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Torna la pace sindacale al Banco Bpm: dopo 9 mesi di trattative c’è l’accordo sui pensionamenti e le nuove assunzioni

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Ci voleva l’assedio di Unicredit per sbloccare il tavolo sindacale sui pensionamenti e le nuove assunzioni al Banco Bpm, che si è chiuso giovedì 19 dicembre dopo oltre 9 mesi di trattative. L’intesa siglata al termine di una maratona di 4 giorni al tavolo, prevede 1050 nuove assunzioni a fronte di 1600 prepensionamenti e porterà un risparmio di circa 50 milioni di euro l’anno all’istituto milanese che al momento si trova al centro di molteplici appetiti. L’esecutivo lo vorrebbe con Mps al centro di un nuovo polo bancario più vicino alle sensibilità del governo. Unicredit però ha rovinato la festa, lanciando a fine novembre un’offerta sul Banco che ha sparigliato le carte in tavola irritando tutti. Ma il vero ago della bilancia sono i francesi del Credit Agricole, primo azionista dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna e partner in affari con Unicredit.

Ad allungare così tanto i tempi di una trattativa che negli altri gruppi bancari si è chiusa da mesi e senza troppo clamore, il rapporto tra entrate e uscite nell’ambito di quello che l’azienda aveva definito un ricambio generazionale e non un piano di prepensionamenti per esuberi. La banca chiedeva 1600 uscite e offriva in cambio 800 nuove assunzioni, mentre i sindacati confederali hanno spinto per un rapporto entrate/uscite più robusto. La distanza sembrava incolmabile a fine novembre, complice anche il favore del sindacato indipendente Fabi alla posizione aziendale. Negli ultimi 20 giorni, poi, il dialogo è ripartito e alla fine si è arrivati all’accordo che allinea il Banco Bpm alle posizioni delle altre banche in tema di rapporto tra prepensionamenti e nuove assunzioni.

L’intesa dovrebbe compattare il fronte interno davanti al “nemico” alla porta, soprattutto in un momento in cui ai dipendenti viene richiesto uno sforzo extra per macinare più ricavi e contribuire alla difesa dagli assalti esterni che secondo Castagna potrebbero comportare diverse migliaia di esuberi. E prevede anche un aumento del premio aziendale a 2.100 euro, oltre ad accordi sull’assistenza sanitaria e sul fondo pensione, con l’aumento della contribuzione aziendale, mentre il contratto integrativo aziendale è stato prorogato fino al 2026.

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