Difesa sotto i mari, anche la Germania acquisisce i droni BlueWhale
La paura di azioni russe nel Baltico continua ad alimentare il rafforzamento militare del confine nord della Nato. Sale quindi l'interesse delle nazioni dell'alleanza per i droni volanti, sottomarini e di superficie come complementi alla guerra navale tradizionale (con equipaggio). I funzionari militari li immaginano come mezzi che trasportano sensori, senza sorveglianza costante da parte degli operatori, utilizzabili per respingere le navi da guerra nemiche o monitorare lo stato di salute delle infrastrutture critiche sul fondale marino.
E' di ieri la notizia che la Polonia ha deciso di acquistare tre droni General Atomics MQ-9B Sky Guardian, il modello più recente di aeromobile a controllo remoto da utilizzare come piattaforma fondamentale d'intelligence, sorveglianza e ricognizione (Isr). La vendita alla Polonia include anche due stazioni di controllo a terra certificabili e tre anni di supporto globale. I tre Sky Guardian sono dotati di sistema per il decollo e l'atterraggio automatici, volano mediante controllo satellitare e sono in grado di operare in spazi aerei non segregati utilizzando il sistema Detect avoid, ovvero vedono il traffico aereo e adeguano la rotta per evitare potenziali collisioni. “L'acquisto di MQ-9B Sky Guardian fornirà una consapevolezza situazionale multi-dominio persistente, che è fondamentale per la Polonia”, ha affermato il presidente di General Atomics David Alexander, ricordando che nel 2022, la Difesa di Varsavia aveva iniziato a utilizzare MQ-9A Reaper come parte di un contratto di leasing, e che il successo di quelle missioni ha aperto le porte a questa commessa.
Il Ministero della Difesa polacco ha diffuso la notizia: “Alla presenza del vice primo ministro Władysław Kosiniak-Kamysz, è stato concluso un contratto per la fornitura di sistemi di ricognizione senza pilota MQ-9B Sky Guardian, che aumenteranno le capacità delle nostre Forze Armate nel campo dell'Isr”. L'uso da parte dell'aviazione polacca sarà ricolto principalmente all'area baltica e allo spazio aereo confinante con quello ucraino e bielorusso. Le prime consegne di MQ-9B ai clienti sono iniziate nel 2022 alla Royal Air Force del Regno Unito, mentre sono stati firmati contratti anche con Belgio, Canada, con la Guardia costiera giapponese, Taiwan, India e l'Aeronautica militare statunitense (Usaf) a supporto del Comando operazioni speciali. Dello stesso modello di drone esiste la variante Sea Guardian, nella quale può essere convertita rapidamente.
Nelle stesse ore la Marina militare tedesca ha comunicato la fine della campagna di prova del drone sottomarino BlueWhale (letteralmente, Balena blu), come piattaforma candidata per quella che il servizio marittimo immagina come una futura flotta di imbarcazioni senza pilota per combattere minacce sottomarine. Per due settimane, nel Mar Baltico, questi droni hanno perlustrato fondali e possibili rotte di passaggio per imbarcazioni Nato, russe e cinesi che attraversano regolarmente il basso specchio d'acqua sul cui fondale giacciono cavi di comunicazione vitali e condotte energetiche.
General Atomics
Per i BlueWhale la Marina tedesca immagina esplicitamente un ruolo di guerra antisommergibile; i sistemi sono prodotti da Israel aerospace industries (Iai) e sono dotati di varie telecamere e sensori attivi e passivi che permettono di individuare sottomarini, imbarcazioni di superficie e mine, in particolare senza emettere segnali propri che allerterebbero i bersagli che vengono tracciati. Intanto la Nato sta elaborando piani per la propria flotta di droni per la sorveglianza navale, prevedendo di schierare una rete di sensori per tenere d'occhio le infrastrutture sottomarine vitali nel Mar Baltico ma anche nel Mediterraneo, e di farlo con dispositivi come i BlueWhale che rientrano nella categoria dei grandi veicoli sottomarini senza pilota, con un peso di 5,5 tonnellate, una lunghezza di 10,9 metri e un diametro 1,12 metri; può operare fino a una profondità massima di 300 metri, ha una velocità media di circa 6 km/h e un’autonomia prossima a un mese.
Il vano per il carico utile è modulare e ospita diverse tecnologie a seconda del tipo di missione da compiere. Possono essere installati sensori elettro acustici ed elettro ottici, sistemi radar (che vengono issati quando il battello è in galleggiamento) e apparati per le comunicazioni. Mentre in Italia l'azienda leader in questo settore per il comparto civile è Saipem (Sonsub), in Germania l'azienda specialista in questo ambito è Atlas Elektronik, che ha partecipato al recente programma di prove previsto dal progetto Marine 2035+ che prevede di accelerare lo sviluppo della tecnologia senza pilota e di integrare rapidamente nuovi droni negli schemi di comando e controllo del servizio marittimo, portando all'integrazione del prodotto israeliano in ambito Nato. Nel marzo scorso era stato reso noto che anche la Marina militare italiana si sarebbe dotata di tre unità di tale drone subacqueo, in servizio da qualche anno con la Marina israeliana e che aveva preso parte a un’esercitazione Nato nel Mediterraneo. L'accordo italo-israeliano è chiamato Iibw (Italian-Israelian Blue Whale), e rientra nel quadro della cooperazione tra i due Paesi firmato dei Segretariati della Difesa di Italia e Israele nel dicembre 2021 (Programma pluriennale di A/r n. Smd 17-2023, denominato “Capacità Isr e Asw lanciabile da piattaforma navale a mezzo sistema subacqueo autonomo” - Atto del governo n°139).