Life – la mia storia nella Storia, l’autobiografia di Papa Francesco diventa un film
Non morto un papa se ne fa un film. Sarà Lucky Red a portare su grande schermo la vita di Papa Francesco. Life – la mia storia nella Storia -, edito da HarperCollins nel marzo del 2024, è l’autobiografia del primo pontefice argentino, salito al soglio di Pietro quando ancora il precedente papa (Benedetto XVI) era in vita. Si tratta del racconto fedele della propria vita attraverso gli eventi che hanno segnato l’umanità, dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939 quando Francesco aveva quasi tre anni, fino ai giorni nostri.
Nelle scorse ore, proprio a ridosso del giorni del compleanno di Bergoglio (88 candeline, auguri) è arrivata la conferma che la bio di Francesco avrà una trasposizione audiovisiva riempiendo, a quanto pare, di gioia il pontefice stesso: Bergoglio, può aiutare a riflettere con maggiore immediatezza su molte tematiche e, nel caso di questa opera, potrà contribuire certamente a porre l’attenzione sul tema del ricordo e della memoria, un tema molto importante soprattutto in questi tempi di guerra”, ha ricordato in una nota ufficiale il papa. “Da bambino, grazie alla mamma e al papà, mi sono avvicinato al mondo della cinematografia e ho trovato, in alcuni film, delle vere catechesi d’umanità. Sono perciò grato a chi lavorerà a questo progetto, perché farà un’opera di evangelizzazione”.
Così, dopo, i proclami di rito della casa editrice, che ha pubblicato il libro in oltre 40 paesi tra cui il Vietnam e l’Indonesia, ed è in corso di traduzione nel Kerala (India), in Corea e in Slovacchia – e di una Lucky Red sempre più lontana dagli anni del filmino d’essai e sempre più artefice di produzioni internazionali, ecco iniziare con il toto nomi sia per l’interpretazione del Pontefice, sia per l’impianto di regia, scrittura e messa in scena. Al 2019 risale la più vivida “apparizione” di un papa Francesco nel film I due papi, diretto dal regista brasiliano Fernando Meirelles. È stato infatti Jonathan Pryce a interpretare Bergoglio nel duetto teatraleggiante sul passaggio di consegne tra Benedetto (qui Anthony Hopkins) e Francesco.
C’è un altro Bergoglio cinematografico, addirittura doppio, nel film diretto da Daniele Luchetti nel 2015, Chiamatemi Francesco: da giovane è Rodrigo de la Serna (Alberto Granado amico del Che in I diari della motocicletta), da adulto il cileno Sergio Hernandez. Bergoglio offre profilo e sorriso senza passare da alcun attore nel documentario di Wim Wenders – Papa Francesco, un uomo di parola – nel 2018; mentre si fa figure esile e sovrastata dal cosmo nell’interessante In Viaggio, documentario contemplativo e solenne di Gianfranco Rosi. Insomma, il feeling di Francesco con il cinema è piuttosto robusto e sentito. Non che gli altri papi non avessero ricevuto pari attenzione. Giovanni Paolo II, ad esempio, è apparso in diversi titoli e interpretato anche da Jon Voight. Paolo VI ha ricevuto l’onore dell’interpretazione di un camaleontico Fabrizio Gifuni. Mentre è del 1965 E venne un uomo di Ermanno Olmi, idea curiosa di un Giovanni XXIII sdoppiato tra corpo e parola nella figura del mediatore interpretata da Rod Steiger.
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