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Migranti e crisi dell'automotive avvicinano ancor di più Meloni e von der Leyen

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Si è svolto in mattinata l’incontro programmato fra la Presidente del consiglio Giorgia Meloni e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il colloquio è stato occasione di confronto sui temi caldi del momento, dalla crisi del settore automotive all’accordo Ue-Mercosur, passando per il tema caldo relativo alla politica migratoria e ai rimpatri dei clandestini. Le due leader hanno inoltre concordato di rafforzare ulteriormente la collaborazione e la complementarietà tra il Piano Mattei italiano per l'Africa e la Strategia europea Global Gateway.

La ritrovata unione di vedute in tema immigrazione fra Italia e Commissione europea era già parsa chiara dalla lettera inviata dalla von der Leyen al Consiglio prima dell’inizio della riunione di ieri, in essa la Presidente sollecitava gli stati membri a “sviluppare il concetto di centri di rimpatrio in Paesi terzi» aggiungendo inoltre di aver chiesto all'Agenzia Ue per l'asilo di “accelerare l'analisi di Paesi terzi che potrebbero potenzialmente essere designati come Paesi sicuri”. Si tratta di fatto di un appoggio totale alla premier italiana e al “modello Albania”, finito sotto attacco da parte della magistratura italiana e delle opposizioni politiche.

Forte del sostegno della Presidente di Commissione, la Meloni ha quindi promosso una riunione informale a lato del Consiglio europeo fra gli Stati membri più interessati a studiare nuove soluzioni da applicare al fenomeno migratorio; fra i partecipanti figuravano i leader di Danimarca, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia, Cipro, Grecia, Malta e Paesi bassi. Alla riunione ha preso parte anche von der Leyen, che ha delineato i principali ambiti di intervento indicati nella lettera sulla migrazione citata sopra, soffermandosi in particolare sulla proposta di un nuovo quadro giuridico in materia di rimpatri, che la Commissione prevede di presentare nei primi mesi del 2025. Qualcosa di concreto in questa direzione pare finalmente muoversi.

I dati degli ultimi mesi in termini di sbarchi in Europa paiono testimoniare la volontà di risolvere questo annoso problema, nella lettera inviata da von der Leyen ai leader europei prima del Consiglio si fa riferimento ad una riduzione degli arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale del 59% rispetto all’anno precedente, che diventano addirittura dell’80% se si prendono in considerazione i soli arrivi dalla Tunisia all’Italia.

Passando al settore dell’automotive europeo, altro tema di confronto fra Meloni e von der Leyen, la situazione appare attualmente caratterizzata da una crisi significativa. Alcune fra le aziende automobilistiche più importanti del continente, come Volkswagen e Stellantis, stanno vivendo difficoltà a causa di una combinazione di fattori fra cui la crescente concorrenza cinese, le pressioni normative dell’Ue per ridurre le emissioni e un generale aumento dei costi di produzione. Nel 2023, la produzione nell'Unione Europea è scesa a 12 milioni di veicoli, pari alla metà della capacità produttiva potenziale del continente. Le difficoltà sono amplificate dalla necessità di adattarsi rapidamente alla transizione energetica, che richiede ingenti investimenti in nuove tecnologie e infrastrutture. La crisi del settore automotive non solo minaccia la stabilità economica delle aziende coinvolte, ma ha anche ripercussioni sul mercato del lavoro europeo, con licenziamenti di operai e chiusure di stabilimenti che stanno pericolosamente diventando la norma nel vecchio continente.