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Terzo mandato, oggi il Consiglio dei ministri impugna la legge campana dello ‘sceriffo’ De Luca

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Terzo mandato, il governo procede con il no. Oggi il Consiglio dei ministri darà il via libera all’impugnativa davanti alla Corte costituzionale della legge regionale della Campania che autorizzerebbe il terzo mandato del governatore. Lo ha anticipato la premier Giorgia Meloni  nel corso della lunga conferenza stampa di fine anno. “Partendo dal caso della Campania, c’è intanto un tema di metodo”, chiarisce. “Gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione e approfondimenti per capire, in base all’articolo 122 della Costituzione, se la questione sia di competenza dello Stato nazionale o sia nella facoltà delle Regioni di autodeterminarsi”. La premier non ha nascosto davanti ai giornalisti le diverse posizioni all’interno dell’esecutivo.

Terzo mandato, oggi l’impugnativa del governo alla legge De Luca

“In maggioranza non c’è un’unica posizione, non c’è accordo. Io penso sarebbe incoerente rispetto a quello che riguarda i sindaci e al fatto che nella riforma del premierato abbiamo messo il limite ai mandati”. Poi ha aggiunto: “Può servire un’iniziativa per armonizzare tutti gli ambiti, ne siamo disposti a parlare ma a oggi non mi pare si possa intervenire uno sì, uno no. Non sarebbe coerente per le istituzioni nel loro complesso”. Del resto oggi è  il termine utile per impugnare la legge regionale della Campania voluta dal governatore dem Vincenzo De Luca, contro lo stesso parere del Nazareno. Il testo dell’impugnativa è stato messo a punto tra il ministero per le Riforme e quello per gli Affari regionali.

L’escamotage di De Luca per aggirare la legge nazionale

Per potersi ricandidare per la terza volta il governatore sceriffo ha escogitato una sorte di trucco per aggirare la legge nazionale del 2004. Che  stabilisca in maniera inequivocabile il limite di due mandati consecutivi per i presidenti di Regione. L’escamotage di De Luca è quello di far valere il calcolo dal mandato in corso e non dalla prima elezione del 2015. “Il computo di due mandati consecutivi decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”. Così recita la legge regionale approvata il 5 novembre scorso. Legge alla quale in via diretta si può opporre solo il governo entro 60 giorni, appunto. Ma se è vero che quella elettorale è materia concorrente tra Stato e Regioni, la disposizione contenuta nella legge nazionale del 2004 è così precisa da essere auto-applicativa, senza cioè bisogno di essere recepita.

Tra i possibili scenari anche le dimissioni immediate

Non è possibile prevedere la reazione del governatore campano, vista anche l’imprevedibilità del personaggio, che Elly Schlein ha giurato di mandare in pensione all’indomani della vittoria alle primarie del 2023. Una delle ipotesi circolata prevede le sue dimissioni immediate in modo da tentare la rielezione, sia pure sub iudice, prima della pronuncia della Consulta.Ma sarebbe una scelta molto rischiosa, visto che i giudici costituzionali potrebbero optare per la sospensiva in base alla legge 87 del 1953 sul funzionamento della Corte. L’efficacia della disposizione impugnata può essere infatti sospesa “per evitare irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico o ai diritti dei cittadini”.

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