Australian Open, dopo la vittoria Djokovic vede i figli in tribuna: “Grazie per il vostro tifo”. Ma poi arriva subito la ramanzina
“Voglio prima di tutto ribadire la mia ammirazione e il mio rispetto per Carlos”. Le prime parole di Novak Djokovic dopo il suo ennesimo capolavoro agli Australian Open sono per il rivale Alcaraz, sconfitto in 4 set dopo oltre tre ore e mezza di battaglia. Il campione serbo a 37 anni si è regalato l’ennesima semifinale Slam, battendo il 21enne talento spagnolo: “È un ragazzo fantastico, il più giovane numero uno al mondo della storia, ha vinto 4 tornei dello Slam. Sono certo che lo rivedrò ancora tante volte, anche troppe volte rispetto a quelle che vorrei. È stata una delle partite più epiche che abbia mai giocato”, ha detto Djokovic subito dopo la vittoria sulla Rod Laver Arena.
Eppure il match era cominciato nel peggiore dei modi possibili per il serbo, che aveva perso il primo set e aveva accusato un dolore alla coscia destra: “Il problema muscolare? Non voglio rivelare troppo. A un certo punto, quello che ho preso, ha iniziato a funzionare. Dovrò prendere un’altra dose del farmaco. Se avessi perso il secondo, mi sarei potuto ritirare. Carlos è stato troppo esitante e io ho iniziato a muovermi meglio”, ha ammesso Djokovic. Che ha dimostrato ancora una volta di avere una tempra straordinaria, che gli permetterà a 37 anni di sfidare il tedesco Alexander Zverev per un posto in finale agli Australian Open.
Dopo la lunga battaglia contro Alcaraz, Djokovic ha avuto il tempo anche per alzare lo sguardo verso il suo box. Non quello dove siedono Andy Murray e il suo staff, ma più in alto dove ci sono amici e familiari. Lì, oltre alla moglie Jelena Ristic, c’erano anche i due figli, Stefan e Tara, che hanno supportato papà per tutto il match. “Sono sorpreso che i miei figli siano ancora qui”, ha detto Djokovic al microfono. “Vi voglio bene e vi ringrazio per il tifo per me”, ha proseguito il serbo, che però poi non ha resistito ed è partito subito con la ramanzina: “Come mai siete ancora svegli all’una di notte? Non è ora di andare a dormire?”.
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