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Regalo alla caccia selvaggia nella legge di bilancio: anche noi di Lac abbiamo firmato l’appello a Mattarella

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In un emendamento alla legge di bilancio c’è un altro regalo di Natale alla caccia selvaggia: la svendita a pochi eletti di un patrimonio dello Stato.

Non possono ancora permettersi di cancellare d’ufficio un ente storico e scientificamente autorevole, e neppure di vietare esplicitamente con una legge la possibilità per i cittadini e le associazioni di ricorrere contro atti illegittimi perché si esporrebbero troppo all’accusa di gestire un regime, e allora i brillanti portaborse degli interessi venatori che stanno al Governo si inventano le manovre di aggiramento. Con lo scopo dichiarato – sono parole del ministro cacciatore dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – di “garantire il corretto svolgimento dell’attività venatoria“.

Corretto svolgimento, per la destra alla guida del Paese e di tante Regioni, significa facciamo quello che ci pare, calpestiamo direttive europee sulla tutela della fauna e facciamo un po’ per volta a pezzi la legge nazionale 157 del ’92. Dall’insediamento a Roma dei liquidatori dello Stato di diritto, la legge quadro che regola la gestione della fauna selvatica è stata modificata già sei volte, sempre per fare regalie ai cacciatori e sempre violando il quadro normativo europeo, e l’ultima operazione è stata abilmente inserita nottetempo in un emendamento della Legge di Bilancio, che in quanto tale non dovrebbe avere nulla a che fare con la gestione dell’ambiente. Di cosa di tratta? Di un azzeramento del ruolo dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) e di una vanificazione di fatto dei ricorsi al Tar che da decenni, grazie alle continue violazioni commesse scientemente dalle Regioni, le associazioni ambientaliste come la Lac presentano – vincendo quasi sempre – contro i calendari venatori.

Il primo risultato (l’emendamento è firmato dalla deputata Cristina Caretta) verrebbe raggiunto affidando la stesura di pareri scientifici sulla gestione faunistica e su quello che eufemisticamente qualcuno chiama prelievo venatorio non più all’Ispra, ma al Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, in pratica un ufficio politico voluto proprio da Lollobrigida per pensionare l’Ispra rivestendo di una inesistente patina di competenza (non parliamo poi dell’equilibrio) un ente nato solo per dare autorevolezza alla caccia selvaggia; alla svendita a pochi eletti di un patrimonio dello Stato.

È l’ennesimo caso di un presunto controllore che controlla se stesso; poi, dato che fortunatamente c’è ancora qualcuno non allineato al pensiero dei sovranisti ambientali, gli instancabili smantellatori delle tutele della natura hanno confezionato un’altra perla. Hanno inventato un campo minato per chi impugna uno dei tanti calendari venatori regionali fuorilegge (perché infarciti, per fare due esempi, di prolungamenti della stagione e delle giornate di caccia o di autorizzazioni all’abbattimento di specie protette, ma l’elenco degli illeciti ai quali le Regioni ci hanno abituati potrebbe essere molto più lungo), nel senso che, sintetizzando al massimo, l’emendamento impedisce di fatto ai giudizi amministrativi di emanare decreti di sospensione cautelare di un calendario (o di parte di esso) a fronte di un possibile danno ambientale e prima di una sentenza di merito che sarebbe l’atto successivo.

Insomma, è chiaro che nelle notti insonni dei nostri governanti non ci sono solo le toghe rosse ma anche quelle verdi, e che entrambe le categorie vanno liquidate sorvolando sulle evidenti violazioni della Costituzione che questo richiede: si tratta nel primo caso dell’articolo 9 introdotto in tempi recenti e che – finalmente ma ormai inutilmente – stabilisce il principio della tutela dell’ambiente come bene prioritario, e nel secondo dell’articolo 24, che appunto prevede la tutela giurisdizionale contro provvedimenti illegittimi.

Qualcuno se ne accorgerà? Speriamo nel presidente della Repubblica, perché le più importanti associazioni ambientaliste italiane (Animalisti Italiani, CABS, ENPA, Federazione nazionale Pro Natura, LAC, LAV, LEAL, LEIDAA, Legambiente, LIPU, LNDC, OIPA, Rete dei Santuari) hanno scritto proprio a Sergio Mattarella chiedendogli di fermare questo ennesimo scempio.

L'articolo Regalo alla caccia selvaggia nella legge di bilancio: anche noi di Lac abbiamo firmato l’appello a Mattarella proviene da Il Fatto Quotidiano.