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L’Ecuador autorizza una base militare Usa nelle Galápagos, le proteste: “La riserva naturale rischia di essere devastata”

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Lotta al narcotraffico e alla pesca illegale. Sono queste le ragioni ufficiali con cui il governo ecuadoriano presieduto da Daniel Noboa del partito di destra neoliberista ADN ha concesso, contro la Costituzione del proprio Paese e allarmando le organizzazioni ambientaliste locali, l’installazione di una base militare statunitense presso l’arcipelago delle isole Galápagos. Un territorio unico al mondo, dichiarato patrimonio naturale dell’umanità dall’Unesco nel 1978 e divenuto celebre per le storiche osservazioni da cui lo scienziato britannico Charles Darwin trasse le conclusioni per la sua teoria evoluzionistica contenuta ne “L’origine della specie” nella seconda metà dell’ottocento.

La risoluzione, ufficializzata il 10 dicembre 2024, ha attuato un accordo di cooperazione militare sottoscritto fra Quito e Washington nel febbraio del 2024 che permetterà alle navi e agli equipaggi statunitensi di utilizzare le isole Galápagos per attività di controllo e pattugliamento della zona installando personale militare, armamenti, sottomarini e anche una pista di atterraggio nella riserva naturale. Una mossa che è utile strategicamente a Washington per aumentare la propria presenza e il proprio controllo militare in un continente dove la penetrazione economica e l’influenza politica della Cina, che minaccia direttamente la supremazia regionale degli Stati Uniti, è aumentata notevolmente nell’ultimo decennio.

Ma oltre alla violazione della Costituzione, che vieta di ospitare basi militari straniere sul territorio dello Stato, e alla minaccia alla sovranità dell’Ecuador, come denunciato da una parte dell’opposizione al governo, una delle principali preoccupazioni interne riguarda le possibili conseguenze dannose per la tenuta dell’intero ecosistema dell’arcipelago che la stessa Unesco definisce “di eccezionale valore universale” nella sua dichiarazione. Le 19 isole che compongono le Galápagos sono infatti caratterizzate da un ambiente fragile e di un raro livello di biodiversità nonché dalla presenza di un elevato numero di specie endemiche tra cui tartarughe giganti, pinguini, fringuelli, falchi e iguane e altre specie marine che, secondo i critici, rischiano di essere messe in pericolo con l’introduzione di dispositivi bellici e regolari attività militari.

Come sottolineato in un comunicato diffuso dalla “Coalizione contro l’intervento militare alle Galápagos”, l’arcipelago, che è “protetto da rigide politiche ambientali” emerse nel corso degli anni, rischia di essere “devastato” dalle attività militari che sono definite “incompatibili” con lo stato di riserva naturale che interessa le isole, che potrebbero subire dei potenziali danni legati al rilascio di metalli pesanti, all’alterazione dei modelli migratori per le specie animali e alla contribuzione significativa di emissioni di anidride carbonica. La stessa coalizione sottolinea inoltre come le comunità locali che abitano le Galápagos, che ammontano a più di 30mila cittadini, non siano state minimamente coinvolte nel processo di progettazione delle infrastrutture che verranno edificate. Inoltre, precedenti attività militari statunitensi presso la località ecuadoriana di Manta hanno fatto registrare in passato “casi di abusi, violazioni e danni all’economia” che oggi generano timori nelle popolazioni locali.

Ilfattoquotidiano.it ha raggiunto Cristina Cely, dottoressa in medicina veterinaria e zootecnia e direttrice dell’organizzazione ambientalista One Health Ecuador, per un’analisi sull’impatto ambientale dell’imminente militarizzazione delle Galápagos. “Non c’è una sufficiente informazione su quello che significa permettere la presenza militare degli Stati Uniti nelle Galápagos. Non è noto se questa coinvolgerà navi o anche aerei e quando e come a questi mezzi sarà permesso di circolare” afferma Cely. “Sarebbe innanzitutto importante capire se sono stati condotti studi o analisi sull’impatto ambientale di questa decisione e inoltre occorre ricordare – precisa Cely – che il traffico aereo e navale può gravemente danneggiare le molteplici specie migratorie di uccelli presenti nell’arcipelago. E lo stesso vale per le specie marine, come ad esempio i cetacei che possiedono un sistema di sonar biologico che potrebbe essere compromesso dai suoni generati dal traffico marittimo”.

L'articolo L’Ecuador autorizza una base militare Usa nelle Galápagos, le proteste: “La riserva naturale rischia di essere devastata” proviene da Il Fatto Quotidiano.