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Calenzano, l’impianto resterà chiuso per 2 mesi. Era in fase di aggiornamento il piano di Eni

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L’impianto di Calenzano, teatro della strage sul lavoro che ha causato la morte di cinque operai, resterà sotto sequestro per due mesi. La procura di Prato ha assegnato 60 giorni di tempo ai consulenti incaricati di consegnare una relazione sul deposito Eni di Calenzano (Firenze). Per due mesi, quindi, rimangono interrotte tutte le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburanti e altri prodotti petroliferi gestiti. Lo si apprende dopo il primo sopralluogo tecnico che si è svolto oggi, a una settimana dal disastro, degli inquirenti con gli esperti incaricati di redigere una relazione tecnica sull’impianto industriale.

Calenzano, impianto sotto sequestro per 2 mesi

Intanto domani una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sfruttamento e sicurezza nei luoghi di lavoro (composta dal presidente Tino Magni,  Avs,  Susanna Camusso, Pd, e dalla senatrice di Fratelli d’Italia Paola Mancini)  svolgerà un sopralluogo dove è avvenuta l’esplosione che ha causato la morte degli operai lo scorso 9 dicembre. Al termine, la delegazione si trasferirà a Prato dove incontrerà il procuratore capo, Luca Tescaroli. Il sindaco Giuseppe Carovani ha fatto sapere che era in corso la valutazione di un piano di aggiornamento di Eni nel deposito. “L’ultimo aggiornamento del piano di emergenza esterno risale al 2021, poi c’era un aggiornamento in corso. Eni è ente proponente – spiega ricostruendo l’iter -, la prefettura di Firenze lo coordina e fa riferimento a una serie di professionalità. Eni ha ogni 3 anni l’obbligo di presentare l’aggiornamento del piano.. L’amministrazione comunale recepisce nel proprio piano di protezione civile il piano validato a livello di prefettura”.

Il sindaco: era in corso un piano di aggiornamento Eni del deposito

Il procuratore Luca Tescaroli con gli specialisti ha completato la compagine di consulenti tecnici ed esperti utili “a definire i molteplici profili di potenziali responsabilità”. Oltre agli esplosivisti già nominati nelle prime ore, ci saranno Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino, che tra l’altro hanno operato sulla strage di Capaci, oltre a medici legali e genetisti forensi. Tra le tre ipotesi di reato con cui è aperto il fascicolo c’è la “rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro'” Gli altri due reati ipotizzati sono omicidio colposo plurimo e crollo doloso di costruzioni. Sono stati ultimati “gli accertamenti autoptici, odontoiatrici e sul Dna” delle salme che hanno consentito di attribuire i resti umani alle persone decedute che verranno posti a disposizione dei loro cari per i funerali..

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