Tour de Ski: Tre Cime per un ultimo dell’anno già decisivo a Dobbiaco. Pellegrino prova a tenere Klaebo e i norvegesi
Dopo il giorno di riposo che segue l’accoppiata sprint-15 km, al Tour de Ski si è già pronti a riprendere la marcia che porterà al Cermis. Una marcia che passa quasi immancabilmente da una delle zone più iconiche di Dobbiaco e dintorni, la Vista Tre Cime che in quest’occasione farà da grande cornice all’evento a tappe.
Vi si disputa la 20 km a tecnica libera con partenza a intervalli, che potrebbe già cominciare a creare i primi distacchi seri e a far capire chi potrà vincere quest’edizione del Tour de Ski. Per adesso tutte le fiches sono puntate su Johannes Hoesflot Klaebo, perché il fuoriclasse norvegese è stato senza rivali nella sprint e anche nella 15 km mass start non ha lasciato scampo ai suoi rivali. Una chiave fondamentale, parlando con i connazionali di VG, l’ha individuata lui stesso: essere arrivato all’evento in salute, cosa che ha per lui fatto tutta la differenza del mondo.
La classifica riesce già a dargli ragione, del resto: ha più di mezzo minuto di vantaggio sulla concorrenza, e precisamente 34 sul francese Richard Jouve e 36 su Federico Pellegrino. Il fondista di Nus finora si è difeso bene, e se nella sprint non è riuscito a raggiungere quella finale in cui sperava ardentemente, in uno stile classico che suo decisamente non è mai stato ha saputo limitare benissimo i danni. Anzi, l’ottavo posto è arrivato senza quasi pagare alcunché in termini di tempo rispetto a Klaebo. Sono questi alcuni dei segnali che fanno sperare in una possibilità, per Pellegrino, di essere protagonista quando ci si sposterà da Dobbiaco alla Val di Fiemme.
Ciò chiaramente non toglie che siamo di fronte a una grande quantità d’incognite, che si legano a un tipo di prova che rappresenta un fatto nuovo nello storico del Tour de Ski. Lo stesso Klaebo ha chiaramente fatto capire che esiste un rischio concreto di vedere il campo partecipanti diminuire drammaticamente, non solo per la particolare durezza della prova e per il fatto di doverla affrontare in solitaria, ma anche perché esiste un limite temporale. Si deve infatti rimanere nel 30% del tempo del vincitore: questo mette a rischio la presenza di parecchi che puntano l’altra sprint, quella in classico del 3 gennaio in Val di Fiemme.