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Inflazione: in Europa in rialzo e in Italia stabile. Frena il carrello della spesa

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L’inflazione in Europa accelera, mentre in Italia si ferma sotto le aspettative. Secondo i dati preliminari di dicembre diffusi da Eurostat e Istat i prezzi nell’area euro sono saliti del 2,4% (rispetto al 2,2% di novembre) e in Italia dell’1,3% (contro l’1,6% atteso), con i prezzi al consumo in crescita media dell’1% nel 2024 contro il +5,7% del 2023. Quindi? Il rialzo europeo potrebbe frenare la Bce. Si potrebbe allontanare il ventilato maxi taglio dei tassi di 50 punti nella prossima riunione di Francoforte e rallentare quel cambio di passo auspicato da molti economisti che, interpellati dal Financial Times, hanno criticato Lagarde &Co per una politica dei tagli “troppo lenta”.

Secondo la stima flash di Eurostat, l’inflazione a dicembre nell’Eurozona ha raggiunto il 2,4%, spinta dalla componente dei servizi, che segna un incremento del 4% (dal 3,9% di novembre). Seguono i prodotti alimentari, alcolici e tabacco con un aumento del 2,7%, i beni industriali non energetici (+0,5%) e l’energia, che mostra un modesto rialzo dello 0,1%. Un’accelerata rispetto a novembre e agli ultimi mesi del 2024.

In Italia, i dati preliminari dell’Istat mostrano invece un quadro sotto alle attese. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (al lordo dei tabacchi) si attesta a dicembre a + 0,1% sul mese e a +1,3% sull’anno, stabile rispetto a novembre. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo registra un incremento annuo dell’1,4%, in calo rispetto all’1,5% di novembre. L’inflazione di fondo, al netto dei beni energetici e alimentari freschi, cala rispetto al mese precedente, fermandosi all’1,8. A frenare sono i prezzi degli alimentari non lavorati (+2,5% contro il +3,8% di novembre) e dei beni durevoli (-1,9%), mentre corrono gli energetici regolamentati (+11,9%). A provocare quel lieve + 0,1% sono gli aumenti dei servizi relativi ai trasporti (+1,4%) e degli energetici regolamentati (+0,8%). Meglio in dicembre il carrello della spesa. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, sono cresciuti dell’1,9% su base annua, contro il +2,3% di novembre.

Guardando al 2024 l’anno si chiude per l’Italia con una crescita media dei prezzi dell’1,0%, molto lontano dal +5,7% del 2023. Motivo? La forte discesa dei prezzi dei beni energetici (-10,1% nel 2024 dal +1,2% del 2023) e il rallentamento dei prezzi alimentari (+2,3% nel 2024 dal +9,8% del 2023).

Sono arrivati anche i dati sulla disoccupazione italiana che, a novembre, segnano il livello più basso dall’inizio delle serie storiche nel 2004. Il tasso scende infatti al 5,7%, anche se quello giovanile segna un aumento al 19,2%. Su base mensile, il numero di occupati cala lievemente (-13mila) e il tasso di occupazione rimane stabile al 62,4%. Parallelamente, sale il tasso di inattività al 33,7% (+23mila inattivi soprattutto tra uomini e under35).

L'inflazione che cresce in Europa che impatto avrà sulla prossima decisione di politica monetaria della Bce, attesa per il 30 gennaio? Nel 2024, l’istituto guidato da Christine Lagarde ha adottato un approccio graduale, tagliando i tassi di interesse quattro volte fino al 3%, ma subendo critiche per la lentezza della sua azione, rispetto a quella della Federal Reserve. Il rialzo, lieve, dell’inflazione nell’Eurozona di dicembre potrebbe spingere Francoforte a confermare, di nuovo, la cautela nei prossimi tagli dei tassi.