ru24.pro
World News in Italian
Январь
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29
30
31

Il cammino vincente di Jannik Sinner all’Australian Open

0

L’uomo che disconosce la sconfitta non delude nemmeno questa volta. Jannik Sinner è perentorio e logora un afflitto Zverev in tre set, non lasciando scampo al teutonico che, mestamente, copre il viso con le mani, quasi in lacrime, al termine della sua terza finale Slam, nessuna di queste capitalizzata. La storia è ben diversa per il numero uno del mondo, che di finali inizia a masticarne, e pure con una certa dimestichezza. L’altoatesino, definito “Extra-terreste” da parecchi quotidiani nazionali dopo il suo terzo sigillo, non è stato soltanto superiore ai suoi avversari, ma ha anche accantonato le petulanti voci sul caso clostebol, che minano la sua serenità dal marzo scorso.

Un percorso differente, quello di Jannik Sinner, rispetto ad un anno fa a Melbourne, quando l’allora numero 4 del seeding si trovava ancora sprovvisto di Grand Slam in bacheca, agevolato proprio dal suddetto fattore, e privo di grandi pressioni per la trasferta australiana del 2024. Difendere il titolo da campione in carica è ben diverso, ed è in questi casi che viene fuori la grandezza del numero uno al mondo, essenziale e glaciale nei momenti clou, e impeccabile nella gestione di un cammino tortuoso come quello dell’Australian Open.

All’esordio, quest’anno, Jannik si è ritrovato contro un giocatore tutt’altro che comodo, il cileno Nicolas Jarry, un vero e proprio bombardiere. Servizio imponente (o qualcosa in più), e colpi da fondo parecchio solidi, accentuati da un numero 38 indiavolato e in giornata, che contro il numero uno al mondo, ha davvero poco da perdere. L’azzurro fatica a dare uno strappo nei primi due set, spuntandola entrambe le volte al tiebreak, ma il terzo parziale è un assolo tricolore, terminato difatti 6-1. Una stretta di mano quasi gelida del cileno, in virtù delle sue contrastanti dichiarazioni, proiettano il campione azzurro verso un secondo turno del tutto inedito, che desterà preoccupazioni persino all’angolo del ventitreenne di San Candido.

L’avversario di Jannik è Tristan Schoolkate, wildcard del torneo, e 172 posizioni dietro l’altoatesino nel ranking. Dovrebbe essere un gioco da ragazzi. Niente affatto, l’australiano, sostenuto dal caldo pubblico aussie, è flemmatico da far paura e a tratti implacabile. Un primo parziale che rasenta la perfezione premia proprio il nativo di Perth, sconvolgendo la Rod Laver Arena. Sinner ritrova la quadra dopo esser stato risucchiato nella spirale di Schoolkate, che inevitabilmente perde la brillantezza con l’andare dell’incontro, e il campione in carica chiude la pratica in quattro set.

Non è un Sinner strabordante, al quale si è solitamente abituati, e iniziano a sorgere i primi dubbi sulla sua condizione psico-fisica: qualcuno si chiede pure se sarà in grado di replicare il successo dell’anno precedente. Le illazioni vengono subito smentite dal match contro Giron, mai in grado di impensierire minimante il due volte campione Slam, e arresosi per tre set a zero.

La prima, vera, prova del nove è contro il danese Holger Rune, agli ottavi di finale. Il nome del tredici del seeding è tornato in voga dopo un lungo periodo in penombra, e il suo tennis sembra ritrovato in quel di Melbourne, dove a farne le spese è stato anche Matteo Berrettini, al secondo turno. Sinner sprinta alla grande, somigliando più ad un goniometro che ad un uomo, per gli angoli che riesce a pescare. La differenza tra i due talentuosissimi tennisti si assottiglia con l’andare del match, nel contempo, il cocente sole di Melbourne fa il suo dovere, picchiando prepotentemente sulla Rod Laver Rena. Il danese pareggia i conti, mentre Jannik incomincia a patire maledettamente il clima australiano, e al termine di un game estenuante, si lascia andare ad un preoccupante tremolio. La potenza del numero uno, però, viene in suo soccorso, nel senso più profondo del termine. Un feroce servizio si stampa sul nastro, facendo persino “crollare” la rete del campo, e costringendo gli addetti ai lavori ad intervenire. Venti minuti di pausa forzata consentono a Sinner di fuoriuscire dall’apnea e dallo stato di malessere, riportandolo a galla.

L’incontro con Rune è il crocevia verso il terzo sigillo Major della carriera, aiutato dal fato e dal suo spirito d’abnegazione, grazie ai quali ha superato la prova più logorante del cammino a Melbourne. Dopo una grande salita, c’è sempre (o quasi) una grande discesa, e il match con Alex De Minaur ne è la prova la lampante. La prestazione più altisonante dell’azzurro è proprio quella con l’australiano ai quarti di finale, durante il quale nemmeno il pubblico della RLA è riuscito a dar man forte al proprio beniamino, che si è spento, insieme all’entusiasmo della propria gente, dopo l’ennesimo vincente di Sinner, che ha infierito sull’ormai rassegnato De Minaur, giunto alla decima sconfitta consecutiva contro l’azzurro.

Nel passo precedente alla meta, lo statunitense Ben Shelton ha tentato di ostacolare l’andatura repentina di Sinner, che ha dovuto impiegare l’artiglieria pesante per scongiurare la rimonta contro il mancino di Atlanta. Shelton ha avuto l’occasione di chiudere il primo set in suo favore, ma come spesso accade, il suo impeto da “hot-shot” ha vanificato quanto di buono fatto nell’ottimo primo parziale, e quando la pressione si alza e punti pesano un macigno, il numero uno ne viene sempre fuori alla grande. Il presagio di un incontro complicato è venuto meno dopo un infuocato primo set, dove Sinner ha soffocato le iniziative dell’avversario, regalandosi la volata finale, contro Sascha Zverev.

La finalissima tra Zverev e Sinner mente – o forse no – nel punteggio, ma non nei dettagli, dove l’azzurro è di un’altra pasta, quella del numero uno. Il tedesco vorrebbe coronare il sogno del primo titolo Slam, dopo le due finali perse, ma un avversario del genere non è d’aiuto in una giornata così importante. Il servizio del campione Olimpico spaventa, a tratti, così come il suo colpo migliore, il rovescio, ma Jannik trova sempre la chiave di volta. Sul match point, l’azzurro chiama Zverev a rete con un dropshot, poi il passante di rovescio, poi la storia. Jannik Sinner è campione a Melbourne per la seconda volta consecutiva e Campione Slam per la terza. Sascha Zverev gli stringe la mano e gli esprime il pensiero comune:Sei troppo forte.