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Curling, Stefania Constantini: “Portabandiera? Troppo presto. Il cambio di staff tecnico ha richiesto un assestamento”

L’Italia ha concluso al quarto posto gli Europei di curling femminile disputati lo scorso novembre sul ghiaccio di Lohja (Finlandia). Le azzurre hanno perso la semifinale contro la Svizzera e l’atto conclusivo per la medaglia di bronzo contro la Scozia, non riuscendo così a salire nuovamente sul podio continentale dopo il secondo posto del 2023, quando il quartetto tricolore venne sconfitto di misura dalle rossocrociate nella sfida per il titolo.

Stefania Constantini e compagne torneranno in scena tra un paio di mesi, con il chiaro intento di ben figurare ai Mondiali, in programma dal 15 al 23 marzo in quel di Uijeongbu (Corea del Sud). Dopo la splendida cavalcata nell’ultima rassegna iridata, conclusa al quarto posto perdendo i due match decisivi contro Svizzera e Corea del Sud, la nostra Nazionale proverà a illuminare la scena in terra asiatica. La skip Stefania Constantini, Campionessa Olimpica di doppio misto a Pechino 2022, ha fatto un punto della situazione nell’intervista concessa a OA Sport.

A posteriori vi siete date una risposta su cosa non ha funzionato agli ultimi Europei?
Ad inizio stagione c’è stato un cambio di staff tecnico. Abbiamo iniziato a lavorare con un nuovo allenatore che chiaramente ha portato cambi, sia a livello di modalità di lavoro che a livello di gestione della squadra. Abbiamo affrontato l’Europeo con una formazione diversa rispetto al solito. Probabilmente il fatto di non aver avuto abbastanza tempo per rodare questa nuova formazione, ha fatto sì che altre squadre che erano probabilmente più pronte di noi in quel momento ci hanno effettivamente battute. Il nostro obiettivo chiaramente adesso è quello di fare sempre più nostri questi cambiamenti e allenarci per affrontare al meglio questa seconda parte di stagione. Sia a livello di Grand Slam e anche parlando dei Mondiali che giocheremo in Corea a marzo”. 

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Il cambiamento di posizione di Elena Mathis da n.3 a n.2 potrebbe avere in qualche modo incrinato gli equilibri che avevate trovato nella passata stagione?
Come dicevo questa stagione abbiamo iniziato a lavorare con un nuovo staff tecnico che ha deciso di modificare il line-up. Probabilmente il fatto che questi cambiamenti siano stati fatti poco prima della competizione possono aver influito sulla performance, ma siamo sicure che questa prossima parte di stagione faremo sempre più nostri questi cambiamenti e daremo il meglio per portare a casa risultati migliori”. 

Avete dimostrato di esservi avvicinate molto alla Svizzera: quali sono gli ultimi dettagli da limare per battere le elvetiche?
La Svizzera è una delle squadre più forti nel campo femminile al momento. Hanno vinto tantissimi titoli tra Mondiali, Grand Slam e tornei vari. Sicuramente dalla loro parte c’è tanta esperienza in più, hanno più anni di gioco e anche di vita in più rispetto a noi. Nel curling questo fa tanta differenza. È uno sport in cui l’esperienza ti dà qualche punto in più, proprio a livello di conoscenze del gioco e del ghiaccio. Quindi diversamente da altri sport in cui magari verso i trent’anni sei a fine carriera, nel nostro sport si è forse al culmine, nel momento migliore, in cui si ha la combo tra l’essere fresche a livello fisico e anche la vera esperienza di anni di partite. Adesso a noi tocca lavorare su questo aspetto, a livello tattico, e cercare di avvicinarci a loro, a livello proprio di furbizia nella gestione delle partite”. 

Quale obiettivo vi siete prefissate per i prossimi Mondiali?
Il nostro obiettivo chiaramente è quello di migliorarci sempre di più. L’anno scorso abbiamo sfiorato la medaglia di bronzo e quest’anno del nostro obiettivo non ne abbiamo ancora parlato, ma probabilmente sarà quello di raggiungere i play-off, per poi arrivare a giocarsi una medaglia. Sicuramente sarebbe di buon auspicio anche per l’anno successivo, in cui giocheremo le Olimpiadi in casa”. 

I cambi di formazione continueranno oppure ormai la strada scelta è quella che porterà fino alle Olimpiadi?
In Italia al momento c’è un processo di selezione e c’è uno staff tecnico che si occupa della gestione della squadra. Al momento noi ci alleniamo, diamo il nostro meglio e aspettiamo le decisioni dello staff tecnico che deciderà se sarà il caso di cambiare ancora formazione o mantenerla”. 

Cosa significa per te poter disputare le Olimpiade proprio a casa? L’entusiasmo dei tuoi affetti pensi che sarà più uno sprone o una fonte di tensione aggiuntiva?
“Io avrò la fortuna di giocare e di vivere due Olimpiadi completamente diverse tra loro. La scorsa Olimpiade l’ho giocata a Pechino, in Cina, lontana da casa, lontano dai familiari, dagli amici e dai parenti. In cui è stato possibile, anche facilmente, chiudersi nella mia bolla sportiva e concentrarmi al massimo sul mio sport e sulla mia performance. Il prossimo anno sarà differente. Avrò la fortuna di giocare in casa, nel paese dove vivo e dove sono cresciuta, quindi vicino anche ai familiari, ad amici, ad un pubblico conosciuto e sarà interessante. Noi non siamo abituati a giocare di fronte ad un pubblico. Sarà importante gestire al meglio queste emozioni. Sarà interessante il nostro lavoro di avvicinamento alle Olimpiadi, soprattutto sarà anche interessante portare il nostro sport vicino agli italiani, che non hanno occasione di vederci appunto così da vicino in Italia. Noi purtroppo i tornei solitamente li giochiamo all’estero. Il fatto di poter giocar le Olimpiade in casa sicuramente dà la carica a noi tutti per far crescere sempre di più il nostro sport e farlo conoscere sempre di più”. 

Ti presenti ai Giochi da campionessa olimpica: pensi di essere in lizza per il ruolo di portabandiera?
Io il ruolo di portabandiera lo vedo come un grande premio, come un grande onore. Come un modo per dire ‘’grazie’’ agli atleti che hanno ottenuto tanto nella loro carriera sportiva. Io dico spesso che mi sento di essere all’inizio della mia carriera ed è stata una carriera un po’ particolare. Solitamente si vincono tanti titoli europei o mondiali per poi avvicinarsi al titolo olimpico. Io invece ho iniziato un po’ al contrario, vincendo prima le Olimpiadi. E ora aspetto tanti altri titoli diversi: Europei, Mondiali e chiaramente la mia speranza di vincere anche altri titoli olimpici. Mi ritengo ancora all’inizio della mia carriera, per questo penso che in Italia ci siano tanti altri atleti che potrebbero ricevere questo grande premio e avere questo grande onore di essere portabandiera, anche per ringraziare loro di tutto quello che hanno ottenuto durante i loro anni sportivi”. 

Dopo le Olimpiadi del 2022, la coppia d’oro composta da Stefania Constantini ed Amos Mosaner si è sciolta. Gli esperimenti successivi non hanno dato i frutti sperati. Puoi dirci la causa della separazione con Mosaner e se ci sono gli estremi per tornare a giocare insieme ai Giochi?
“In Italia c’è un processo di selezione per tutte e tre le discipline: femminile, maschile e doppio misto. Dopo le Olimpiadi, lo staff che aveva come compito quello di selezionare le varie Nazionali, ha fatto scelte differenti. Ora la selezione è sempre in corso, quindi siamo aperti nel vedere cosa succederà nei prossimi anni. Al momento non ci sono notizie ufficiali”.