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Nuoto, Italia da 9 medaglie ai Mondiali 2024 di vasca corta: bene, ma non benissimo

Titoli di coda su questa lunghissima stagione natatoria. I protagonisti della piscina hanno dovuto affrontare un’annata molto ricca di eventi ed è naturale per chi si è sobbarcato tutti gli impegni avere un po’ di stanchezza. I Mondiali di vasca corta di Budapest (Ungheria), però, non sono stati la fine, ma l’inizio di un nuovo cammino. Già, perché il cammino verso Los Angeles 2028 è appena cominciato.

Lo dimostra il pauroso dato degli Stati Uniti in questa competizione. In passato, gli States non si erano “sprecati” nelle rassegne in corta, dando priorità essenzialmente alle competizioni nella piscina da 50 metri per la valenza olimpica che la contraddistingue. In questo caso, però, le cose stavano diversamente. I Giochi di Los Angeles 2028 saranno la tappa finale e la Federnuoto americana ha deciso di porre le prime basi già da questa manifestazione.

Ed ecco spiegate le 39 medaglie conquistate (18 ori, 13 argenti e 8 bronzi) con 21 record del mondo annessi, di cui 9 della straordinaria Gretchen Walsh a livello individuale, senza dimenticare i due dal peso specifico importante nei 200 stile libero uomini di Luke Hobson. E l’Italia come ha risposto?

La formazione tricolore si è presentata senza i suoi Big-Three a questa rassegna. Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi e Gregorio Paltrinieri, medagliati alle Olimpiadi di Parigi, non facevano parte di questa spedizione. Inutile negarlo, tali defezioni hanno inciso nel computo complessivo, dal momento che si è passati dalle 16 medaglie nelle edizioni di Abu Dhabi 2021 e di Melbourne 2022 alle 9 della Duna Arena.

Tuttavia, bisogna dire che Cesare Butini, scientemente, ha deciso di iniziare un discorso di ricambio generazionale. Nei 28 elementi presenti in Ungheria (16 uomini e 12 donne) sono stati coinvolti 7 atleti nati tra 2004 e 2007 e 13 tra 2000 e 2003. In questo contesto, è spettato ad Alberto Razzetti recitare il ruolo del primattore, con quattro medaglie mondiali (2 argenti e 2 bronzi), mentre a Sara Curtis il riferimento della nuova generazione, citando l’unico oro della squadra tricolore nella 4×50 stile libero mista. Doveroso aggiungere altri dati come i 24 primati personali di cui un record europeo, 5 record italiani e un record mondiale giovanile; 5 record italiani di staffetta; 30 pass nelle finali.

Ci sono però delle problematiche relative al mezzofondo, con poca qualità al momento dietro a Paltrinieri e a Simona Quadarella, se si esclude un buon Luca De Tullio che sotto la guida di Fabrizio Antonelli potrebbe continuare a crescere. In più, si spera che i quarti posti di Benedetta Pilato si trasformino in medaglie pesanti come nel 2022. Una rassegna iridata complicata per la pugliese che, per sua stessa ammissione, ha sperimentato in questo scorcio d’annata per mettersi alla prova. In sostanza bene, ma non benissimo perché il mondo corre e non aspetta.