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Consulta, Giovanni Amoroso eletto presidente: cos’ha detto su premierato, autonomia e riforma della giustizia

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Giovanni Amoroso è il nuovo presidente della Corte Costituzionale, che si è riunita oggi per eleggere il successore di Augusto Barbera, il cui mandato è scaduto lo scorso 21 dicembre. Come primo atto, il neo presidente eletto ha nominato vicepresidenti della Corte Francesco Viganò e Luca Antonini. Amoroso, già presidente facente funzioni dalla scadenza del mandato di Barbera, è stato vice presidente della Corte dalla nomina di Barbera alla guida di Palazzo della Consulta. Secondo quanto trapelato, Amoroso ha telefonato alla premier Giorgia Meloni, come da prassi, per informarla dell’elezione. La presidente del Consiglio nell’occasione ha rivolto a Giovanni Amoroso i suoi auguri di buon lavoro; il presidente della Consulta ha ricevuto anche le congratulazione dei presidenti di Camera e Senato, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, e da parte della politica.

Giovanni Amoroso eletto nuovo presidente della Corte costituzionale

Nato a Mercato Sanseverino (Salerno) il 30 marzo 1949, sposato e padre di due figli e 4 volte nonno, Amoroso è stato eletto giudice costituzionale dalla Corte di cassazione il 26 ottobre 2017, ha giurato il 13 novembre 2017; il suo mandato da presidente scadrà pertanto il 13 novembre del 2026. Nel suo curriculum, inevitabilmente di altissimo prestigio, si annoverano esperienze anche di carattere internazionale, in occasione di incontri bilaterali e multilaterali tra Corti costituzionali, e accademiche, con corsi tenuti in varie università italiane.

Eletto all’unanimità, ma non dal plenum

Amoroso è stato eletto all’unanimità da una Corte non nel plenum del suo Collegio, ma al minimo legale per poter deliberare, con 11 giudici su 15. Una situazione dovuta al lungo stallo parlamentare sul reintegro dei quattro giudici mancanti. Dopo l’ultima fumata nera, la 14esima, arrivata martedì 14, ci si attende che la prossima votazione possa essere quella decisiva: Camera e Senato sono convocati in seduta congiunta per giovedì. Tanto voci del centrodestra quanto voci del centrosinistra si sono dette fiduciose sulla possibilità di giungere a un accordo.

L’attesa per il reintegro dei quattro giudici costituzionali mancanti

Anche Giovanni Amoroso, nel corso della conferenza stampa seguita all’elezione, ha auspicato che il reintegro del plenum della Consulta possa avvenire «quanto prima, giovedì». Ma il neo presidente ha anche precisato che «la Corte non è menomata dal fatto che ha lavorato in 11, in quanto è previsto dalla legge» e ha escluso che ci sia il rischio di «una sottovalutazione da parte del Parlamento». «In passato ha mandato giudici di eccellenza. Ci aspettiamo e sicuramente sarà così che verranno giudici di assoluto livello, che dopo il giuramento si spogliano della loro provenienza perché poi c’è la sintesi della camera di consiglio», ha aggiunto Amoroso.

La Costituzione come «bussola» e l’Europa come «stella polare»

«Il mio impegno sarà assoluto nello svolgimento di questo incarico con disciplina e onore, come richiede l’articolo 54 della Costituzione», ha detto Amoroso, sottolineando che «non ci sono linee programmatiche da esporre. La Corte è un organo profondamente collegiale. C’è da ricordare che la bussola nell’attività della Corte è la Costituzione» e l’Europa è una «stella polare».

Il premierato? «È il mondo della politica e la Corte non può entrarci»

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Amoroso ha affrontato i temi delle riforme e le questioni politiche che investono la Corte, badando bene a tenere distinti piani e competenze. «Il premierato è il mondo della politica e la Corte non può entrarci»; per quanto riguarda la riforma della giustizia «non giova al Paese che ci si sia una situazione, non dico di conflitto, ma di non armonia. Non giova alla serenità del Paese e ci sono vari fronti. Ma qui la Corte ha un ruolo specifico. Questo appartiene alla politica. La Consulta controlla la costituzionalità delle leggi». Sui Lep (Livelli essenziali delle prestazioni, ndr), tema centrale per la riforma dell’Autonomia, rispetto alla quale proprio ieri la Consulta ha detto al referendum, «occorre che il legislatore intervenga e ne determini i criteri». «La possibilità di determinare i Lep senza un intervento del legislatore non c’è. Anche per le materie non Lep c’è la necessità che intervenga il legislatore. C’è da ricostruire questa fase, che è a fondamento di tutto l’impianto della legge per l’attribuzione di specifiche funzioni di materia», ha sottolineato Amoroso.

Il faro del «principio di leale collaborazione» tra le istituzioni

Per quanto riguarda temi come il fine vita e la procreazione medicalmente assistita (Pma), poi, per Amoroso «è un po’ difficile che si possano ipotizzare passi indietro» e «dovrebbe trovare attuazione il principio di leale collaborazione». Il presidente della Corte Costituzionale ha poi indicato come «un problema grave il sovraffollamento delle carceri», del quale fanno parte anche elementi «logistici». La Consulta, ha chiarito, “spinge” «con dei moniti per la soluzione dei problemi ai quali non può porre rimedio», anche in questo caso tenendo sempre presente il principio della «leale collaborazione» tra le istituzioni. Quanto al terzo mandato, il presidente della Consulta ha ricordato che «c’è stata una impugnazione della regione Campania, l’udienza sarà fissata, credo in primavera, piuttosto che in estate».

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