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Italia e Unione Europea rompano il silenzio, agendo contro la guerra e per politiche di pace

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Il silenzio dell’impotenza. Il silenzio della complicità. Un silenzio da spezzare.

“Italia e Unione Europea rompano il silenzio, agendo contro la guerra e per politiche di Pace”

A chiederlo con forza è Rete Italiana Pace  e Disarmo

Così Ripd: “Il silenzio e l’assenza di un’azione diplomatica internazionale per ristabilire il rispetto del diritto umanitario e del diritto internazionale in Medio Oriente è inaccettabile per una comunità che si riconosce nei principi e nei valori universali della nostra costituzione e che professa libertà, democrazia, stato di di diritto. L’Italia, i paesi membri e l’Unione Europea saranno condannati dalla storia per questo silenzio. 

La Striscia di Gaza è un cumulo di macerie dove vagano 2,3 milioni di palestinesi ed un centinaio di ostaggi chiamati a pagare con la vita e il conto di una politica irresponsabile, cieca, disposta a qualsiasi crimine di guerra, fino ad essere sotto inchiesta dalla Corte Internazionale di Giustizia, per essere responsabile di un’azione genocida, il peggiore di tutti i crimini.

Non c’è più limite al silenzio del nostro governo e di quelli europei di fronte alla distruzione del sistema ONU, come accade per il tentativo Usa di equiparare la Corte Internazionale di Giustizia e il Tribunale Penale Internazionale ad una organizzazione terroristica con il varo di sanzioni destinate a colpirne l’operatività e a delegittimarla a livello internazionale.   

Da più di un anno assistiamo inoltre a vuote dichiarazioni di condanna dell’uso della forza militare sui civili palestinesi da parte dell’esercito israeliano, senza dar seguito ad azioni concrete, diplomatiche e sanzionatorie, al contrario, è notizia dei giorni scorsi che l’amministrazione americana uscente ha confermato un nuovo pacchetto di bombe e missili per 3,5 miliardi di dollari a Israele. Mentre gli scontri armati, le invasioni dei confini, le punizioni collettive, i bombardamenti sui centri abitati, la giustizia sommaria con omicidi mirati hanno infiammato tutta la regione mediorientale.

Così, insieme alle vite umane di uomini, donne, minori e malati muore la speranza di giustizia e di convivenza, seminando in ogni angolo di ogni casa e di ogni comunità solo disperazione e odio.

Come non vedere le cause di questa nuova folle e criminale ondata di violenza, che ci sta portando alla distruzione ed alla guerra permanente, nelle negazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese e degli altri popoli ancora sotto il giogo di un neo-colonialismo alleato a regimi teocratici o autocratici, che assicura materie prime, gas, petrolio, minerali e mercati, a grandi potenze e grandi imprese, sottomettendo le libertà, i diritti e la democrazia, fino a negarne la ragion di esistere, per mantenere lo status quo.

Dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa guidata da un autocrate, fino a ieri partner economico indiscusso, abbiamo assistito ad una campagna d’informazione in Italia, come in Europa, a favore del riarmo e dell’escalation militare. Si è sostituita l’azione diplomatica e l’ancoraggio al sistema multilaterale delle Nazioni Unite – con tutti i limiti che conosciamo ma con la legittimità di essere l’unica entità sovranazionale universalmente riconosciuta – con l’ombrello dell’Alleanza Atlantica della NATO, entità nata per contrapporsi al blocco sovietico, residuo di un’epoca storica che non esiste più. Abbiamo assistito ad un crescendo di dichiarazioni interventiste e minacciose non solo con i nemici ma anche nei confronti degli stessi alleati della NATO. Tra le richieste irricevibili si chiede di portare la spesa militare dal 2%, al 5% a tutti gli stati membri, pena l’esclusione dall’Alleanza. Si punta ad annullare, per questa via, la voce e l’azione dell’Unione Europea accentuando la crisi.

Lo abbiamo detto, lo abbiamo scritto, lo abbiamo gridato nelle piazze: serve una forte e decisa iniziativa politica per il cessate il fuoco, azioni diplomatiche, sanzioni e conferenze di Pace per fermare chi sostiene ed attua la politica di guerra e di sterminio. A partire da Gaza, alla Cisgiordania, dalla Siria, all’Ucraina, dal Sudan e in ogni altro teatro di guerra in corso devono tacere le armi. Non esistono altre soluzioni per salvarci dalla barbarie. 

Chiediamo che l’Italia e l’Europa rompano il silenzio e si schierino contro le guerre, contro l’escalation militare e contro gli aumenti della spesa per le armi perché la nostra sicurezza non dipende da bombe e missili ma dalla costruzione di un’Europa inclusiva, che sia ponte di pace tra i popoli. Forse è tardi ma c’è ancora tempo: il tempo della pace è ora!”.

Un programma educativo, in tutti i sensi

È quello rivolto alla scuola da Ripd.
“Appare sempre più fondamentale l’azione formativa ed educativa tesa ad offrire strumenti utili per comprendere la complessità del mondo contemporaneo, spesso rappresentato da molti mass media in modo inadeguato, se non lacunoso. In relazione al dilemma pace/guerra sono importanti non solo l’informazione, ma anche la formazione.Il luogo primario per eccellenza della formazione è appunto la scuola, dove, unitamente all’università, si formano proprio le coscienze dei cittadini del domani, chiamati ad affrontare e risolvere le sfide del XXI secolo.

La Rete italiana pace e disarmovanta al suo interno una vasta esperienza proprio nel campo formativo, svolta spesso sistematicamente in ambito scolastico e non solo. Non è casuale, infatti, che diverse associazioni facenti parte della Rete siano riconosciute dal MIUR come enti formatori per il personale scolastico. La Rete, infatti, ha costituito un Coordinamento Edupace   che riunisce le varie realtà del network che operano in questo ambito sia a livello scolastico e universitario, sia territoriale.

Pertanto, alla luce dell’importanza dell’azione formativa, in particolare nelle scuole, per una educazione ad una cittadinanza attiva e alla pace si ritiene opportuno offrire ai docenti un quadro di proposte utili allo scopo.Tali strumenti sono destinati non solo agli insegnanti (attori in primis nella funzione formativa dei giovani), ma anche a quanti in altri ambiti vogliono approfondire tali tematiche nelle sue varie dimensioni.

Un primo percorso riguarda schede curriculari relative a formatori con esperienza pluriennale che possono essere contattati per corsi, seminari e incontri ad hoc in relazione alla loro specializzazione, indicata nel prospetto stesso.

Un secondo ambito consiste in una raccolta di schede tematiche sui vari problemi connessi alla pace e al disarmo, ai diritti umani e all’educazione ambientale, utilizzabili liberamente da chi fosse interessato ad una sintesi seppur approfondita sulle questioni suddette. I dossier sono strutturati per un primo approccio in grado di fornire comunque un quadro esauriente, corredato anche da indicazioni per ulteriori approfondimenti (bibliografia, sitografia, filmografia ecc.).

Il Coordinamento di Educazione alla Pace di RiPD con questa prima duplice iniziativa intende mettere le sue competenze al servizio della scuola e delle sue crescenti esigenze in un mondo sempre più interconnesso e complesso”.

Un bel programma. Da sostenere, far conoscere. Educare alla pace: una assoluta priorità. Un investimento sul futuro. 

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