Trump avverte Hamas: “Se non rilascerà gli ostaggi, sarà l’inferno”. E su Panama e Groenlandia…
Lunga conferenza stampa, dalla sua residenza da Mar-a-Lago, per Donald Trump. L’incontro con i cronisti, il primo dell’anno, arriva all’indomani della proclamazione e a meno di due settimane dalla cerimonia di insediamento, che si terrà il 20 gennaio. «Ereditiamo una situazione difficile dall’Amministrazione uscente» e «fanno di tutto per renderla ancora più difficile», ha detto il presidente eletto, che ha rivendicato come durante la sua precedente presidenza gli Usa non fossero stati coinvolti in scenari bellici. «Noi abbiamo sconfitto l’Is, non abbiamo avuto guerre. Ora eredito un mondo in fiamme con la Russia, Ucraina e Israele», ha detto Trump, bollando come un «fiasco» la politica internazionale di Joe Biden e annunciando tra i suoi primi provvedimenti l’abolizione del recentissimo divieto per le trivellazioni offshore. «Drill, baby drill!», ha detto, ripetendo uno degli slogan della sua campagna, in riferimento al ritorno alle perforazioni e all’estrazione di petrolio e gas naturale.
Trump: “Se Hamas non rilascia gli ostaggi succederà l’inferno”
Trump ha avvertito che se gli ostaggi in mano di Hamas non saranno rilasciati prima del suo insediamento, «succederà l’inferno in Medio Oriente». «Non sarebbe bene per Hamas e non sarebbe bene, francamente, per nessuno. L’inferno scoppierà, non voglio dire di più ma è questo», ha sottolineato, aggiungendo che «non ci sarebbe mai dovuto essere» il 7 ottobre.
Nella conferenza stampa è intervenuto anche Steve Witkoff, che sarà l’inviato di Trump in Medio Oriente. I negoziati, ha detto, «stanno facendo molti progressi» verso un accordo per il rilascio degli ostaggi, ribadendo di sperare «veramente che entro l’inaugurazione avremo delle buone cose da annunciare a nome del presidente». «È il presidente, la sua reputazione, le cose che ha detto che stanno guidando i negoziati e così si spera che le cose funzioneranno e salveremo delle vite», ha concluso, annunciando che tornerà a Doha dove si apre un nuovo round di negoziati.
L’Ucraina nella Nato e l’accusa a Biden: “Ha fatto saltare l’accordo”
Per quanto riguarda la Nato, il presidente eletto ha rilanciato sulla spesa militare che a suo avviso va portata «al 5% non al 2% del Pil» e ha fatto un passaggio sull’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza dicendo di «poter capire» perché la Russia non lo vuole. «La Russia per molti anni ha detto che non si sarebbe mai potuto avere un coinvolgimento della Nato con l’Ucraina. Questo è stato come scritto nella pietra. E Biden ha detto che no, dovrebbero poter entrare nella Nato. Allora la Russia ha qualcuno proprio sulla soglia di casa. Potrei capire i loro sentimenti al riguardo», ha aggiunto Trump, spiegando che «quando ho sentito il modo in cui Biden stava negoziando, gli ho detto: “Finirai in una guerra”. E così è stato. Ma potrebbe esserci un’escalation che renderà la guerra molto peggio di come è adesso». «Io – ha aggiunto – sono convinto ci fosse un accordo che Biden ha fatto saltare, e quell’accordo era soddisfacente per l’Ucraina e per tutti gli altri. Ma Biden ha detto “no, l’Ucraina deve essere parte della Nato”».
Su Panama e Groenlandia «non escluso» l’uso dell’esercito
Guardando ai “vicini” deli Usa, il presidente eletto ha lanciato una provocazione sul fatto che avrebbe intenzione di «cambiare il nome del Golfo del Messico», ribadendo le minacce di consistenti dazi contro il Messico e il Canada se questi non bloccheranno il flusso dei migranti. «Noi cambieremo il nome del Golfo di Messico in Golfo d’America, un bellissimo nome, appropriato», ha detto, aggiungendo poi di non escludere l’uso di forza militare e misure economiche per portare il canale di Panama e la Groenlandia sotto il controllo degli Usa. «Non posso assicurarlo per nessuna delle due cose», ha detto rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva se escludeva «la forza militare o la coercizione economica».
«Abbiamo bisogno di sicurezza economica, il canale di Panama è stato costruito dai militari, non mi impegno ora a fare questo, potrebbe essere quello che dovremmo fare qualcosa», ha aggiunto sottolineando che il canale di Panama «è vitale per il nostro Paese, ora è gestito dalla Cina, noi abbiamo dato il canale a Panama non alla Cina, e loro ne hanno abusato». Riguardo alla Groenlandia, dove oggi si è recato in visita il figlio Donald Trump jr, il tycoon ha ribadito che gli Usa devono ottenerne il controllo per motivi di «sicurezza nazionale», affermando che la «nessuno sa se la Danimarca ha un diritto legale» e facendo riferimento che la popolazione dell’isola potrà «decidere sull’indipendenza».
Trump: «Questa sarà l’età dell’oro dell’America, torneranno a rispettarci»
«Questa sarà l’età d’oro dell’America, avremo di nuovo un grande Paese, al momento abbiamo un Paese sotto assedio, nessuno ci rispetta all’estero, ma ora lo fanno, la premier italiana sapete è venuta qui la notte scorsa, ha fatto toccata e fuga, voleva vedermi», ha detto poi Trump, in conclusione della sua conferenza stampa, facendo riferimento alla visita di sabato di Georgia Meloni a Mar a Lago e rivendicando anche «il grande rispetto» che gli è stato mostrato da tutti «quando sono andato alla cattedrale» di Notre Dame a Parigi.
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