I conti in rosso del partito “rosso”: all’asta le sedi del Pci, anche quella di Berlinguer. Rissa nel Pd
Partito sempre “rosso”, conti mai così in rosso. Per il Pd di Elly Schlein è venuta fuori un’ennesima grana, stavolta non con il tesseramento di persone in coma o cantanti “poco gentili” con le donne, assoldati e rinnegati dai sindaci. La notizia bomba è che il quarantennale della morte di Enrico Berlinguer la sinistra lo “festeggia” mettendo all’asta la storica sede del Pci di Ponte Milvio. E con essa, anche un’altra quarantina di sezioni in tutta Italia, per fare cassa. Nell’assoluta indifferenza, o forse impossibilità, del Pd, di evitare la liquidazione di quegli immobili, sezione di Ponte Milvio compresa. “Proprio quel circolo del partito democratico e dove, un mese fa è, stata allestita una mostra dedicata proprio a Berlinguer e inaugurata dalla stessa leader dem Elly Schlein…”, scrive Repubblica.
Il Pd non ha i soldi per evitare la vendita della sede del Pci di Berlinguer
“Ora quella sede rischia di finire all’asta, venduta al miglior offerente. Destino condiviso con tante altre sezioni romane del Pd, riconducibili formalmente a diverse fondazioni che gravitano nell’orbita dell’associazione che, paradosso, si chiama proprio Enrico Berlinguer ed è presieduta da Ugo Sposetti, esponente di peso dei Ds che da anni custodisce il patrimonio (immobiliare, ma anche storico e culturale) che fu del Pci. E che ora batte cassa ai suoi ex compagni: da una parte ci sono debiti arretrati che il Pd si propone di ripianare per non perdere le sedi storiche; dall’altra i bilanci in rosso delle varie associazioni e fondazioni che a quanto pare non consentono di aspettare oltre….”, prosegue Repubblica oggi.
Già da un paio d’anni era stata ceduta la storica sede del Pci, a via delle Botteghe Oscure, destinata a diventare un hotel di lusso.
Sulla vendita della sezione di Berlinguer e delle altre sezioni romane, da giorni, però, infuria una dura polemica intestina al Pd. “L’europarlamentare Nicola Zingaretti, la senatrice Cecilia D’Elia, il Pd romano e gli iscritti per un brindisi, ma soprattutto per lanciare una richiesta: non vendere le sedi”, scrive ancora Repubblica. Ma come al solito, i conti, dal Pci ad oggi, senza l’oste, anzi, lo Sposetti, non si fanno… “Se il brindisi era contro di me sono andati all’indirizzo sbagliato: di fronte a una morosità io non posso proseguire, ma se il Pd vuole acquistare lo spazio può fare un’offerta, ovviamente equa”, dice l’ex tesoriere del Pci, che oggi gestisce l’associazione chiamata a far quadrare i conti lasciati in eredità dallo scioglimento del Pci e del Pds, patrimonio immobiliare compreso.
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