Iran, si siede nuda sull’auto della polizia in protesta contro il regime: il post di sfida virale sui social (video)
È successo ancora, e sempre in una città dell’Iran. Come già qualche mese fa, quando una ragazza si era spogliata davanti all’università Azad di Teheran prima di essere fermata dalle autorità, nelle scorse ore un video diventato virale sui social riprende una giovane iraniana completamente nuda mentre sale sul cofano di una macchina della polizia e si adagia sul parabrezza.
Iran, nuda in strada in protesta contro il regime
Un gesto chiaramente di protesta contro il regime e l’oppressione riservata a donne, studenti, intellettuali e artisti considerati pericolosi dissidenti da reprimere, incarcerare, punire e ridurre al silenzio. Un atto che, richiamando alla memoria il sacrificio e la punizione letale inferti a Masha Amini per quel velo indossato non a dovere sui capelli, costringe il mondo a guardare ancora una volta all’Iran e alle coercitive condizioni di vita imposte alle sue donne.
Protesta scendendo nuda per la strade d’Iran: la sfida a codici, autorità e polizia virale sul web
Secondo l’agenzia di stampa Fars, quest’ultimo episodio rilanciato dai social si sarebbe verificato nella città santa di Mashad, nel nordest dell’Iran. E a confermarlo interviene anche la nota attivista iraniana per i diritti umani, Masih Alinejad, rilanciando su X il video che mostra la scena di una donna che si denuda e si siede sopra l’auto della polizia. Corredando le immagini con una emblematica didascalia: «Questa donna in Iran si è spogliata completamente nuda davanti alle forze di sicurezza, salendo su un veicolo della polizia per protesta».
Shocking act of defiance in #Mashhad, #Iran: A woman protests against the regime by standing naked on a police car. Highlighting the ongoing struggle for #WomenRights and against mandatory #Hijab. #WomanLifeFreedom #IranProtests #Activism
— J.N (@JN_Araain) February 3, 2025
Masha Amini, Ahoo Daryaei e le altre coraggiose donne d’Iran…
Il caso, come anticipato, ricorda molto da vicino quello della studentessa Ahoo Daryaei, che alcuni mesi fa si era denudata davanti all’università Azad di Teheran, prima di essere fermata dalle autorità. E prima di sparire dai radar – dopo la notizia secondo cui sarebbe stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico – alimentando sospetti, dubbi e timori sul suo destino.
Iran, la donna che si denuda per protesta è la seconda dopo la vicenda dell’universitaria di Teheran
Dove è finita Ahoo Daryaei? Cosa ne è stato di lei? Cosa le ha riservato il pugno duro della giustizia? Domande senza risposta, quelle poste dal gesto di protesta che oggi si ripete sull’onda di un altro atto contestatario coraggioso, alimentato da una rabbia mista alla disperazione che motiva il gesto di protesta. Un’iniziativa di cui, una cosa è certa nel magma indistinto di ricostruzioni, denunce e censure, silenzi e misteri, anche questa iraniana scesa in strada nuda in segno di ribellione a leggi, codici, polizia morale e autorità locali, dovrà rendere conto.
Mistero sulle sorti di chi osa protestare e sfidare
Come, forse si scoprirà nel tempo; forse non lo sapremo mai con certezza. Quel che sappiamo di sicuro, però, è che la polizia morale controlla che le donne rispettino il rigido codice di abbigliamento iraniano, che prevede il ricorso a un hijab che lasci scoperti solo viso e mani. E trasgredire, in parte o del tutto – come nel caso delle due giovani donne che si sono denudate in strada in due diverse città dell’Iran – sconteranno la protesta.
Dall’ospedale psichiatrico ella detenzione in cella: ecco come agisce la repressione del dissenso
Se poi, con l’ospedalizzazione psichiatrica obbligatoria utilizzata come strumento per reprimere il dissenso, e sbandierata etichettando i manifestanti come mentalmente instabili per minarne la credibilità. Con la detenzione in cella, e chissà cos’altro, resta ancora da appurare…
L'articolo Iran, si siede nuda sull’auto della polizia in protesta contro il regime: il post di sfida virale sui social (video) sembra essere il primo su Secolo d'Italia.