Cattolici e riformisti, centristi alla riscossa in due convegni a Milano e Orvieto. I nomi: da Ruffini a Proietti fino a Guerini e Morando
Proprio nel giorno che segna l’anniversario di 31 anni dallo scioglimento della Democrazia Cristiana, il mondo cattolico sembra pronto a fare un ritorno sulla scena politica italiana. Sabato a Milano e Orvieto due iniziative potrebbero gettare le fondamenta per una nuova corrente interna al Pd o – nel peggiore dei casi – per un nuovo partito. Una situazione che sembra segnare forse la fine della pax interna per la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Matteo Renzi, ex segretario, non ha esitato a sottolinearlo: “Vedo in atto i soliti giochini delle correnti Pd per fare le scarpe alla Schlein”.
A Milano il convegno “Creare legami, guarire la democrazia” riunisce i cattolici dem sotto la guida del senatore Graziano Delrio e altre figure come Pierluigi Castagnetti, Silvia Costa e Stefano Lepri. L’ospite d’onore, è Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell’Agenzia dell’entrate, indicato da alcuni giornali come potenziale federatore dell’area cattolica e centrista. Inoltre, la presenza di figure di rilievo come Paolo Ciani (riferimento della Comunità di Sant’Egidio) e l’ex ministro Lorenzo Guerini, insieme alla presidente umbra Stefania Proietti, segnala un orientamento che guarda sia all’interno del partito che oltre, con l’obiettivo di riaffermare il ruolo dei cattolici democratici nel panorama politico italiano.
Parallelamente, a Orvieto, l’associazione Libertà Eguale – corrente ormai storica della destra del partito – organizza un incontro di due giorni sul tema “Idee per una sinistra di Governo”, guidato dal costituzionalista Stefano Ceccanti e dall’ex parlamentare Enrico Morando. Anche qui, la presenza di una figura di grande peso Paolo Gentiloni, ex commissario europeo e ex premier, attira l’attenzione. Gentiloni, altro possibile federatore di un campo più ampio, potrebbe rappresentare una figura unificante per il centrosinistra nelle future elezioni politiche, sebbene il suo impegno diretto sembri, al momento, limitato. Diversa è la presenza di Romano Prodi, figura storica del centrosinistra, al convegno di Milano che viene interpretata come un segnale di non ostilità verso la leadership di Schlein, bensì un richiamo a considerare l’area cattodem nelle decisioni di partito.
La possibile nascita di una corrente o partito è tenuta sotto controllo da Rosy Bindi che suggerisce al Pd: “Forse suggerirei alla segretaria Elly Schlein di fare discutere, di avviare una fase costituente onde evitare che si formino aggregazioni di potere che magari strumentalizzino le culture ma hanno altri fini”. In sostanza il sospetto è che non si tratti di “semplici incontri” quelli dei cattodem di Milano o dei libdem di Orvieto. Beppe Fioroni, che aveva lasciato il Pd all’indomani della vittoria di Schlein al congresso, è più propenso a un centro autonomo e tutto da costruire: “Oggi c’è la necessità che i cattolici avvertano la responsabilità di tornare a impegnarsi perché la nostra democrazia non degradi con elezioni a cui partecipa meno del 50% degli elettori e con schede bianche e nulle che rendono poco autorevole qualunque tipo di governo”. Mentre Delrio nega la nascita di nuove correnti, descrivendo il movimento come “una sorgente di pensiero”, ma il malessere dei cattodem potrebbe non non concludersi in semplici convegni. Schlein è avvertita.
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Nella foto in alto | Da sinistra Ruffini, Morando, Proietti, Guerini
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