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Zelensky a Bruxelles: “No a un conflitto congelato, serve pace duratura”. Sicurezza? “Garanzie Ue non bastano, serve la Nato”

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Le aperture del mercoledì al Parisien sono già dimenticate. Uscendo dal Consiglio europeo di Bruxelles, con in tasca la garanzia di 18 miliardi di prestiti garantiti dall’Ue, Volodymyr Zelensky torna sulle posizioni di un Paese in guerra, che non intende concedere territorio a chi lo ha invaso. E che non accetta neanche una tregua temoporanea: “Non possiamo vivere con un conflitto congelato sul nostro terreno, la gente deve sapere cosa succede dopo per avere una tregua, altrimenti significa congelare un conflitto. Abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza”, ha detto il presidente ucraino in una conferenza stampa organizzata al termine dell’incontro con i 27 premier europei.

Le stesse, speculari, parole usate da Vladimir Putin nella conferenza stampa di fine anno, quasi contemporanea. Un segnale chiaro che le posizioni di Mosca e di Kiev restano ancora molto distanti, almeno a credere alle dichiarazioni pubbliche dei due leader. Per Zelensky, l’urgenza del momento restano le forniture militari. “Non è un problema di uomini ma di armi, ci servono le armi per combattere e supporti finanziari per il nostro esercito”, ha detto Zelensky.

E anche le garanzie di sicurezza di cui si è parlato molto nei retroscena degli ultimi mesi, Zelensky chiarisce che le iniziative individuali dei Paesi europei, o l’idea russa di usare una forza di interposizione non occidentale, non sono accettabili dal suo punto di vista: “Credo che le garanzie europee non saranno sufficienti per l’Ucraina. Non possiamo discutere solo con quelle garanzie. Per noi la uniche garanzie per il futuro sono la Nato e questo dipende solo dalle decisioni dell’Ue e degli Usa. Per ora no ci saranno decisioni perché sarà importanti avere entrambi a bordo, Ue e Usa”, ha spiegato accennando a una volontà europea sulle forze di peacekeeping che ritiene però prematura.

Rapporto con Trump: “Lo voglio dalla nostra parte”
Questo chiama in causa il rapporto con Donald Trump: “È un uomo forte, lo voglio dalla nostra parte”, ha detto Zelensky al proposito del presidente eletto Usa, “credo sappia che Putin sia un folle che ama uccidere”. E ha continuato ribadendo che: “Per trovare una soluzione occorre una visione unitaria tra Europa e Usa

Prima di entrare al vertice con i leader dei 27, Zelensky aveva illustrato il concetto: “Soprattutto dall’inizio del 2025 abbiamo bisogno di unità per raggiungere la pace, solo insieme gli Usa e l’Ue possono davvero fermare Putin e salvare l’Ucraina”. A una domanda sulle capacità europee di sopperire a un possibile calo del supporto statunitense, Zelensky ha risposto: “È difficile sostenere l’Ucraina senza l’aiuto americano”. Rispondendo alle domande dei giornalisti a Bruxelles, Zelensky ha paragonato diverse volte il congelamento del conflitto, con una parte di territorio concessa alla Russia, a una “resa dell’Ucraina”.

“L’accordo di transito per il gas russo non sarà rinnovato”
Nella Conferenza stampa Zelensky ha anche dichiarato che Kiev non prolungherà l’accordo di transito del gas russo attraverso l’Ucraina verso l’Europa: “Non daremo la possibilità a Mosca di guadagnare altri miliardi sul nostro sangue e sulla pelle degli ucraini”. L’accordo scade il 31 dicembre.

Attacco a Orban: “Un po’ troppo vicino a Putin”
Il premier ungherese Viktor Orban, che nell’ultimo anno ha puntato i piedi in Europa sulle sanzioni alla Russia e gli aiuti militari per Kiev, “è in rapporti un po’ troppo cordiali con Putin”, ha detto Zelenesky. “Non è serio parlare di diverse iniziative [di pace, ndr] non connesse con Kiev. Con tutto il rispetto, anche per l’accoglienza degli sfollati ucraini, Orban non ha il mandato per negoziare. Dobbiamo preservare il nostro territorio. Stiamo proteggendo l’Europa con le nostre vite”, ha chiarito Zelensky, commentando le ultime dichiarazioni del leader ungherese su un presunto accordo di scambio di prigionieri preliminare a un accordo di tregua.

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