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I primi 100 anni dell'Istituto Luce

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La bellezza e l’amore, il cibo, la musica, il crimine, la famiglia e il confronto generazionale sono al centro di un progetto visivo corale che attraversa 100 anni di cinema, storia, costume e cultura italiani. Sette registi hanno firmato altrettanti cortometraggi che, attraverso un abile lavoro di montaggio, intrecciano il repertorio archivistico dell’Istituto Luce con un linguaggio contemporaneo.

Presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle come evento in collaborazione con Alice nella Città, 100 di questi anni è un film a episodi prodotto da Luce Cinecittà e Archivio Luce, con la collaborazione di Grøenlandia, ideato per festeggiare il centenario di Luce, una delle più importanti istituzioni cinematografiche italiane e internazionali, nata nel 1924. Utilizzando la chiave di lettura della commedia, i cineasti Michela Andreozzi (100 modi di essere bella), Massimiliano Bruno (100 Ciak), Claudia Gerini (Campare 100 anni), Edoardo Leo (99 ingredienti +1), Francesca Mazzoleni (100 di questi giorni), Rocco Papaleo (100 note) e Sydney Sibilia (100% criminale) hanno attinto a materiali esistenti ricontestualizzandoli all’interno di nuove storie e ridefinendone il senso originario. Una composizione di fantasia che gioca tra realtà e finzione, affrontando la complessità della società dell’oggi.
Protagonista dei cortometraggi, oltre a due degli stessi autori (Claudia Gerini e Rocco Papaleo) un cast di interpreti composto da Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Federico Maria Galante, Carlo De Ruggieri, Maria Chiara Giannetta, Paola Minaccioni, Vincenzo Nemolato, Claudia Zanella e Francesco Leo.

«Aprire gli archivi Luce al grande pubblico, e rielaborarli per renderli attuali, significa rendere accessibile a tutti un tesoro visivo e culturale che racconta la nostra storia collettiva», ha detto a Panorama Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà. «È un’opportunità per permettere a tutti di immergersi nel passato del nostro Paese, comprendendone le trasformazioni. Questo progetto fa riscoprire al pubblico le radici di ciò che siamo».

Tra i corti, quello di Francesca Mazzoleni indaga il tema dei legami, dell’amore e delle scelte di vita attraverso una seduta di ipnosi. «Insieme agli autori, abbiamo deciso di raccontare la crisi delle relazioni, la paura del matrimonio, i dogmi della fede, l’istinto e il desiderio. Abbiamo cercato un pretesto, insomma, per porci delle domande sul nostro tempo attraverso temi che sentivamo profondamente vicini e attuali» ha raccontato la regista. «Abbiamo usato due tipi di materiali storici: uno costituito da cortometraggi di educazione cattolica, per rappresentare i ricordi del passato familiare del protagonista, l’altro di filmati dei primi camping nudisti al mondo, e lo abbiamo utilizzato come se fosse il suo subconscio, il campo del desiderio, l’eros che riemerge incontrollabile durante la seduta. Mi è piaciuto pensare al materiale d’archivio come una nostra memoria collettiva».

Il linguaggio scelto per questo viaggio è la commedia «poiché rappresenta un genere che ha fatto conoscere l’Italia cinematografica al mondo, riuscendo a raccontare in modo semplice e diretto le complessità della vita e regalando leggerezza anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo» ha concluso Sbarigia. «In questo solco di storia e contemporaneità, l’Archivio Luce continuerà a sviluppare progetti per valorizzare e promuovere il patrimonio anche dopo questo centenario. Da dicembre abbiamo in programma una mostra dedicata alla costruzione dell’Autostrada del Sole».

Nella prossima primavera il film 100 di questi anni, scritto da Beatrice Campagna, Armando Festa, Matia Frignani e Gianni Corsi, arriverà nelle sale cinematografiche. Sembra preannunciarne l’importanza la voce storica fuoricampo di 100 Ciak: «Se per dannata ipotesi dovessero chiudersi le 13 mila sale italiane, un improvviso squallore scenderebbe su queste liete vie dove le ore della sera si tramutano in ora della fantasia».