Cecilia Sala, parte lo sciacallaggio da sinistra. Ma consigli non ne servono: parola di Crosetto
La sinistra già sciacalla sull’arresto di Cecilia Sala, ma dire che non ce lo si potesse aspettare sarebbe stravagante… La notizia sconcertante dell’arresto in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala fa il giro del web e mobilita in chiave bipartisan il mondo della politica, con la sinistra d’opposizione che non manca l’occasione di fare proclami e richiami al governo. Così, da Renzi a Schlein e Boldrini, passando per Conte e Giani. E fino a Bonelli e Magi, tra apprensione e richiami all’ordine, non c’è parlamentare o politico istituzionale che in queste ore non abbia discettato e dichiarato, sollecitano esecutivo e Farnesina a compiere tutti i passi possibili per mettere in campo ogni iniziativa utile a far luce su questa vicenda.
L’arresto di Cecilia Sala e il profluvio di dichiarazioni sul caso: parte lo sciacallaggio della sinistra contro il governo
Persino l’Anpi è intervenuta, affidando al suo presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo, un canonico messaggio di esortazione/solidarietà che recita: «Leggo con allarme dell’arresto per ignote ragioni della giornalista Cecilia Sala in Iran. Invito il governo al massimo impegno per la sua immediata liberazione e il suo rientro in Italia». E vai con una serie di consigli non richiesti, del tipo: «Agire subito» e «riferire in Parlamento» immediatamente lanciati dall’opposizione in mobilitazione…
Sollecitazioni dem tra abbracci alla giornalista, invettive, e istruzioni per l’uso al governo
Sollecitazioni che, empatia e vicinanza dovute e importanti a parte – con Cecilia Sala coinvolta in una vicenda dai contorni surreali – non serve certo dirlo, ma è sempre utile ricordarlo: governo e ministero degli Esteri sono in prima linea e stanno operando dal primo istante. E da prima che la notizia emergesse, dando la stura ai commenti e alle pleonastiche “istruzioni per l’uso” dei soliti, immancabili presenzialisti, e salomonici consiglieri dell’ultim’ora…
Non manca nessuno: Conte, Renzi, Schlein e Boldrini. E persino l’Anpi…
E allora, non manca proprio nessuno all’appello: da Conte aRenzi, passando per Schlein e Boldrini, fino ad arrivare all’Anpi, tra chi non può «nascondere la preoccupazione per quanto sta accadendo in Iran alla nostra connazionale Cecilia Sala». Chi evoca sgomento e angoscia in queste ore di preoccupazione e di attesa. Tra chi esprime vicinanza alla giornalista detenuta in isolamento nel carcere di Evin, dove sono rischiusi i dissidenti; e chi invoca il rilascio immediato e suggerisce al ministro Tajani come muoversi per ottenere la scarcerazione immediata…
La Farnesina al lavoro in silenzio sul caso
Allora, in mezzo alla folla social che tributa massimo sostegno agli sforzi diplomatici del Governo, e manda «un abbraccio grandissimo» alla famiglia di Cecilia e ai colleghi giornalisti tutti, forse vale la pena dare spazio a chi, tra gli addetti ai lavori e in rappresentanza dell’esecutivo, sta alacremente lavorando al caso in queste ore. Come dal primo istante, una volta avuta la conferma dell’arresto.
Cecilia Sala, il post del ministro Corsetto
Personalità come quelle del ministro Tajani e del ministro Crosetto in prima linea e a diretto contatto con le autorità iraniane. E mentre il titolare degli Esteri lavora alacremente al caso, nel silenzio istituzionale, e dopo che la Farnesina, in accordo con la famiglia di Cecilia Sala, ha chiesto riserbo sulla vicenda e massima discrezione alla stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione del caso, il numero uno del Ministero della Difesa, Guido Crosetto, interviene su X e posta a chiare lettere: «Fin dal primo giorno, da quando è arrivata la notizia dell’inaccettabile arresto di Cecilia Sala da parte delle autorità iraniane, tutto il Governo, in primis il Presidente Giorgia Meloni ed il Ministro Tajani, si è mosso per farla liberare».
«Al lavoro da subito per liberarla. Seguiamo ogni strada»
Aggiungendo in calce, e in replica a ridondanti appelli e barocchismi solennemente declamatori, un’esasustiva osservazione che è anche una dichiarazione d’intenti: «Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro. Le trattative con l’Iran non si risolvono, purtroppo, con il coinvolgimento dell’opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare ma solo con un’azione politica e diplomatica di alto livello. L’Italia lavora incessantemente per liberarla, seguendo ogni strada».
Ma chi è Cecilia Sala?
E allora, in conclusione, vediamo chi è Cecilia Sala: la giornalista italiana in Medio Oriente per svolgere servizi giornalistici, fermata lo scorso 19 dicembre dalle autorità di polizia di Teheran. A renderlo noto in queste ore di preoccupazione e angoscia, è stata soprattutto la Farnesina, che ha precisato anche che su disposizione del ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, l’ambasciata e il consolato d’Italia a Teheran, stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio.
Tra social e politica estera
Cecilia Sala è uno dei volti più noti del giornalismo italiano. Nata a Roma nel 1995, è da sempre molto attiva sui social e da anni ormai tratta di politica estera documentando quello che succede in varie zone di conflitto. Sala si è recata diverse volte in Ucraina per raccontare la guerra ancora in corso con la Russia. Ma si trovava anche in Afghanistan nel 2021 durante il ritorno al potere dei Talebani. In quella occasione dovette interrompere una diretta con La7 a causa di alcuni spari contro l’hotel dove si trovava. Una scena che è diventata subito virale sui social.
Gli inizi e i podcast
Sala inizia a interessarsi al giornalismo quando ancora studiava economia all’Università Bocconi di Milano. A pochi esami dalla laurea decise di interrompere gli studi e dedicarsi alla sua nuova passione, iniziando a trattare in particolare la politica estera. Nel 2015 comincia a lavorare nella redazione di Vice. E negli anni successivi comincia a collaborare con Vanity Fair, L’Espresso e Il Foglio. Diventa presto anche un volto televisivo, apparendo in diverse trasmissioni su La7.
Le nuove frontiere del giornalismo digitale e le inchieste dall’estero
Cecilia Sala ha da sempre avuto un’attenzione particolari alle nuove frontiere del giornalismo digitale. Molto attiva sui social network, nel 2020 ha esordito con il podcast Polvere, un’inchiesta condotta insieme a Chiara Lalli, che trattava dell’omicidio di Marta Russo, giovane studentessa uccisa alla Sapienza nel 1997. Il podcast ha avuto tanto successo da essere trasformato in un libro pubblicato, con lo stesso titolo, da Mondadori nel 2021. L’anno successivo diviene protagonista di un altro podcast: Stories, prodotto da Chora Media, in cui ogni giorno racconta storie dal mondo. Compresa quella che stava raccontando dall’Iran prima di essere arrestata e rinchiusa nel penitenziario di Evin dove sono reclusi i dissidente del regime…
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