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Январь
2025

Toni Servillo sul set a Pavia: «Abito a Caserta: «È bello (ma limitato) vivere in provincia»

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Con un vecchio quotidiano tra le mani, che spalanca la narrazione sugli anni Sessanta, Toni Servillo legge di Vittorio Necchi, della sua avventura imprenditoriale ed entra a piedi uniti nella storia di Pavia. Inquadrato dalle cineprese in un corridoio del primo ordine al teatro Fraschini, si addentra in uno dei tanti capitoli che narrerà nella trilogia Battaglia di Pavia e altre storie. Duemila anni di vita di una capitale, ideata e in corso di realizzazione da parte di 3D Produzioni, fondata da Didi Gnocchi. Le luci sul palco vuoto del Fraschini chiamano i ricordi. «Ho fatto tanti spettacoli qui – dice Servillo – il mio rapporto con Pavia passa prima di tutto da questo teatro».

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In questi giorni di riprese ha una nuova occasione per conoscere la città. Da narratore della sua storia.

«Attraversando i secoli, a partire dalla Battaglia di Pavia e dai suoi arazzi. Meravigliosi. E come ho detto in questi giorni anche a un giovane attorepavese, Pietro De Nova, che ho incontrato frettolosamente anche sul set del film “L’Abbaglio” (e che lo affiancherà in questo viaggio pavese, ndr), mi piace viaggiare e approfondire le storie, imparo molte cose».

Questa è un’immersione nella provincia italiana. Poi non così lontana dalla sua scelta di trascorrere più tempo a Caserta che a Roma.

«Rispetto alla grande città ti dà più libertà. Ho però imparato a conoscere limiti e pregi della provincia. Consente di stare lontano dal clamore, di concentrarsi su persone e cose che si amano. Ma ci sono anche i limiti. Per citare Michele Prisco, che è stato uno scrittore napoletano, nella raccolta di racconti La provincia addormentata, sostiene che vada svegliata. Nel torpore si nascondono anche i drammi».

C’è chi sceglie comunque di restare.

«Ho incontrato due artisti, Marco Lodola e Drupi. Loro non se ne sono mai andati da qui».

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E a un giovane attore oggi cosa suggerirebbe?

«Di mettersi insieme ad altri giovani, fare impresa da soli senza aspettare che qualcuno li metta sul mercato».

Cos’è un maestro?

«Uno che ti indica la strada. E quando lo si trova c’è da sentirsi fortunati. IO ne ho avuti molti».

Il sodalizio con Sorrentino (sei film insieme) continua.

«Il 10 marzo torneremo insieme sul set per il suo nuovo film. NOn posso però svelare niente di più di quanto abbia già detto Paolo, ovvero che si intitolerà La graziae sarà girato in Italia. Dove? Non si sa, sono in corso i sopralluoghi».

Con la troupe resterete ancora qualche giorno in città. Dove girerete?

«Siamo stati ieri al fiume, in barcé, e prima al castello Visconteo dove ho potuto ammirare un ritratto di Antonello da Messina e un quadro di Gentile da Fabriano.Mi ha affascinato anche quel modello ligneo del Duomo. A Milano si gira invece una scena in una sala multimediale in cui sarò immerso negli arazzi».

E poi al circolo La Barcela che custodisce la tradizione gastronomica.

«Ci hanno preparato la famosa zuppa alla pavese, non l’avevo mai mangiata».

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