Trump primo presidente Usa pregiudicato, condannato (ma senza pena) per il caso Stormy Daniels. E il giudice gli augura buona fortuna
Il giudice di New York, Juan Merchan, ha condannato Donald Trump per il caso dei pagamenti alla pornostar Stormy Daniels. Ma il nuovo presidente Usa, che tornerà alla Casa Bianca tra 10 giorni, non andrà in carcere e non riceverà neanche una multa. La condanna comunque macchia la fedina penale di Trump. Tra i poteri della presidenza degli Stati Uniti “non c’è” anche quello “di cancellare il verdetto di una giuria”, ha detto il giudice confermando la colpevolezza, ma emettendo una sentenza di “rilascio incondizionato”, vale a dire senza nessuna imposizione di pena, per tutti i capi di imputazione. Il giudice ha spiegato, subito dopo la lettura della sentenza, che la decisione di non comminare alcuna pena è stata determinato dal suo imminente ritorno alla Casa Bianca. “Sono stati i cittadini di questa nazione a decidere che lei debba godere di protezioni come la clausola di supremazia e l’immunità presidenziale”, ha detto il giudice rivolgendosi al presidente eletto al quale alla fine ha augurato “buona fortuna per il secondo mandato“. Prima della sua rielezione, Trump rischiava la libertà vigilata o fino a quattro anni di carcere. Così il prossimo 20 gennaio Trump diventerà il primo presidente della storia americana con una condanna penale.
Trump: “Caccia alla streghe politica” – Lo scorso maggio, il presidente eletto è stato riconosciuto colpevole di 34 capi di imputazione per falsificazione della contabilità aziendale per coprire il pagamento in nero nel 2016 alla pornostar, che minacciava di rivelare i dettagli di un suo passato incontro con il tycoon. “È stata una caccia alle streghe politica, con l’obiettivo di danneggiare la mia reputazione”, ha detto Trump intervenendo, da remoto, nell’aula di New York prima della lettura della sua sentenza di condanna. “La verità è che sono totalmente innocente, non ho fatto nulla di sbagliato“, ha aggiunto. “Hanno visto il vostro processo e hanno capito”, ha detto il neopresidente riferendosi agli elettori: “Questo caso è stata una brutta esperienza ed un fallimento del sistema giudiziario di New York“. “L’evento di oggi è stata una farsa spregevole e, ora che è finito, faremo appello contro questa bufala che non merito”. ha scritto Trump sul suo social Truth.
La decisione della Corte Suprema – Poco prima la Corte Suprema ha bocciato, con 5 voti contro 4, la richiesta di rinvio che era l’ultima speranza del tycoon di evitare l’udienza. Decisivi sono stati i voti del giudice capo della Corte, John Roberts, e della giudice, Amy Coney Barrett, nominata da Trump nel suo primo mandato, che si sono uniti ai tre giudici liberal nel negare la richiesta degli avvocati del presidente eletto che avevano affermato che la lettura della sentenza sarebbe stata “una grave ingiustizia e danno all’istituzione della presidenza”. Argomento che è stato invece accolto dagli altri quattro giudici conservatori, Clarence Thomas, Samuel Alito, Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh, questi ultimi due anche nominati da Trump. Nella decisione della maggioranza si spiega che la richiesta di rinvio viene rigettata perché si tratta di un “processo di un corte statale che deve essere affrontato con il normale corso degli appelli”. Ed inoltre si sottolinea che “il peso che la sentenza imporrà sulle responsabilità del presidente eletto è relativamente inconsistente dal momento che il giudice ha espresso l’intenzione di imporre il rilascio incondizionato”.
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