Ivrea, predazione in città: lupo uccide capriolo in via Sant’Ulderico
IVREA. Scene inusuali si consumano alle porte di Ivrea. Ritornando a casa intorno alle 22 della sera di sabato 18 gennaio in via Sant’Ulderico, proprio poco prima dell’imbocco del bosco, un giovane residente eporediese, in auto insieme alla compagna, ha avvistato quello che sarebbe parso essere un esemplare di lupo non molto distante dalla propria abitazione, intento a predare un capriolo. A raccontarlo è la madre del ragazzo, una donna di 63 anni residente anche lei in via Sant’Ulderico: «Una volta arrivata, ho trovato mio figlio con la compagna che mi aspettavano in mezzo alla strada vicino a casa, e poco più in là un piccolo di capriolo, predato da un lupo che l’aveva azzannato alla gola – racconta la donna –. Il piccolo si è mosso ancora, ma perdeva molto sangue dalla gola ed è morto poco dopo. Mio figlio ha fatto ancora in tempo a vedere il lupo, che però è scappato quando l’ha visto arrivato. Abbiamo chiamato la forestale, ma non hanno risposto, così abbiamo chiamato i carabinieri, che ci hanno chiesto di spostare la carcassa a bordo strada, hanno avvisato il Comune e hanno detto che sarebbero passati a rimuoverla la mattina seguente e domenica sono venuti a portarlo via».
Una scena sicuramente forte, ma inevitabilmente parte delle regole della natura: «Certo dispiace per il capriolo, ma anche il lupo probabilmente aveva fame per essere giunto fino a qui», continua la donna.
In altre parti meno urbanizzate del Canavese e della provincia di Torino simili avvistamenti sembrano essere meno rari di un tempo: solo pochi giorni fa i resti di una caccia notturna sono stati trovati a Valprato Soana, in borgata Picatti. L’episodio è solo l’ultimo di una serie di avvistamenti che vanno avanti da settimane nelle vicine borgate di Cugnone e Masonassa. Fatti che hanno dato vita nel tempo a un acceso dibattito, con posizioni spesso contrapposte. «Non bisogna creare allarmismi – spiega Simone Bocca, che oltre a far parte del direttivo del circolo ambientalista Tavo Burat di Biella si occupa di monitoraggi per il Parco Ticino lago Maggiore –. Intanto è importante sottolineare come gli esemplari che si avvicinano all’uomo non siano quasi mai lupi, ma esemplari figli di incroci con cani liberi, che quindi a differenza degli esemplari puri non hanno paura dell’uomo. La reintroduzione del lupo è stata fatta in maniera controllata, gli esemplari sono tutti tracciati. Si tratta di un predatore apicale nella piramide ecosistemica del nostro territorio, e svolge egregiamente il suo ruolo ecologico: preda caprioli, nutrie, cinghiali e altri animali sovrappopolati, che tra l’altro danneggiano gravemente i nostri agricoltori. La causa dell’espansione della specie in questi ultimi anni è dovuta proprio alla grande abbondanza di prede». «Il lupo è una specie rigorosamente protetta e tutelata, quindi non si può abbattere – commenta invece Paolo Pelle, presidente dell’Ambito territoriale di caccia Torino 1 e 2 –. Di per sé è un animale schivo e silenzioso, oltre che molto utile nei suoi territori, ma oggi ormai scende vicino alle case nei centri abitati. Si può dire che ormai vivano di fianco a noi. Il problema è che non hanno più timore dell’uomo, e questo è un problema». lorenzo zaccagnini