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Umiltà e un centrocampista in più per ritrovare l’equilibrio. Dal mercato capiremo le vere ambizioni

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La Juventus è sempre un’occasione per dimostrare, per andare oltre, per togliersi delle soddisfazioni e far godere il Popolo Viola. Questa volta è anche l’occasione giusta per ripartire dopo due sconfitte che sanno molto di maledetto imprevisto. Siamo a un bivio, se volete. Da una parte c’è una freccia con su scritto “Siamo tornati”, dall’altra parte si va verso l’ignoto. Chi siamo? Dove andiamo? Sono le domande più classiche del mondo e in questo caso stanno bene anche alla recentissima storia della Fiorentina. Sono sicuro che questa squadra abbia ancora dentro la forza, la compattezza e la voglia di quei tre mesi passati con l’acceleratore schiacciato, sono certo che abbia ancora voglia di stupire e soprattutto ne abbia ancora le possibilità. Come dimostrarlo? Ripartirei dall’umiltà, una parola che è circolata molto sulla bocca dei dirigenti viola dopo la sconfitta con l’Udinese (la peggiore delle due). Non credo sia un caso, senza l’umiltà diventa tutto più complicato e del resto ho sentito anch’io troppi proclami, troppa euforia in certe parole (anche dell’allenatore). Bene. Se queste parole servono per caricare e stimolare il gruppo sono ovviamente benvenute, se invece la Fiorentina è davvero convinta di essere già pronta così com’è per poter lottare per lo scudetto o per la Champions, allora serve davvero un bagno di umiltà. La Fiorentina fino ad oggi ha stupito tutti, è una delle rivelazioni del campionato perché tutti quanti hanno messo qualcosa in più, avevano motivazioni forti, anche un po’ di rabbia, voglia di rivincita per se stessi e nei confronti di chi non li aveva capiti fino in fondo. Con umiltà, appunto, si sono rimboccati le maniche e i risultati sono arrivati. Se adesso si pensa davvero che senza lottare, senza andare in campo con la voglia di arrivare primi su tutti i palloni, con la voglia di stupire, possano arrivare ancora certi risultati, è la volta che il pallone ti presenta il conto. Domenica sera capiremo molte cose e, lo ripeto, una sfida come questa può aiutare nel recupero totale delle motivazioni. La Juve è a pari punti, ma ha giocato una partita in più. Il Milan e la Roma sono dietro o molto dietro. Anche sulle delusioni degli altri si devono alimentare le ambizioni viola. Il concetto di umiltà, però, lo vorrei applicare anche allo schieramento, alla tattica, che non mi sono affatto piaciuti nelle ultime partite. Purtroppo il caso Bove è lo spartiacque di tutto quello che sta succedendo. L’allenatore era stato tatticamente umile quando aveva studiato l’utilizzo del giovane centrocampista romano in una posizione a galleggio tra centrocampo e attacco, un uomo in più nelle due fasi, offensiva o difensiva, a seconda dello sviluppo delle azioni e della partita. La mossa aveva dato grande equilibrio a una squadra che all’inizio della stagione faticava a trovarlo e non era solo una problema di difesa a tre o a quattro. Senza Bove, forse stimolato dalle otto vittorie consecutive, forse convinto che questa squadra potesse funzionare lo stesso, l’allenatore ha squilibrato. Beltran non è Bove. Sottil non è Bove. Gudmundsson non è Bove. Morale? Tutti e tre sono attaccanti, la fase difensiva la fanno, cercano di applicarsi, ma sono pur sempre attaccanti. E’ mancata la gamba, è mancata la fisicità e ai due centrocampisti (Cataldi e Adli) è mancato un aiuto fondamentale per non andare in inferiorità numerica. Il Bologna partito con due centrocampisti come la Fiorentina ha vinto nel secondo tempo quando Italiano ha inserito un uomo in più (Ferguson) in mezzo al campo. Anche l’Udinese ha preso in mano la partita appena i tre sottopunta viola hanno cominciato a correre meno in aiuto del centrocampo. Anche il modesto Vitoria in Conference ha comandato la gara. Il 4-2-3-1 con tre attaccanti dietro a Kean potrebbe funzionare e potrebbe essere intrigante se i tre (soprattutto Gudmundsson, ma anche Colpani) fossero al top della condizione fisica e mentale. E invece non lo sono. Ecco allora il concetto di umiltà tattica: serve un centrocampista in più. Magari passando al 4-3-3 con Mandragora o Richardson e due esterni o al 4-3-2-1 con Gudmundsson e Beltran dietro a Kean. La Juve di solito alza molto la difesa, forse è preferibile un contropiedista come Sottil, resta il fatto che Adli e Cataldi vadano protetti e aiutati con la Fiorentina che deve ritrovare quella compattezza e quella rabbia che hanno stupito tutti. Tornare a stupire deve essere la parola d’ordine. Poi a Torino tornerà Dodò fondamentale con il suo movimento. E qualcuno dovrà far capire a Kean di giocare sereno, come sa, deve evitare il rischio di voler strafare: chi è lo ha già dimostrato. Insomma un bivio, come dicevamo. Poi tornerà il mercato e la società dovrà trovare idee e soluzioni come ha fatto in estate. E’ ormai chiaro che Palladino voglia meno giocatori possibile delle vecchia gestione, usciranno Biraghi e Christensen e lo sappiamo, Quarta torna al River, non è escluso che pure Kayode o Parisi lascino Firenze e la voce Koulibaly, esterno del Parma, può essere una traccia. Anche Ikonè mi pare abbia fatto il suo tempo. Arriva invece il difensore Valentini svincolato dal Boca e anche se qualcuno nei giorni scorsi ha rivenduto la notizia come nuova, ricordo agli smemorati che si sapeva fin dall’estate scorsa. Bastava aspettare. Sapete come la penso, l’ho scritto da tempo. Per sostituire Bove sarei andato subito a Empoli per prendere Fazzini. Anzi, l’avrei preso anche prima della sfortunata vicenda Bove, ma questo è un altro discorso. E’ giovane, ha talento, sa fare molti ruoli, può crescere, ma vediamo le dinamiche di mercato e la richiesta dell’Empoli che dovrebbe partire da un diecino. Non credo invece che il Genoa venderà Frendrup, non sarebbe il biglietto da visita giusto per il nuovo proprietario rumeno. Su Folorunsho il Napoli sta riflettendo, non era Quarta la contropartita giusta. Vedremo se basterà Biraghi più lauto conguaglio. Prenderei anche Berardi per sfruttare il momento e immettere un giocatore pronto subito, uno che fa la differenza, ma per la Fiorentina sembra un treno già passato. Sono convinto che sarà un mercato frizzante, la Fiorentina ci stupirà con nomi che ancora non sono circolati, perché la Champions può essere ancora un obiettivo e partecipare alla coppa più importante è l’unica strada che può trasformare la Fiorentina da società medio-alta a grande società. Se entri nel modo giusto, per restarci, nei meccanismi calcistici ed economici della Champions non ne esci più. E l’Atalanta lo dimostra.