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I piani dell’establishment statunitense per ostacolare la presidenza Trump

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Quattro anni fa, il 6 gennaio 2021, ci fu il famoso “assalto” al Congresso da parte dei sostenitori di Trump che chiedevano il riconteggio equo dei voti, ritenendo che a Donald Trump fosse stata negata la vittoria a causa di brogli elettorali. I fatti di quel giorno, secondo i Democratici e i “Never-Trumpers”, costituirono un’insurrezione, mentre, secondo Trump, furono un “Giorno dell’Amore”. Nelle settimane e nei mesi successivi, ci furono più di 1.240 arresti, che hanno portato a 710 ammissioni di colpevolezza e 170 condanne.
Tuttavia, quando le due Camere del Congresso si sono riunite il 6 gennaio 2025 per certificare il conteggio del Collegio Elettorale per le elezioni del 2024, la Repubblica era ancora in piedi e Donald Trump è tornato alla Casa Bianca. La sua vittoria dello scorso novembre ha sbigottito e demoralizzato i suoi avversari, che tuttavia continuano a fare tutto il possibile per impedirgli di attuare il proprio programma, che include la fine della guerra finanziata dagli Stati Uniti e dalla NATO in Ucraina.
Poiché le accuse di “minaccia alla democrazia” e “estremista di destra, razzista e misogino” non sono servite a sconfiggerlo, un fedele di Trump ha detto che si aspetta che quegli avversari adottino una “strategia più stratificata” per contenerlo. Ciò comprenderebbe la creazione di attriti all’interno della “base MAGA” (Make America Great Again), bloccando gli sforzi per porre fine alla guerra, controllare l’immigrazione e “prosciugare la palude” dello Stato profondo.
I media stanno contribuendo a creare confusione sulla possibilità di negoziare la fine della guerra. Tipica è l’opinione diffusa secondo cui un cessate il fuoco può essere raggiunto solo se l’Ucraina è in grado di negoziare da una “posizione di forza”, o che Trump starebbe cambiando idea sul taglio degli aiuti a Kiev, o che una “vittoria di Putin” lo farà “apparire debole”, come è stato il caso del pasticciato ritiro di Biden dall’Afghanistan.
Per quanto riguarda l’immigrazione, Steve Bannon accusa Elon Musk di aver tradito le posizioni condivise con il movimento MAGA perché sostiene il rilascio di visti H-B1 per reclutare ingegneri e tecnici digitali stranieri per sopperire alla mancanza di talenti americani richiesti dalle aziende della Silicon Valley. Quando Trump si è schierato con Musk, Bannon si è posizionato come il vero difensore del MAGA.
Per quanto riguarda il “prosciugamento della palude”, gli anti-Trumpisti di entrambi i partiti si stanno attrezzando per impedire la conferma di Tulsi Gabbard a direttore della National Intelligence e di Kash Patel a direttore dell’FBI. La Gabbard è stata in prima linea nel denunciare le reti di intelligence britannico-statunitensi che gestiscono i colpi di stato per eliminare i leader “indesiderati”. La sua onestà, si dice, minaccerebbe la continuazione di tali pratiche da parte della “rete degli Old Boys” transatlantica. Per quanto riguarda Patel, questi ha giurato di ripulire l’FBI, dopo aver trascorso gli ultimi anni a smantellare le bugie del Russiagate usate dalla burocrazia permanente per bloccare Trump durante il suo primo mandato.
Mentre la strategia di coloro che controllano l’amministrazione Biden sembra abbastanza chiara, quale politica Trump cercherà effettivamente di attuare è molto meno prevedibile…