A guadagnare il pane con la valigia di cartone: esperti a confronto a Genova sull’emigrazione italiana
Dal 5 al 7 dicembre si è svolta a Genova la quinta edizione del Congresso internazionale “Diaspore Italiane – Rappresentazione e Questioni di Identità”. Protagonisti dell’incontro oltre ottanta esperti provenienti da vari Paesi, tra cui Australia, Argentina, Brasile, Sudafrica, Stati Uniti, Italia, Kenya, Germania, Uruguay, Francia e Canada per analizzare lo stato dell’arte sul fenomeno dell’emigrazione italiana e sulle realtà museali dedicate alle migrazioni.
L’iniziativa è nata nel 2018 su spinta di diversi enti che nel mondo si occupano di emigrazione italiana, il Muntref – Museo de la Inmigración di Buenos Aires, il John D. Calandra Italoamericano Institute – Queens College di New York e il Co.Aa.It di Melbourne, che insieme al Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana di Genova (MEI) hanno deciso di dedicare degli approfondimenti alla situazione della diaspora italiana nel mondo, una diaspora che continua tutt’oggi.
“Un convegno importante che conferma il ruolo che in questi anni il MEI si è conquistato a livello internazionale” ha dichiarato Paolo Masini presidente del Museo Nazionale delle Emigrazioni Italiane. “Un momento di studio e riflessione sullo stato dell’arte dell’emigrazione italiana e sulle realtà museali dedicate ma anche di progetti: abbiamo voluto lanciare non a caso da qui la proposta di realizzare una scultura che simbolicamente sottolinei il legame degli emigrati italiani con il nostro Paese. Un’opera in bronzo di una mano, simbolo del fare italiano, che indichi il nostro paese dai tanti luoghi di approdo degli emigranti italiani. Una scultura che, con il contributo di associazioni, istituzioni, aziende, divenga il simbolo dell’impegno e della passione di chi ha lasciato il nostro Paese. Tutto ciò rappresenta ‘We come from there’, il progetto che il MEI e l’artista Dante Mortet lanciano da Genova al mondo”.
Emigrazione italiana: grande successo per la quinta edizione
A Genova sono stati anche presentati i numeri del Progetto Italea, il programma di promozione del turismo delle radici sviluppato, per tutto il 2024, dal Ministero degli Affari Esteri all’interno del progetto PNRR e finanziato da NextGenerationEU, finalizzato ad attrarre italiani all’estero e italo-discendenti intenzionati a scoprire i luoghi e le tradizioni delle proprie origini.
Il nome Italea si riferisce al nostro Paese e alla “talea”, una pratica con cui si consente ad una pianta di propagarsi. Recidendone una parte e ripiantandola, le si può dare nuova vita, facendo crescere nuove radici: proprio come accade con le migrazioni. Questo programma rappresenta un invito alla riscoperta della “pianta madre”.
Il progetto fornisce un insieme di servizi turistici per agevolare il viaggio in Italia, grazie al lavoro di una fitta rete di professionisti che in ogni regione d’Italia avranno cura di informare, accogliere e assistere i viaggiatori. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito dedicato al progetto italea.com, che offre supporto in ogni passo del percorso di riscoperta: dalle ricerche storico-familiari all’organizzazione dell’esperienza personalizzata in Italia. Il programma propone, inoltre, una serie di laboratori delle radici, attività che consentono di approfondire la conoscenza della cultura d’origine, quindi legate agli antichi mestieri, alla cucina tradizionale, alla musica e alla danza popolare, ai dialetti.
Italea ha costruito una rete sul territorio capillare e dinamica con 20 gruppi regionali e 16 coordinatori. Il sito web italea.com è già stato visitato da oltre un milione e 100 mila persone; sono quasi 5.000 le richieste di viaggi o ricerche genealogiche, 368.000 visualizzazioni del sito Italea Card (la card che offre vantaggi, sconti e agevolazioni per chi viene in Italia a scoprire le sue origini) e 11.252 iscritti al programma. E ancora: 833 Comuni coinvolti e 742 eventi già organizzati. Oltre 60 eventi di sensibilizzazione in Italia organizzati dalle Italee regionali per favorire le occasioni di collaborazione e confronto; 19 missioni all’estero in 13 Paesi con una partecipazione stimata di oltre 1,5 milioni di persone.
In questo ambito è stata inoltre annunciata la nascita di una rete dei Musei dell’Emigrazione italiana inseriti nel Progetto Italea. “Il patrimonio custodito dai nostri Musei dell’Emigrazione deve essere condiviso e messo a disposizione dei viaggiatori delle radici che vengono a visitare i luoghi da cui sono partiti i loro antenati – ha detto Giovanni Maria De Vita, Responsabile del Progetto Italea per il Ministero degli Affari Esteri – ma anche dell’opinione pubblica italiana affinché conosca e apprezzi la storia dell’emigrazione e si renda conto del potenziale che offre questa eccezionale risorsa rappresentata dagli 80 milioni di italiani all’estero, che hanno raggiunto tutti i vertici delle società in cui vivono”.
Significativa la lista dei Musei che hanno finora aderito alla Rete:
• Abruzzo – Fondazione Genti d’Abruzzo Onlus, ente gestore del Museo delle Genti d’Abruzzo – Pescara.
• Basilicata – Museo Emigrazione Lucana – Centro Lucani nel Mondo “Nico Calice” – Lagopesole (PZ).
• Campania – Museo del Cognome – Padula (SA)
• Calabria – La Nave della Sila – Spezzano della Sila (CS); Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni – Cariati (CS).
• Emilia-Romagna – Centro di documentazione dell’emigrazione parmense Bedonia – Parma.
• Liguria – Museo Internazionale dell’Emigrazione Italiana – Genova; MuSel – Museo Archeologico e della Città di Sestri Levante – Sestri Levante.
• Marche – MEMA – Museo dell’Emigrazione Marchigiana – Recanati.
• San Marino – Museo dell’Emigrante – Centro di ricerca sull’emigrazione.
• Molise – Museo Comunale delle Migrazioni – Vinchiaturo (CB).
• Piemonte – Centro Studi Silvio Pellico ETS, Comitato di gestione del Museo Regionale dell’emigrazione dei Piemontesi – Frossasco (TO); Museo Regionale dell’emigrazione vigezzina nel mondo – Museo Spazzacamino – Santa Maria Maggiore.
• Sardegna – MEA – Museo dell’emigrazione sarda – Asuni.
• Sicilia – Museo Eoliano dell’emigrazione – Salina (ME); Museo Ibleo dell’Emigrazione – Giarratana (SR); Museo Etnologico Caropepe Valguarnera – Caropepe (EN); Ecomuseo Petra d’Asgotto Nicosia (EN); Museo dell’Emigrazione dell’Area Trapanese di Santa Ninfa – Santa Ninfa (TP); Museo Tempo Canicattini Bagni (SR).
• Toscana – Archivio Diaristico nazionale – Pieve Santo Stefano.
• Veneto – MiM Museo interattivo delle migrazioni – Belluno.
Da questo primo “censimento” (in corso di aggiornamento) emerge la vastità del fenomeno migratorio italiano, diffuso su tutto il territorio nazionale, ed il suo valore, attraverso i luoghi della conservazione di tante, diverse storie “locali” ed insieme richiamo identitario per chi ha lasciato la terra d’origine. Un invito per tutti a vivificare queste radici e – sull’esempio della “talea” – a moltiplicarne la memoria.
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