ru24.pro
World News in Italian
Декабрь
2024

Dall’anello di Mou alle panchine con Ranieri: il 2024 nero di capitan Pellegrini

0
Il 2024 di Lorenzo Pellegrini, così come quello di tutta la Roma, è stato un anno caratterizzato da molte ombre e davvero poche luci. Un'annata complicata, segnata dal susseguirsi di quattro allenatori cambiati nel giro di 10 mesi. Il rendimento della squadra ora sembra essere in una fase di ripresa, grazie soprattutto al ritorno di Sor Claudio Ranieri in panchina, ma se molti giocatori sembrano aver trovato la strada per risalire, ce ne sono altri che invece non riescono ad uscire dalle sabbie mobili e, per ovvi motivi, uno su tutti salta agli occhi ed è proprio il capitano della Roma. Pellegrini, nel 2024, ha vissuto una fase di (lieve) rinascita solo con l'arrivo di Daniele De Rossi alla guida della squadra, per il resto sono stati decisamente più i momenti difficili, che ancora durano e che al momento, con tutta probabilità, lo porteranno a cercare di risollevarsi lontano dalla Capitale. Martedì 16 gennaio la Roma, due giorni dopo la sconfitta per 3-1 subita per mano del Milan a San Siro, ha deciso di separarsi da José Mourinho. Al centro del progetto, nelle prime due stagioni dell'allenatore portoghese, sembrava esserci proprio capitan Pellegrini: 89 presenze in 93 gare in cui era a disposizione (17 partite le ha saltate per infortunio o squalifica) nelle annate 2021-22 e 2022-23, condite da 22 gol e 17 assist. In campionato, però, la Roma faticava a replicare le imprese europee, tanto che il tecnico di Setubal nelle 96 panchine in giallorosso in Serie A ha registrato una media punti di 1.61 a partita (la più bassa tra gli allenatori con almeno 50 gare alla guida del club nell’era dei tre punti a vittoria). L'annata 2023-24 non è stato eccellente, e ne ha risentito anche il numero 7: 16 presenze nelle 19 gare con il tecnico portoghese alla guida, appena 3 gol e 2 assist messi a referto in quella che sarebbe potuta essere la stagione della consacrazione. L'esonero per Mourinho è stata una brutta tegola, aggravata anche dal fatto di essersi sentito tradito proprio dal suo capitano. I muri di Trigoria hanno raccontato di un rapporto completamente cambiato rispetto all'inizio. A caratterizzare il giorno dell'addio del tecnico portoghese è stato un episodio emerso nelle settimane successive, che ha visto protagonista proprio Lorenzo Pellegrini. I due si sarebbero salutati a stento, e Mourinho avrebbe lasciato nell'armadietto del capitano un anello che la squadra gli aveva regalato per celebrare la vittoria della Conference. Tutto sarebbe stato accompagnato anche da un biglietto al veleno. Il numero 7 solo diverso tempo dopo ha cercato di chiarire: "Tra me e Mourinho non ci sono problemi, ci siamo chiariti. Quello che dovevamo dirci ce lo siamo detto". Con De Rossi la Roma è uscita dalla "crisi" di gioco e risultati vista nelle ultime settimane di Mourinho: sette vittorie nelle prime otto partite in campionato per un totale di 18 punti e una risalita significativa verso un piazzamento al quarto posto, oltre al passaggio del turno in Europa League. Con il cambio in panchina, sono stati molti gli elementi della squadra a rivitalizzarsi, guidati proprio da Pellegrini. Il capitano, con De Rossi, ha giocato 25 partite (una gara la saltò per squalifica), con 7 gol e 3 assist: una delle sue migliori annate in giallorosso dal 2022. La stagione è finita così, la presenza dell'ex numero 16 sulla panchina sembrava essere stata la medicina giusta per i calciatori della Roma che avevano ritrovato l'entusiasmo di scendere in campo. Per questo la società ha deciso di portare avanti il progetto con De Rossi, ma a settembre qualcosa sembrava già cambiato. A dire il vero i giocatori erano felici della permanenza di Daniele, la società un po' meno. Fatto sta che i risultati non sono arrivati come qualcuno si aspettava e dopo il pareggio di Marassi contro il Genoa, De Rossi è stato esonerato (non solo per questioni sportive). La squadra, come raccontato dallo stesso capitano giallorosso pochi giorni dopo, non voleva né si aspettava un epilogo del genere, ma lui stesso fu tacciato dalla tifoseria di essere stato uno degli artefici di questa improvvisa separazione. "Pellegrini, Mancini e Cristante hanno fatto i pazzi per far restare De Rossi, bisogna che la gente sappia la verità", rivelerà poi Ranieri a fine novembre, spegnendo parzialmente il fuoco polemico (almeno per le questioni extra-campo) attorno al 7. La società ha scelto Ivan Juric per sostituire De Rossi, con una piazza ancora più inferocita per l'inizio stagionale negativo e delusa dai comportamenti dei propri "senatori", Pellegrini in testa. Una Roma da ritrovare per il tecnico croato, che ha sempre parlato come di una sorta di choc dal quale tutti sembravano non riprendersi, per l'addio di De Rossi. E a quanto pare uno dei calciatori che ne ha più risentito è stato proprio Pellegrini che ha cominciato a stentare a trovare la sua dimensione in campo. "Quando Juric è arrivato era un giorno di tristezza, ma lui è stato eccezionale nel farla diventare voglia di cambiare le cose", ha affermato il capitano in conferenza stampa alla vigilia della disfatta europea contro l'Elfsborg. "Siamo stati fortunati a trovare un uomo, prima che un professionista, che ha saputo capire la tristezza del momento e trasformarla in voglia di stravolgere le cose". Con l'ex Torino alla guida sono state 10 le presenze del 7 giallorosso, con due sfide saltate per problemi muscolari e appena 2 assist a referto. Non sono mancati, però, momenti di crisi, come l'esclusione dal 1' per scelta tecnica nella vittoria contro il Torino del 31 ottobre (partita che lo vide comunque subentrare per gli ultimi 25 minuti di gara) e la scelta di proporre Pisilli al posto del capitano. "Mi aspettavo, come idea, di avere di più. Se Pisilli mi dà più garanzie gioca lui anche se è un ragazzino e Pellegrini è il nostro capitano", aveva dichiarato Juric il 9 novembre, alla vigilia della sconfitta fatale contro il Bologna. Dopo l'addio di Juric e il terzo ritorno di Ranieri sulla panchina giallorossa, probabilmente, Pellegrini pensava di poter tornare al centro del progetto giallorosso. Ranieri non ha mai nascosto le difficoltà del capitano, confermando pubblicamente il suo stato di agitazione e il suo sentimento di responsabilità nei confronti dei colori di cui indossa la fascia. "Pellegrini è introverso, ma ora deve reagire alle avversità", ha ammesso Sir Claudio il 22 novembre, pochi giorni dopo il suo ennesimo insediamento a Trigoria. Ma anche "deve riattaccare la spina, nella mia carriera ho avuto due centrocampisti fenomenali a far gol che sono Lampard e Pellegrini", per fargli sentire la propria fiducia. Ieri all'89esimo l'errore clamoroso a tu per tu con Maignan sul passaggio illuminante di Dybala, che sarebbe potuto valere tre punti fondamentali per la Roma. Pur dichiarando di non aver mai parlato col 7 del proprio futuro, Ranieri ha sempre predicato una serenità che però sembra tardare ad arrivare (sempre che ci sia ancora tempo a disposizione). Appena 5 le presenze (con 1 gol) per Pellegrini, solo due da titolare, con il tecnico testaccino alla guida, che contro il Milan lo ha relegato in panchina per la settima volta (in quattro occasioni neanche è sceso in campo) nelle ultime nove gare giocate dalla Roma. “Mi auguro rimanga ma deve essere contento anche lui, è la cosa più importante", aveva dichiarato Ranieri nella conferenza stampa a due giorni dalla trasferta di San Siro. “Certamente non è contento delle panchine, è normale e guai se lo fosse. E' dispiaciuto ma è attaccato alla Roma e cerca sempre di fare il massimo”, ha proseguito Sir Claudio nel pre-gara ai microfoni di DAZN. Nonostante l'ingresso in campo nella ripresa di Milan-Roma, giudicato positivo dall'allenatore giallorosso, l'avventura di Pellegrini alla Roma sembra essere destinata ad arrivare ben presto al capolinea. Nelle ultime settimane si era parlato di un possibile scambio con il Napoli e Raspadori, ma il capitano giallorosso guadagna 6 milioni a stagione (troppi per i partenopei, che non vogliono sforare il loro tetto stipendi) e l'attaccante azzurro sembra aver riconquistato la piazza dopo il gol-vittoria al Venezia. Sulle tracce del 7 c'è anche la Fiorentina, che sta cercando un nuovo innesto a centrocampo, e l'Inter, sempre attenta ai giocatori in scadenza di contratto o in rotta con i propri club ma in ottica giugno. Già, la questione contratto: il legame tra la Roma e il proprio capitano terminerà nel 2026 e, al momento, non ci sarebbe la volontà di proporre un rinnovo: tutto pende verso l'addio, a gennaio o, più probabilmente, in estate. Marcello Spaziani