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Ivrea, al Gramsci gli studenti protestano: «Contro il nuovo piano formativo»

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IVREA. Una folla di studenti corrispondente ad almeno metà istituto si è riunita giovedì 23 gennaio nel cortile del liceo scientifico Antonio Gramsci di Ivrea dalle 12 alle 14: due ore di striscioni, musica e interventi al microfono, ma anche di protesta, contro il nuovo piano dell’offerta formativa proposto dalla scuola. Ad organizzare la manifestazione i rappresentanti di istituto.

Le critiche principali riguardano la nuova distribuzione dei periodi didattici, che prevede l'istituzione di un primo bimestre, con l’obiettivo di valutare le conoscenze pregresse degli studenti e reindirizzare coloro che non sembrano aver preso la strada giusta, e il nuovo metro di giudizio finale per cui non esisterà più la distinzione tra materie di indirizzo e non, determinando la bocciatura anche in caso di 3 voti insufficienti in queste ultime.

«Non condividiamo l’idea che dopo due mesi un ragazzo di prima che frequenta il nostro liceo senta per forza l’esigenza di cambiare, può anche essere confuso a riguardo – commentano i rappresentanti –. Andrebbe piuttosto indirizzato a un metodo di studio più efficace. Spesso, poi, nel primo mese scolastico molti insegnanti non di ruolo non sono ancora stati assegnati. Come funzionerebbe in questo caso? Riguardo la modifica dei parametri di giudizio, i corsi di studio che scegliamo di intraprendere sono spesso decisi sulla base dei nostri interessi e delle nostre predisposizioni: perché metterci i bastoni tra le ruote proprio nelle materie in cui siamo in difficoltà? Ci viene detto che non siamo solo un numero, che la media scolastica non ci definisce, eppure queste nuove modifiche sembrano affermare il contrario».

I problemi, però, andrebbero anche al di là delle normative scolastiche: «Abbiamo l’impressione che nel corso del tempo il benessere degli studenti e l’ansia diffusa vengano tralasciati, che le sole attività per contrastare questi fenomeni siano quelle organizzate da noi – continuano i rappresentanti –. Non è un discorso generale, ci sono diversi insegnanti che si impegnano in questo senso, ma spesso ci sembra di non essere ascoltati. Anche riguardo quest’ultima decisione nell’articolo 2 comma 6 dello statuto degli studenti è prevista la possibilità per i rappresentanti di chiedere una consultazione con i docenti. L’avremmo chiesta se le modifiche al piano dell’offerta formativa non ci fossero state comunicate a decisione già avvenuta».

Per queste ragioni tra le richieste dei ragazzi alla direzione scolastica vi sono una maggiore considerazione e un maggior coinvolgimento nelle decisioni che li riguardano, la creazione di un collettivo allargato che venga informato delle decisioni che concernono gli studenti e una nuova seduta del collegio docenti per ridiscutere le nuove scelte alla luce delle proteste.

Richieste verso le quali la direzione si è dimostrata disponibile al dialogo: «Il piano dell’offerta formativa che avevamo presentato al collegio docenti per l’approvazione era in continuità con gli anni precedenti e non includeva le misure contestate – commenta il dirigente scolastico dell’istituto Marco Bollettino –. Tuttavia, durante la discussione svoltasi lo scorso dicembre, alcuni insegnanti hanno proposto delle modifiche e il collegio, a stretta maggioranza e nonostante il mio parere contrario, ha deciso di approvarle. Nei giorni scorsi ho pubblicato alcune circolari per illustrare i lavori preparatori che i vari dipartimenti disciplinari dovranno avviare nel caso si decida di proseguire con queste misure. È stato, tuttavia, convocato un collegio docenti straordinario per il prossimo martedì. In quella sede spero che una discussione meno affrettata consenta di ricomporre questa frattura con gli studenti e porti a un ripensamento delle misure approvate».

Una scelta recepita con favore dagli studenti: «Siamo contenti che la direzione abbia accettato di ridiscutere le modifiche, è un segno di disponibilità al dialogo e di riconoscimento – concludono i rappresentanti –. Saremo presenti martedì per esporre le nostre critiche e le nostre perplessità su questi temi». Lorenzo Zaccagnini