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Malagò premia Barelli e Lotito: la scelta dei due Forza Italia con vista sulla necessità di un intervento politico per guidare ancora il Coni

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Lunedì 16 dicembre, nella cornice dell’Auditorium di Roma si svolge la cerimonia dei Collari d’oro, la più alta onorificenza sportiva che ogni anno viene conferita ad atleti, dirigenti e società che si sono distinti per i loro meriti sul campo. Insieme ai grandi campioni dello sport italiano, il Coni di Giovanni Malagò stavolta premia Forza Italia: sul palco saliranno infatti anche due big del partito, il capogruppo Paolo Barelli, per gli incarichi nel nuoto, e l’onnipresente Claudio Lotito, con la sua Lazio. Entrambi i premi rappresentano una notizia. Secondo il regolamento, il collare spetta di diritto agli atleti che nell’anno precedente hanno conquistato un titolo olimpico o mondiale, quindi sui vari Nicolò Martinenghi, Thomas Ceccon, le ragazze del Italvolley, Jannik Sinner e gli altri eroi della Coppa Davis, nessuna discussione. Poi però ogni anno il Coni – cioè Malagò – può indicare cinque personalità e cinque società, di sua determinazione. E qui inizia la parte più discrezionale.

Il collare a Barelli è sorprendente perché non soltanto significa vedere Malagò e il numero del nuoto nella stessa stanza, cosa già di per sé abbastanza rara conoscendo il loro pessimo rapporto, ma addirittura il primo premiare il secondo. Dai vecchi attriti che risalgono all’inchiesta della Corte dei Conti per i finanziamenti ai Mondiali di nuoto, alle più recenti divisioni politiche sui mandati, la loro rivalità è storia. Ulteriore paradosso è che l’onorificenza maturi per il ruolo di vicepresidente della Federazione mondiale fino al 2022, proprio dopo che Barelli ne è stato spogliato a seguito delle squalifiche della Commissione etica (un anno effettivamente scontato, altri due cancellati in appello), di cui rimane eco a livello internazionale. In Italia, invece, lo premiamo.

Quanto alla Lazio e a Lotito, qui entriamo proprio nel campo delle anomalie. Il collare d’oro infatti si può dare alle società che abbiano superato i 100 anni di vita, requisito che in effetti il club biancoceleste ha maturato. Peccato però che il collare l’abbia già avuto: nel 2002, appunto subito dopo il centenario, come Polisportiva. E il regolamento dice che si può avere soltanto una volta. In questo caso la deroga viene motivata con la concessione specifica alla società calcistica, che però fa comunque parte della Polisportiva quindi la forzatura è evidente. C’è chi ha voluto vedere in questo doppio premio a Forza Italia qualcosa più d’una coincidenza: un estremo, disperato tentativo di Malagò di accreditarsi di fronte alla politica, nel momento in cui il numero uno dello sport italiano si gioca il tutto per tutto per la riconferma.

A maggio scadrà il suo terzo e ultimo mandato fissato per legge e ha bisogno di una legge ad hoc per rimanere al Coni, con un quarto mandato (o almeno una proroga fino alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026). Del resto, proprio Barelli è considerato nei palazzi del potere il “sicario” di Malagò, come artefice dell’emendamento che ha salvato tutti i presidenti federali (per cui il tetto è stato cancellato), lasciando giù dal carro solo il presidente del Coni. Chissà che seppellire l’ascia di guerra, con un premio così gradito a Barelli, non possa aiutare la causa. Mentre il favore di Lotito può sempre far comodo in Parlamento, dove lui manovra le truppe della maggioranza come pochi altri. Se c’è un vero segnale politico che arriverà dalla cerimonia, però, è un’assenza: quella di Giorgia Meloni, la premier che di solito presenzia ai collari d’oro – in passato erano venuti Draghi, Conte, Gentiloni, solo per citare gli ultimi in ordine cronologico – e che stavolta invece diserterà l’evento. Forse anche per risparmiarsi l’ennesima domanda sul futuro di Malagò.

X: @lVendemiale

L'articolo Malagò premia Barelli e Lotito: la scelta dei due Forza Italia con vista sulla necessità di un intervento politico per guidare ancora il Coni proviene da Il Fatto Quotidiano.