più firmare il contratto più ricco nella storia dell’Nba, potrà infatti esercitare la sua “player option” all’inizio della stagione 2026/2027. Tutto questo significa che se lo sloveno non riterrà il roster dei Lakers all’altezza per competere ad alti livelli, potrà decidere di recedere dal contratto e cambiare squadra. Toccherà, dunque, alla dirigenza non “rovinare” una trade che indubbiamente può cambiare le sorti della franchigia.

Dalle parti del Texas, invece, l’intento è chiaro: puntare tutto nell’immediato per arrivare al tanto ambito titolo. Un esperimento che può durare una, massimo due stagioni: Davis era proprio l’ultimo tassello mancante di una squadra che ora ha tutto per essere la più equilibrata e completa del campionato. Un all-in rischioso quanto necessario: il fallimento, però, è dietro l’angolo. E se l’anello non dovesse arrivare, allora sarà rivoluzione completa. Un’altra volta.

Una nuova era

Salutare con una lettera vedendosi frantumare ogni certezza che fino a qualche giorno fa appariva intoccabile: “Sono passati 7 anni da quando sono arrivato qui. Ero un adolescente che inseguiva il suo sogno di giocare a basket al massimo livello possibile, pensavo avrei trascorso qui la mia carriera e volevo fortemente regalarvi un titolo. Lascio una città che considererò per sempre casa mia”, per poi atterrare in una nuova realtà con il suo idolo: “Non importa dove gioco. Lo farò con la stessa gioia, passione e obiettivo: vincere titoli”. Lo sloveno ringrazia, Davis rimane ancora in silenzio. Uno scambio inverosimile per un copione in pieno stile hollywoodiano. E il 25 febbraio sarà già Lakers-Dallas. Una partita che ha già tutto apparecchiato per poter essere considerata un grande classico della storia recente. Il conto alla rovescia è iniziato.

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