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Lavoro: nei primi 3 mesi del 2025 si ricercano 1,4 milioni di dipendenti

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Secondo l’ultima ricerca condotta da Unioncamere, nel solo mese di gennaio le imprese italiane necessitano di circa 497mila nuovi lavoratori. Tale previsione è stata effettuata tramite l’utilizzo di Excelsior, un sistema informatico progettato in collaborazione tra Unioncamere e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie anche al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea.

Tuttavia le previsioni occupazionali non sono molto confortanti. Infatti si prevede una difficoltà di coprire circa 246mila posizioni lavorative vacanti rispetto alle complessive 497mila, soprattutto per la mancanza di persone disposte a svolgere determinate mansioni.

Infatti si assiste ad una situazione paradossale, nella quale in determinati settori c’è un surplus di domanda rispetto a quelle che sono le reali esigenze, mentre in altri la carenza di lavoratori è un problema difficile da risolvere.

Si pensi a ciò che accade nella stagione estiva, durante la quale le strutture ricettive molte volte si trovano in situazioni di particolare difficoltà, considerando l’elevato numero di ospiti e la mancanza di un adeguato numero di dipendenti.

Infatti in un paese come l’Italia, dove il turismo rappresenta un’importante fetta per la produzione di reddito, è questo il settore nel quale si registra la maggior necessità di manodopera, con un incremento di oltre 16mila lavoratori rispetto al dato rilevato nello stesso periodo del 2024.

Certo, bisognerebbe capire quali sono i motivi per i quali nel settore Hospitality la carenza di lavoratori è sempre difficile da colmare durante il periodo della bella stagione. Gli stressanti turni di lavoro, legati molte volte a degli stipendi da fame, rappresentano un ostacolo non indifferente anche per giovani volenterosi.

Nel settore dell’industria invece le assunzioni che si prevedono complessivamente sono 161mila, di cui 109mila nel comparto manifatturiero e in quello delle public utiliites, con i restanti 52mila richiesti nel settore dell’edilizia.

Da questa indagine si rileva, ancora una volta, l’estrema difficoltà nel reperire lavoratori con specifiche competenze, come fonditori, saldatori e montatori di carpenteria metallica. Le medesime difficoltà si rilevano per l’individuazione di operai addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni e gli operai che si occupano dell’utilizzo di macchinari automatici e semiautomatici per la lavorazione del metallo.

Da notare che dei 497mila lavoratori ricercati, circa il 18% del totale richiesto è rivolto a immigrati, soprattutto in quegli ambiti nei quali si fa particolare fatica a trovare manodopera italiana. E non ci si riferisce solo al lavoro nei campi, ma anche in altri ambiti, come nei servizi di trasporto e logistica e nel settore metallurgico.

E proprio il settore metallurgico e uno di quelli nei quali molta manodopera è straniera. Si pensi ad esempio a ciò che accade alla Fincantieri di Monfalcone in Friuli Venezia-Giulia. Ebbene, su seimila lavoratori il 40% proviene dal Bangladesh.

Per quanto riguarda invece le forme contrattuali, dai dati raccolti si rileva che quella maggiormente proposta è quella a tempo determinato, pari al 43,2% del totale, seguiti da quelli a tempo indeterminato che rappresentano il 23,1% del totale. Il restante 33,6% comprende tutte le altre forme contrattuali.

Dalle rilevazioni effettuate tramite questa indagine si può notare come in certi settori il lavoro non manca. Ma nonostante ciò il problema della disoccupazione in Italia, soprattutto tra i giovani, resta e preoccupa sempre di più.