Ivrea, la scelta di Caterina, arrivata a 15 anni da sola per allenarsi sulla Dora
IVREA. Caterina Pignat è nata a Sacile, città in provincia di Pordenone traversata dal fiume Livenza, dove c’è un ottimo Canoa club. Caterina a sei anni prende una canoa e un po’ per gioco e un po’ per curiosità inizia la sua avventura nei canali della canoa. Adesso ha da poco compiuto 18 anni ed è una grande promessa della canoa italiana.
L’ESORDIO
«Ho iniziato a sei anni e nel mio paese la canoa è molto popolare. Alle elementari, durante una manifestazione di promozione delle attività sportive ho visto il volantino pubblicitario dove c’era anche la canoa e ho detto: voglio farlo, voglio provarci. Ed è iniziata così la mia avventura in questo sport». E si comincia con le gare regionali e le competizioni con i suoi pari età. Da quel momento iniziano i successi, ma nel 2020, con la pandemia, tutto si ferma. «Andavo sempre in canoa ma non mi allenavo più – racconta – . Come tutto il paese mi sono fermata per circa un anno. Ma, terminata la pandemia, ho deciso di riprendere gli allenamenti a Sacile». Il 2022 è l’anno della svolta. «Sono stata a fare una gara in Slovenia e il risultato è stato disastroso. Da quel giorno, dopo la sconfitta, ho deciso di dedicarmi alla canoa in maniera seria e continuativa», spiega. E la fama dell’Ivrea canoa club, ormai diventato un importante centro di riferimento, incanta anche l’atleta di Sacile. E Caterina Pignat è pronta a fare una scelta forte.
[[ge:gnn:lasentinella:14907174]]
L’ARRIVO A IVREA
A maggio del 2022 si trasferisce nella città delle rosse torri. «Ivrea è un centro importantissimo, con dei tecnici molto bravi e il canale è bellissimo e offre molte opportunità per effettuare gare importanti con una squadra numerosa», osserva. I genitori rimangono basiti sia per la maturità e la tenacia dimostrata dalla figlia, sia per il distacco vero e proprio: «Ma passato questo momento – sorride – devo dire che mi hanno sempre supportato». È stato un distacco dalla famiglia ragionato, preso in totale autonomia. «È stata una decisione che ho preso io – dice convinta – attratta da questo sport. Certo all’inizio ho avuto anche paura e timore, d’altronde avevo solo 15 anni». Caterina arriva in città e si ambienta subito. Si iscrive al liceo Gramsci, scienze umane. «La scuola e i miei compagni mi hanno dato un grande aiuto per inserirmi nella vita della città e mi aiutano se rimango indietro a seguire le lezioni – puntualizza –. Devo dire che andare al Gramsci è stata una bella fortuna. I miei compagni mi vogliono molto bene. Quando ci sono le gare a Ivrea vengono tutti a fare il tifo per me. Ma quello che è importante è che non mi sento diversa e cerco di passare più tempo con loro anche se sono consapevole di avere una vita diversa. E ripeto sono stata veramente fortunata».
[[ge:gnn:lasentinella:14907173]]
LA VITA QUOTIDIANA
Ma come trascorre la giornata una campionessa? «Al mattino mi alzo presto e faccio una prima seduta di allenamento. Poi vado a scuola. Finite le lezioni prendo la canoa e mi fermo in acqua per circa tre ore e poi torno a casa. Tutto questo è molto impegnativo e mi porta via molte energie. Però il mio obiettivo è quello di portare buoni risultati a scuola e avere successo nella canoa». Quest’anno a scuola c’è la maturità, e poi a fine giornata arriva un po’ di tristezza: «A volte d’inverno, quando finiamo l’allenamento, sono stanca, tornare a casa con il buio mi dico che è dura. Però conducendo questa vita ho imparato ad essere indipendente e a gestire situazioni che possono essere difficili. E alla fine posso dire che ne vale la pena e va bene così».
[[ge:gnn:lasentinella:14907173]]
GLI ULTIMI TITOLI
Va bene così anche perché se si apre il sito della Federazione italiana canoa kayak la scheda di Caterina Pignat è già lunga un chilometro. Del palmares, citiamo solo gli ultimi titoli: medaglia di bronzo ai mondiali di Liptovsky Mikulas in Slovacchia nel luglio scorso, primo posto all’Eca junior cup a Ivrea un mese prima, primo posto nella gara a squadre K1 e terzo posto under 23 e senior in C1 ai campionati italiani di Valstagna ad agosto. E per il futuro, oltre a vincere le olimpiadi nel 2028 a Los Angeles, Caterina ha anche altri obiettivi: «Per cominciare continuerò a studiare sempre nel campo dello sport. Vorrei portare avanti sia lo studio che la canoa. Penso che applicarsi sui libri mi possa anche aiutare nella canoa. E per il futuro voglio continuare a crescere e mi immagino una Caterina che è diventata grande e che ha imparato nuove cose. E comunque il mio futuro vorrei che fosse legato alla canoa». Riflessioni importanti per una ragazza così giovane che quando parla del suo mondo sfodera un gran bel sorriso: «Andare in canoa è come essere avvolti in un’altra dimensione. Si vedono le cose da altri punti di vista. Per esempio, osservare Ivrea dal fiume è sicuramente diverso che vederla da altre prospettive. E questo mi serve anche nella vita, per esaminare le cose da una angolazione diversa. La canoa mi ha dato tanto, mi ha fatto fare tante esperienze, comprendere che ci sono tanti punti di vista. E se una gara va male e si prende una bella batosta, tutto questo mi insegna a trovare anche le cose positive e a ritirarsi su e a capire dove ho sbagliato».