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Come finirà il processo di Sinner al TAS? L’analisi di Ambesi: “L’indirizzo giuridico sembra evidente”

Si terrà mercoledì 16 e giovedì 17 aprile a Losanna(sede del tribunale arbitrale per lo Sport) l’udienza per il ricorso della WADA contro l’assoluzione di Jannik Sinner per il caso Clostebol. In attesa del debutto del numero 1 al mondo agli Australian Open, questo è stato uno dei temi principali dell’ultima puntata di TennisMania, trasmissione condotta da Dario Puppo e visibile sul canale Youtube di OA Sport, con ospiti Guido Monaco e Massimiliano Ambesi.

A questo punto lui è sicuro di disputare i 1000 statunitensi ed eventualmente Montecarlo. È comunque un tema delicato, nel senso che ci sono delle tempistiche abituali e bisogna capire qual è la possibilità di essere operativo da parte del CAS. C’era una via per anticipare i tempi che poteva essere richiesta dallo staff legale del giocatore, ma praticamente agli albori di questa vicenda, e si è preferito seguire l’iter abituale. La questione è stata quindi rimessa al CAS e ai suoi tempi. Poi sì, possiamo disquisire a lungo riguardo le tempistiche e nel mezzo ci sono state le festività che rappresentano una complicazione, e si è arrivati ad aprile. Io pensavo onestamente tra fine febbraio e inizio marzo, poi in realtà l’udienza è slittata di 4-5 settimane. Il CAS comunque non è ad uso e consumo dello sport tennis. Ci sono casi di ogni tipologia, anche piuttosto controversi“, dichiara Ambesi.

Tante volte abbiamo citato il caso Palomino, anche se ci sono delle differenze. Quello che conta è l’indirizzo giuridico che viene dato dal TAS e onestamente, leggendo quella sentenza senza entrare nello specifico, l’indirizzo giuridico è ben chiaro e porta nell’ipotesi di Sinner ad una non responsabilità. A me sembra tanto evidente, però io leggo con gli occhi del giurista senza entrare nello specifico del tema“, spiega il giornalista di Eurosport.

Sui tre giudici del processo: Il giudice scelto dallo staff di Sinner è un teorico della non responsabilità, un convinto assertore, e infatti la sua mano nel caso Palomino ed in altri casi si vede. Il giudice scelto da WADA rappresenta l’esatto opposto, ma cerchiamo di spiegarci. L’arbitro è imparziale di natura, poi può avere una predisposizione in un senso o nell’altro. Di fronte a casi chiari ed incontrovertibili non è che l’arbitro si mette a fare l’integralista difendendo l’impossibile. Non funziona così. Queste sono persone equilibrate e valuteranno tutto il quadro difensivo che verrà proposto dagli avvocati di Sinner, che sicuramente hanno lavorato con minuziosa attenzione, e poi decideranno. Sicuramente l’arbitro scelto da WADA è abbastanza propenso a dichiarare sempre la responsabilità dell’atleta in qualsiasi caso, quello scelto da Sinner ha una posizione decisamente opposta. Il fatto di aver nominato come presidente del collegio arbitrale un ex tennista, seppur non di altissimo profilo, quindi comunque in grado di conoscere determinate dinamiche e soprattutto un mite ed un equilibrato, potrebbe far pendere l’ago della bilancia anche dalla parte di Sinner. Perché no? Però non si tratta di dire ‘pende di qua, pende di là’… Da quando abbiamo cominciato a parlare di questa storia ho sempre detto: ‘Non si può, non si può, non si può’. Ma perché? Semplicemente perché, conoscendo casi analoghi e soprattutto l’indirizzo della giurisprudenza del CAS, mi veniva difficile pensare ad una condanna con il quadro che avevamo, perché significherebbe all’improvviso cambiare direzione. E questo non avviene, quasi mai. Sottolineo il ‘quasi’. Chiaramente si fa riferimento a vecchie posizioni prese, indirizzi e quant’altro“.

Devo dire che gli arbitri nominati sulla carta mi danno abbastanza tranquillità, dopodiché bisogna vedere il contenuto delle carte, che noi non possiamo conoscere. Abbiamo cognizione di causa sulla vicenda da lontano. Ci sono arrivate informazioni, abbiamo cercato di indagare e abbiamo messo assieme diversi punti, però cognizione di causa precisa non ce l’abbiamo. Se il materiale è quello che abbiamo potuto valutare in questi mesi, io onestamente penso si vada verso una non responsabilità dell’atleta, quindi nessuna colpa e nessuna negligenza. Poi se ci fosse qualcosa di nuovo, che sfugge alla nostra comprensione, io non so cosa dire, però oggettivamente non cambio idea. Quanto ci vorrà per il verdetto? Dipende, magari anche 48 ore. Secondo me sarà una cosa breve. Nel mentre il giocatore potrebbe anche continuare a giocare finché non arriveranno le motivazioni, ma questo è un altro discorso. Mi sento abbastanza tranquillo“, prosegue Ambesi.

Sul possibile vero motivo del ricorso della WADA:Secondo me è stato un ricorso politico, perché in precedenza ci sono state delle situazioni tutt’ora sotto la lente di ingrandimento in cui la WADA, forse anche a ragione, non ha deciso di ricorrere e altre agenzie antidoping si sono scatenate accusando la WADA di mancata imparzialità e cose di questo tipo. A quel punto la WADA in questo caso ha deciso di ricorrere. Questa è un’interpretazione che diamo in tanti, poi magari le cose non stanno neanche così, ma di norma quando ci sono prese di posizione politiche è difficile che la sentenza possa dire bene a chi ha assunto quell’indirizzo. Io non ho la verità in tasca, ma leggendo le motivazioni delle sentenze di Palomino, del nuotatore brasiliano e compagnia, non vedo come Sinner possa essere squalificato, davvero. Non capisco dove stia la colpa né tantomeno la negligenza, quindi sono fiducioso“.

Sulla possibilità di una eventuale squalifica inferiore ai 12 mesi:È complesso, nel senso che il TAS si deve muovere nel rispetto di quella che è la normativa vigente. La normativa vigente, per quella sostanza in un caso come quello di Sinner, prevede una pena da un anno a due anni. Io ho sempre messo in discussione la classificazione della sostanza Clostebol, che per me non può essere ritenuta una sostanza non specificata, perché allora andiamo proprio a cambiare la normativa affinché possa essere considerata tale. Se uno legge con attenzione le norme esplicative a corredo delle normativa vigente, è chiaro che una sostanza come il Clostebol non può essere ritenuta non specificata. Ok, mi sta bene, ormone, tutto quello che si voglia, ma comunque resta qualcosa che compri in farmacia e che utilizzi per curare dei tagli, abrasioni e cose di questo tipo, quindi è un medicinale alla portata di chiunque. Quando è così, è molto semplice e scontato che quella sostanza possa essere utilizzata al di fuori dell’attività sportiva, ragione per cui non c’è motivo per ritenerla non specificata. Qualcuno mi dice: ‘Eh ma tutti gli ormoni e anabolizzanti sono ritenuti sostanze non specificate’. Ok, però ci sono anche altre categorie in cui tante sostanze sono specificate e alcune vengono ritenute non specificate. Andatevi a vedere la categoria del TMZ e anche del Meldonium, che sono sostanze non specificate, ma altre della medesima categoria sono specificate, quindi secondo me l’eccezione ci può essere. Adesso, è difficile che il TAS possa equiparare il Clostebol ad un’altra sostanza specificata e quindi dare un mese o una roba di questo tipo, perché si andrebbe oltre le competenze dei tre arbitri. Io però onestamente, se fossi nella difesa e la situazione volgesse al peggio, mi attaccherei molto su questo aspetto perché può creare sicuramente una discussione e problemi all’interno del corpo giudicante. Sulla carta è un anno, poi vedremo quello che succederà, anche perché volendo la WADA, in caso di pena di tre mesi, potrebbe anche rivolgersi all’ultimo grado di giudizio ma bisognerebbe valutare bene la situazione e non succederà mai ecco. Gli arbitri comunque si devono muovere all’interno del dettato normativo, in questo caso del codice ITIA, poi fai riferimento al codice WADA vigente, che non sempre viene recepito completamente dai vari sport. Il codice WADA vigente ha tante note di corredo alle norme, che consentono di capire meglio alcune situazioni, però ti muovi all’interno di quel quadro normativo“.

Sullo scontro tra WADA e USADA: La realtà è che servirebbe una normativa più chiara per tutti, che non ponesse alcun tipo di dubbio e che imponesse anche una tempistica fissa per tutti. È proprio qui che secondo me ci sarà uno scontro, nel senso che è notizia fresca il fatto che USADA abbia deciso di congelare il contributo annuale alla WADA, e sono tanti soldi. Da quel che si capisce WADA risponde togliendo membri di USADA da collegi direttivi e cose di questo tipo. Sinceramente però se io fossi a capo dello sport italiano, e quindi in un modo o nell’altro NADO Italia dipendesse anche da me, mi porrei una serie di interrogativi non legati a Sinner ma in generale alla normativa. Io pretenderei di avere una normativa diversa, con degli interventi volti a regolarizzare alcune situazioni, in particolare quella legata alla catalogazione delle sostanze. Qualora WADA rispondesse ‘no, andiamo avanti per la nostra strada’, io seguirei l’indirizzo degli Stati Uniti. Qui o si cambia registro dando più credibilità a tutte le situazioni, o sennò non ha senso sprecare risorse in quel modo. Non sono totalmente d’accordo con la posizione di USADA, che sta forzando la mano per una serie di vicende che sono state interpretate in maniera diversa rispetto a WADA e poi si è creato un contrasto, però è evidente che nell’ultimo anno si è parlato dell’agenzia antidoping in toni negativi. Le critiche sono arrivate un po’ dappertutto e vanno prese in considerazione, perché non si può pensare di gestire le operazioni in questo modo anche negli avvenire. E non è una riforma del codice che entrerà in vigore nel 2027 a cambiare le carte in tavola. Serve molto di più. Serve più trasparenza, serva una tempistica chiara, serve una rivisitazione totale delle sostanze con una diversa collocazione nelle varie categorie, ammesso e non concesso che abbia ancora senso avere tre categorie differenti, perché la terza riconduce fondamentalmente alle sostanze stupefacenti, che non prendi per uso sportivo ma che in qualche modo ti rimangono nel sangue in un controllo all’interno di un evento o fuori da un evento. Secondo me c’è tanto da fare. È arrivato il momento in cui è necessario cambiare indirizzo e marcia. USADA per me non vede questa volontà di cambiare da parte di WADA, quindi decide di congelare il contributo in attesa di segnali. Però se questi segnali non arrivano, credo che altri Paesi debbano in qualche modo allinearsi a USADA. Dopodiché si creano grossi problemi perché a capo di tutto c’è il CIO e avere delle posizioni così intransigenti come quella di USADA significa andare anche contro il CIO, con tutte le problematiche del caso. Gli Stati Uniti ospiteranno i Giochi Olimpici nel 2028. Comunque non è normale che uno dei due principali finanziatori di WADA all’improvviso dica ‘basta, non ci stiamo più a questo gioco’. Non so se ci rendiamo conto, è una situazione di estrema gravità che deve portare tutti ad avere dei dubbi riguardo la situazione attuale“.

VIDEO: LA PUNTATA COMPLETA DI TENNISMANIA