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Australian Open, Alcaraz su Fonseca: “Dovrò farci i conti, molto presto sarà uno dei migliori”

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Se si esclude il secondo set contro Shevchenko, in cui ha avuto il solito passaggio a vuoto sul 5-4 mentre era al servizio per vincere la frazione poi comunque incamerata 7-5, per il resto i primi due turni dell’Australian Open 2025 di Carlos Alcaraz sono stati un’autentica passeggiata in ciabatte.

14 aces e l’89% di punti vinti con la prima, a riprova del grande lavoro svolto sul servizio in pre-stagione ad Alicante come aveva anche confermato Ferrero, per liquidare il nipponico Nishioka. Adesso per Carlitos ci sarà il portoghese Nuno Borges. Dopo la vittoria sul giapponese, in conferenza stampa lo spagnolo si è soffermato sui miglioramenti compiuti alla battuta. Un fondamentale d’inizio gioco reso molto più snello e fluido modificando una parte del movimento, quella del mulinello, che prima si articolava in due momenti con una decisa frenata a metà. C’è stato però tempo anche per parlare del nuovo fenomeno atterrato a Melbourne: il Fonsequismo.

D. Hai giocato sulla Margaret Court per le prime tue due partite nel torneo. Hai richiesto all’organizzazione di essere programmato su questo campo o è stata unicamente una loro decisione. Sembra che la Margaret Court Arena ti piaccia particolarmente, è una sensazione corretta?

Carlos Alcaraz: “Mi piace molto giocare sulla Margaret Court, lo ritengo un campo semplicemente perfetto per giocare a tennis. Naturalmente dal mio punto di vista non cambia niente, mi piacerebbe giocare anche sulla Rod Laver Arena ma bisognerà vedere cosa decideranno di volta in volta nel programma. Quello che sicuramente possi dirvi è che non amo giocare nelle sessioni serali, se potessi scegliere preferire essere programmato in diurna. Quando gioco di mattina o in primo pomeriggio, riesco a recuperare molto meglio dal match appena disputato anche perché ho la possibilità di andare a dormire prima senza essere costretto a fare troppo tardi. Perciò prediligo certamente le sessioni diurne. Rispetto alla domanda, non trovo grandi differenze tra la MCA e la RLA, sono entrambi campi meravigliosi. Poi ogni giocatore può trovarsi meglio su uno dei due piuttosto che sull’altro, ma parliamo dei due impianti principali di uno Slam ovvero il Top assoluto“.

D. È stata la miglior partita al servizio della tua carriera?


Carlos Alcaraz: “Sono migliorato tantissimo in questo fondamentale nell’ultimo periodo. Ogni volta che riscendo in campo mi sento sempre meglio, più gioco partite e più avverto fiducia nel colpo. Se voglio mettere il mio nome nella lista dei vincitori di questo torneo (sorride), devo necessariamente passare da un grande rendimento della mia battuta. Abbiamo lavorato duramente ed ora pian piano i frutti cominciano a vedersi. Nella prestazione odierna mi sono sentito veramente a mio agio”.

D. Sapevi di aver fatto 14 aces e di aver vinto l’ 89% di punti con la prima?

Carlos Alcaraz: “Nell’allenamento che ho effettuato martedì, mi sono concentrato tanto sul servizio curando tutti i particolari del caso. Ho dedicato quasi l’intera sessione a questo colpo. Parlo quotidianamente con Juan Carlos su cosa posso fare per migliorare la mia battuta. Al termine di ogni match, gli chiedo cosa ho sbagliato, quale aspetto invece è stato positivo sia relativamente alla prima sia alla seconda. Sono migliorato molto, ma ho ancora diversi margini anche perché ritengo che il rendimento del servizio dipenda molto dalla sicurezza che possiedi nell’eseguirlo, da quanto sei consapevole della sua forza. E la convinzione nel livello che il tuo servizio è in grado di produrre è conseguenza delle sensazioni positive che avverti in campo. Maggiori feedback positivi ottieni più crescerà la forza della tua consapevolezza. Ed oggi in campo ho avuto solo buone vibes. Il lancio di palla ad esempio, per parlare di un dettaglio specifico, è stato fantastico, il che significa che parti già da una base molto solida“.

D. Che si tratti del servizio o di altri aspetti del gioco, quanto assieme al vostro team vi affidate alle statistiche? Juan Carlos e Samuel ti portano dei numeri che possano aiutarti a comprendere meglio quello che succede o a completare quanto tu riporti dal campo in termini di sensazioni?

Carlos Alcaraz: “Osserviamo sicuramente alcuni numeri, alcuni parametri statistici che riteniamo rilevanti ma senza esagerare. Ad esempio la percentuale del servizio è un dato a cui diamo molto valore. Quanto è troppo bassa, ci serve per capire che dobbiamo ancora migliorare per portarla in media su valori numerici più alti. Una percentuale del servizio importante, ti fa capire che il servizio sta funzionando a dovere. Ma ripeto non esageriamo con i numeri, a volte hanno molto più peso le percezioni del giocatore in campo. Sensazioni che nessun dato può restituire. E’ qualcosa che riguarda esclusivamente il modo in cui colpisco la palla, non se faccio punto o meno. Posso anche sbagliare ma avere le giuste sensazioni all’impatto. In certe situazioni basta solo aggiustare un po’ la postura o il posizionamento degli arti inferiori e il colpo va a segno. Quando si commette un errore, molto volte non è dovuto a come si è colpita la palla ma ad altri dettagli altrettanto cruciali“.

D. Vorrei sapere su cosa in particolare avete concentrato il lavoro sul servizio nella pre-season ad Alicante. Vi siete focalizzati maggiormente sulla precisione e la stabilità del colpo oppure sulla velocità e potenza che è in grado di generare. Avete anche lavorato sul movimento per cercare di rendere più rapido il tempismo all’impatto? Puoi insomma raccontarci nello specifico su cosa è stato varato il lavoro e quale obiettivo vi siete prefissati di raggiungere?

Carlos Alcaraz: “La precisione è stata sicuramente il primo fattore su cui abbiamo cercato di lavorare. Nella partita di oggi la maggior parte dei servizi sono atterrati dove volevo che può sembrare un aspetto banale ma non lo è. Subito dopo ci siamo soffermati sulla percentuale, vogliamo alzarla stabilmente e in maniera significativa. E le prime sensazioni dell’anno mi dicono che abbiamo svolto un gran lavoro, i primi frutti inizio già ad avvertirli in campo. Mi sono sentito davvero bene con il nuovo movimento, a livello di ritmo, di lancio di palla. Tutti i vari aspetti hanno funzionato alla perfezione. Nel primo match avevo avuto molte difficoltà nel graduare il lancio, oggi nessuna: anzi il lancio è stato sempre ottimo. E’ un processo che necessità il suo tempo ma che vedrà miglioramenti costanti“.

D. Mi chiedevo se hai visto il match di Joao Fonseca? Cosa pensi di lui, riuscirà a vincere uno Slam?

Carlos Alcaraz: “Ho visto la partita, quantomeno una parte. Purtroppo non sono riuscito a guardala per intero. Ho visto l’inizio e la fine. Cosa posso dire? Semplicemente una prestazione incredibile. Il modo in cui ha giocato il suo primo match in un tabellone principale di uno Slam, fra l’altro nel suo primo incrocio contro un top 10, è stato qualcosa di straordinario considerando anche che ha solo 18 anni. Il che significa che non ha esperienza di match 3 su 5, eppure ha gestito l’incontro alla perfezione. A livello di nervi non ha avuto il minimo contraccolpo, pur essendo all’esordio. È qualcuno con cui dovrò farei conti. Siamo solo all’inizio dell’anno, ha ottenuto appena la sua prima vittoria in uno Slam, ma sicuramente molto presto inseriremo il nome di Joao Fonseca nella lista dei migliori giocatori al mondo“.

D. Un paio di giocatori hanno dichiarato che le palle sono un po’ troppo pesanti. Tu come le hai trovate?

Carlos Alcaraz: “Potrebbero essere un po’ più pesanti del solito, anch’io ho avuto questa percezione in campo. Confrontandole soprattutto con quella usate a fine 2024. Mi sono allenato con palline diverse in pre-season. Non posso fare un confronto diretto con l’edizione passata, perché non ricordo nel dettaglio come fossero ma sì, sembrano più pesanti. I campi invece sono molto veloci, con il caldo poi lo sono ancora di più“.