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Magdeburgo, il mistero sul movente. Il vecchio caso di Franco A., che si spacciò per siriano per fare un attentato e incolpare i rifugiati

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Ufficialmente non è stato ancora confermato dagli esami del sangue se l’attentatore di Magdeburgo Taleb Al Abdulmohsen, psichiatra saudita cinquantenne, abbia agito sotto droghe, che magari ha assunto apposta per trovare la determinazione per intraprendere la sua folle corsa nel mercatino di Natale. È molto difficile qualificare il suo gesto: se soffrisse di psicosi, avesse un fine politico o ancora volesse vendicarsi per essere stato convocato il giorno prima in tribunale. Si è ricostruito che ha sfruttato un varco lasciato aperto per fare passare i tram e quindi possa aver preparato il suo attacco e non agito d’impeto.

La similitudine con l’attentato di otto anni fa al mercatino natalizio di Breitscheidplatz a Berlino ha fatto subito pensare ad un attentato di origine islamista. Per certo l’autore si professava invece ateo ed era politicamente attivo e noto per le sue posizioni contro l’Islam che gli avevano anche procurato visibilità attraverso i media. Aveva anche aperte simpatie per la AfD e per Elon Musk, che anch’egli recentemente si è espresso in favore del partito di Alice Weidel.

Inevitabile, perciò chiedersi se contando di riuscire a sfuggire all’arresto non volesse proprio che si attribuisse la mattanza che ha registrato già 5 morti ed oltre 200 feriti, di cui 41 gravi, alla matrice islamista per promuovere alle prossime elezioni un successo a “furor di popolo” della AfD, i cui esponenti apertamente parlano di re-migrazione. Non sarebbe il primo: già in passato, in un contesto affatto diverso, il soldato scelto Franco A., padre italiano e madre tedesca, con simpatie di estrema destra, aveva cercato di spacciarsi come rifugiato siriano per realizzare un attentato di cui far incolpare i richiedenti asilo.

Dopo lunghe indagini Franco A., spacciatosi come “David Benjamin” cristiano nato nel 1988 vicino ad Aleppo, fu processato con l’accusa di aver pianificato attacchi contro politici. Fingendosi un richiedente asilo voleva scuotere la fiducia della popolazione nella politica migratoria della cancelliera Angela Merkel. Aveva accumulato munizioni e ordigni esplosivi sottratti alle Bundeswehr con dei commilitoni e possedeva altre armi illegalmente. Le indagini, che sfociarono in una condanna il 15 luglio 2022, ormai definitiva, a 5 anni e mezzo, erano partite dopo che venne fermato all’inizio di febbraio 2017 mentre cercava di recuperare una pistola che aveva nascosto nella toilette dell’aeroporto di Vienna. Venne rilasciato, ma gli agenti austriaci riscontrarono che le sue impronte coincidevano con quelle di un putativo richiedente asilo siriano in Baviera dal 2015.

L’attribuzione islamista dell’attacco al mercatino di Magdeburgo è caduta, ma tra i sostenitori di AfD restano alte le barricate per un attacco alla cristianità condotto da un arabo. Mancano ancora due mesi alle elezioni, ma la corsa omicida di Taleb Al Abdulmohsen rischia di influenzare pesantemente il voto tedesco.

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