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Biathlon, “Johannes Bø sta bluffando. Vuole solo attirare l’attenzione su di sé. Gareggerà anche nel 2026”. Parola di Dmitry Yaroshenko

Chi si ricorda di Dmitry Yaroshenko? Sicuramente, a chi segue il biathlon da poco tempo, questo nome dirà poco. Viceversa, agli appassionati di lungo corso si sarà accesa una lampadina. Per chi non sapesse di chi stiamo parlando, ci troviamo al cospetto di una figura dal profilo molto particolare.

Russo sostanzialmente sconosciuto fino ai 30 anni, esplose improvvisamente nella stagione immediatamente successiva ai Giochi olimpici di Torino, diventando un punto fermo della squadra. Nell’arco di un biennio riuscì a chiudere al secondo posto una classifica generale, a conquistare un paio di ori iridati in staffetta e a vincere una Coppa del Mondo di specialità. Poi, a gennaio 2009, fu trovato positivo a un farmaco equivalente all’Epo assieme alle più famose connazionali Albina Akhatova ed Ekaterina Iourieva. Fine della sua carriera ad altissimo livello.

Yaroshenko, oggi 48enne, è però diventato un allenatore e nei giorni scorsi ha deciso di dire la propria sul ritiro di Johannes Bø. Vale la pena di riportare le sue parole perché “verba volant, scripta manent”. Dunque, se avrà avuto ragione, lo chiameremo “Il Profeta”. Viceversa, ci si ricorderà delle sue dichiarazioni come un momento di raro squallore.

Non credo al ritiro di Johannes Bø. Sta bluffando e vuole solo attirare l’attenzione su di sé. Dopo una dichiarazione del genere, tutti cominceranno a chiedergli di gareggiare alle Olimpiadi. Sua moglie, i suoi genitori, la federazione… Forse addirittura il Re di Norvegia in persona gli chiederà di proseguire! Penso che sia stanco psicologicamente, perché ha una famiglia e figli con cui vuole trascorrere più tempo. Tutto qua. Però, se lo persuaderanno a proseguire, lo vedremo ai Giochi olimpici 2026. Non ha scelta”.

Qui ci si limita a riportare la dichiarazione e ad appuntarla. Poi, tra un anno abbondante, si scoprirà se Yaroshenko avrà avuto ragione o torto.