ru24.pro
World News in Italian
Январь
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

M. Il Figlio del Secolo non mi avrà! Quella storia non è uno spettacolo ma un fatto drammatico

0

Da Marinelli a Marinetti è un attimo. Lo schiaffo, il pugno, il passo di corsa, ecco la serie Sky M. Il figlio del Secolo, diretta da Joe Wright, tratta dal romanzo di Scurati, ecco un preambolo dell’Istituto Luce con “il Crapùn” al balcone che arringa la folla, el matt con il “maschio petto” denudato in mezzo alle contadine, i B-52 e le macerie, città sventrate e milioni di morti, ecco “il Mascella” a testa in giù a piazzale Loreto, ecco la prima puntata con la fondazione dei fasci di combattimento, la presa di Fiume e D’Annunzio, i manganelli e l’ingresso in parlamento dei deputati fascisti in funzione anti-socialista.

M minaccia un ritorno al futuro, non ce ne voglia il bravissimo Marinelli, sempre a fissare intensamente la telecamera neanche fosse Dexter o Jean-Paul Belmondo in “À bout de souffle”, primo rivoluzionario sguardo in macchina, in cerca dell’audience. Mussolini era anche così, voleva sedurre (eufemismo) tutti, il trailer di Sky, a raffica su tutte le reti, sembra dire: “Seguitemi, anche voi diventerete fascisti…”. Visti i tempi e i governi non resta che sperare nello mancanza di spirito di emulazione della massa, così poco influenzabile, n’est pas?

Dopo un paio di puntate viene da dire: business as usual, show must go on. Lo sceneggiato ammicca teatralmente e va sopra le righe, quantunque mantenendo – confermino gli storici – utilità divulgativa. Chi non ha mai studiato a scuola né letto i giornali o i De Felice, gli Oliva, le Mirella Serri (sull’orrendo machismo con le donne), gli storici e saggisti che si sono cimentati col Ventennio, potrà farsi un’idea… financo “splatter”.

Però spettacolarizzare eventi già di per sé drammatici riduce l’empatia e l’immedesimarsi nelle vittime, rischia di mitizzare fatti e personaggi e rende – come i mitra di Gomorra – la storia e la cronaca per lo più spettacolo, non vita vissuta e sofferta da milioni di poveracci.

Mussolini fu uno psicopatico narcisista, un ex socialista che mascella e smorfie al cortile parlò e scrisse, disse parole “giuste” (da Gramsci a Gobetti, non tutti le hanno bevute) ispirò Hitler e trascinò una nazione in una guerra mondiale da milioni di morti. “Io sono Magnetico, Maestoso, Moderno e Meraviglioso” declama Marinelli (eloquio retorico e un po’ alla Craxi, la Sarfatti ha il tono di Ornella Vanoni). “Sono New!” direbbe la pubblicità, “Nuovo”. Parolina magica che alimenta la metastasi dei desideri consumistici di oggi.

Beh, la nuova serie sa di vecchio, allora, per noi disgraziati boomer. Prendete i popcorn, godetevi la nouvelle vague e Mussolini, che si vende bene, l’uomo forte non tramonta mai, consola sia i poveracci che l’ego e le tasche di molti intellettuali, fornisce slogan e punti di appoggio alle “opposizioni” quando non sanno e non vogliono limare le unghie alle multinazionali, guardare alle periferie, farsi popolo come chiedeva Pavese: “Non bisogna avvicinarsi al popolo, ma essere popolo”.

Vallo a dire agli armocromisti, ai para-renziani, ai fasulli tutto slanci “per i deboli, gli oppressi e gli sfruttati” (virgolettato di Mussolini). Di “rivoluzione” – si fa per dire – “Il Mascella” ne fece abbastanza, vanitoso contaballe finito malissimo, disceso da lombi socialisti, anarchici e patrioti.

Più che fiction e romanzi come questi (prodotti ben fatti che si fanno leggere e vedere, per carità) vorrei si producessero denunce, idee e forme di entertainment nuove sui nazi-fascismi economico-culturali striscianti e arrembanti, sul continuo giocare a chi ce l’ha più lungo (il missile, il satellite, il conto in banca, il seguito social), sui “fasci lettori” e i gruppettari dell’amichettismo (anche il corporativismo è para-fascismo) sui morti di fama, sui vanitosi cultori del corpo e della mercificazione femminile (splendida Demi Moore in The Substance), su palestrati e bellone in tv… Caro insaziabile Duce, scopare a strascico è l’ultima risorsa degli impotenti.

Meno varietà e più verità, insomma, più commedie sui verbosi retori e sui manager e i “Ceo” circondati da lacché – un numero di Millennium li ha elencati scrupolosamente – sui cosiddetti statisti attenti solo alla biomassa elettorale. Il nuovo fascismo è questo.

Sono nato alla fine degli Anni Cinquanta e grazie al cielo la guerra non l’ho vissuta, ma dopo tanti racconti di genitori e parenti sul Duce, mi sono sempre chiesto come sia stato possibile che una figura tanto macchiettistica e grossolana si sia imposta alla maggioranza degli italiani. Invecchiando ho smesso di chiedermelo, visti certi politici cartonati e vincenti, certe pericolosissime macchiette che si prendono gioco della credulità popolare.

Oggi, tra guerre e disuguaglianze sociali, accadono cose di fronte alle quali Orwell e il maestro Huxley impallidirebbero. Avevano previsto il massacro del ceto piccolo e medio borghese, economicamente e culturalmente (“la mattina leggono molti giornali” sono “convinti di avere delle idee” e producono figli-pirata), previdero i social e gli apparati mediatici compiacenti, i guru e para-guru bellocci a caccia di prebende, i governi “fluidi” alla Meloni, 100% bideniana e 100% trumpiana, 100% muskiana e avanti il prossimo, basta amare il potere per se stessi e i propri clientes e cerchio magico, et voilà ci si adatta, ecco il passato che non passa, ecco i 50 milioni di fascisti e 50 di antifascisti.

“Guardatevi attorno – dice Marinelli – siamo ancora fra voi”, e non ci mostra le nuove sembianze del fascismo, le cravatte intonate alla camicia, non si chiede chi e che cosa è fascismo oggi, per far sì che le “storie di ieri” non ritornino. I nuovi capi (quelli più pericolosi) non hanno stivaloni, divise e manganelli ma facce serene, sorrisi bianchissimi a 32 canini, arrivano sulla scia della “riccanza” e si nutrono di consumismo, superomismo e carestia di umano, di effetti speciali alcol-psichedelici, del machismo e del divertimento a tutti i costi.

Mi dite che non fanno vittime? E gli zombies del Fentanyl? E morti per le guerre, le carestie, la mala-sanità, quelli del Terzo e quarto Mondo? Anche questo è il nuovo fascismo, non soltanto quello dei nostalgici conclamati.

Quanto a me, guardo M e spero che la serie illumini le generazioni di Tik Tok e della finscion. Ne dubito. Parlo da obiettore di coscienza, da antifascista che ad Acqui ha tenuto un discorso per il 25 aprile. Sono stufo di vedere strumentalizzati per gli affari propri molti ideali, dal femminismo all’antifascismo. Ho visto troppi e troppe pseudo-intellettuali. Dunque folle e mainstream adieu, non mi avrete. Godetevi il successo, il pubblico è ammaestrato e sventola i fazzoletti, come per il Duce. Guardo M con l’angoscia di Nanni Moretti che vede il dottor Živago in autobus davanti all’irraggiungibile amata e urla “Noooo! Voltati! È lei! Fatelo scendere!”. Poi mi calmo e stappo una birra, pensando al Flaubert di Bouvard e Pécuchet: “Imbecilli, il mondo è vostro!”.

L'articolo M. Il Figlio del Secolo non mi avrà! Quella storia non è uno spettacolo ma un fatto drammatico proviene da Il Fatto Quotidiano.