Levone è ancora senza la chiesa e la Curia chiede giustizia in tribunale
LEVONE. Era l’alba del 3 giugno 2023, quando una Citroen C2 si schiantò contro il porticato del Santuario di Santa Maria della Consolazione, noto come Consolà, causando il crollo parziale di una parte significativa della struttura. Al volante c’era Sadir Abderrahim, residente in paese. Rimase illeso. L’uomo dichiarò di aver perso il controllo dell’auto a causa di un animale selvatico che gli aveva improvvisamente attraversato la strada.
Ad oggi l’edificio religioso, simbolo di devozione e tradizione per i fedeli di Levone e dei paesi vicini, è esattamente come quella mattina: semidistrutto. Intanto la Curia di Torino ha affidato all’avvocato rivarese Danilo Pastore, del Foro di Ivrea, il compito di reperire i fondi, oltre 250mila euro, per la ricostruzione. Ed il legale, dopo una serie di tentativi bonari per addivenire a una soluzione con l’assicurazione dell’automobilista ha deciso di portare la compagnia Sara davanti ad un giudice. La richiesta è chiara: un risarcimento di 250.000 euro per coprire i costi del restauro e compensare i danni morali subiti dalla comunità. Dall’altra parte l’offerta era di 12mila. Un mare, anzi, un oceano di differenza. Assistita dall’avvocato Pastore, la Parrocchia ha presentato un ricorso al Tribunale di Ivrea contro Sara spa assicuratore del veicolo coinvolto, e contro il conducente, Sadir Abderrahim. Udienza l’11 giugno davanti al giudice Federica Lorenzatti. L’impatto era stato devastante non solo per la struttura, «ma anche per la vita religiosa e sociale della comunità - dice Pastore - Le celebrazioni più importanti, come la processione del 20 giugno e le messe di Ognissanti e della festa patronale, sono state interrotte. Anche matrimoni e funerali, eventi fondamentali per la vita collettiva, non hanno potuto essere celebrati. Questo ha creato un vuoto emotivo e spirituale profondo nella popolazione, che da sempre trova nel Santuario un luogo di aggregazione e conforto». Secondo la relazione storico-artistica allegata al progetto di ricostruzione, il Santuario rappresenta un luogo di culto unico, costruito nel 1774 intorno a un pilone votivo ritenuto miracoloso. La cappella originaria, progettata da Giuseppe Ogliani o, secondo altre fonti, dall’ingegnere Francesco Mollo, venne successivamente ampliata nel XIX secolo con l’aggiunta di un portico per accogliere un numero crescente di fedeli. L’urto del veicolo ha causato il crollo di parte di questo portico, distruggendo una testimonianza architettonica di grande valore devozionale e storico.
Il Santuario, tutelato come bene culturale dal Ministero della Cultura, presenta elementi architettonici e artistici unici, come il campanile triangolare e una serie di affreschi che raffigurano scene della vita di Cristo e dei Santi, opera di artisti locali del XIX secolo. Questi elementi non solo arricchiscono il valore artistico del luogo, ma rappresentano anche un simbolo tangibile della fede della comunità. Ogni dettaglio, dagli ex-voto alle decorazioni, racconta una storia di devozione e speranza. Le perizie tecniche hanno evidenziato l’entità dei danni e i costi necessari per riportare il Santuario al suo stato originario. Tuttavia, le offerte risarcitorie avanzate dall’assicurazione sono state ritenute insufficienti, portando così la questione in tribunale.