Dal burro artigianale di Parigi al cioccolato con pistacchio e sesamo di Dubai: viaggiare per assaggiare i cibi virali è il nuovo trend di TikTok
C’è chi attraversa mezzo mondo per degustare un cibo virale proposto dai food influencer su TikTok. Ma dato che ogni viaggio – pure di lavoro – è sempre una scoperta, tanto vale lanciarsi in assaggi ovunque ci si trovi, fosse anche una rapida gitarella. Anche se è solo a due passi da casa, una specialità fino ad allora sconosciuta può diventare una rivelazione per il palato.
“Cosa sarebbe un viaggio senza le sue scoperte culinarie?” Con queste parole si apre l’hashtag #travelfood, su TikTok, con i suoi 43,2K post. La piattaforma social è prodiga di suggerimenti per chiunque voglia assaggiare cibi nuovi e stimolanti fuori casa. Ma, sull’onda dei suggerimenti dei food influencer, non è indispensabile fare come certi follower, che hanno percorso migliaia di chilometri solo per degustare il burro artigianale a Parigi, le patate arrosto da due ambulanti inglesi (dopo una lunga fila), i panini di sottaceti a New York (fuori cetriolini, dentro salumi o formaggi). Da parte sua la food influencer Maria Vehera (2,3 milioni di follower), che si filma mentre con aria estatica o con gli occhi sgranati divora quantità industriali di dolci grondanti di creme, ha invogliato un po’ di seguaci a partire per Dubai solo per assaggiare una tavoletta di cioccolato farcita con crema di pistacchi e di sesamo. Ma le scoperte si possono fare ovunque ci si trovi, e possono diventare altrettanto virali.
Sul posto
Può trattarsi di cibi ormai tanto diffusi da essere entrati nella nostra quotidianità, come l’hummus di ceci o il cuscus. Ma ben altra cosa è gustarsi l’hummus insieme agli antipasti tipici del Vicino Oriente, i mezeh, che si mangiano in Grecia, Egitto, Turchia, Armenia, Bulgaria. Visitare la Tunisia o il Marocco senza aver provato il vero cuscus in un locale semplice con le piastrelle alle pareti (consigliato da una guida affidabile) vuol dire perdersi qualcosa. E che dire della cucina cinese? Dopo anni di riso alla cantonese e di involtini primavera, sul posto si scopre tutt’altra realtà. Per esempio che esistono panini al vapore farciti con marmellata di fagioli azuki, o pasta in brodo lunghissima, preparata da esperti pastai sotto i nostri occhi e da prelevare con le bacchette. Spruzzi assicurati! Ovunque si vada, bisogna dunque informarsi e lanciarsi con cognizione di causa in avventure scoperte gastronomiche vecchie e nuove.
Ed ecco la nostra selezione di cibi regionali virali (se non lo sono prima, lo diventano dopo!), da assaggiare sul posto “già che ci siamo”. Chiaramente l’elenco di squisitezze da scoprire è molto più lungo: questo vuole essere solo un input per ingranare la marcia.
Abruzzo. Scrippelle ‘mbusse è il nome di una raffinata e golosa specialità teramana. Si tratta di crespelle farcite con parmigiano o pecorino, arrotolate e adagiate in un piatto fondo, quindi ricoperte di buon brodo e spolverizzate di formaggio grattugiato.
Basilicata. Diffuse in tutta regione sono le lagane, tipica pasta simile alle tagliatelle, ma più larghe e spesse, di sola acqua e farina. Il condimento per eccellenza sono i ceci, conditi con pomodoro, aglio e peperoncino, ma ci sono anche varianti con i fagioli.
Calabria. Lo stocco (stoccafisso) è tra i cavalli di battaglia calabresi, buono con i bucatini, con il cavolfiore, o alla mammolese – alla moda di Mammola, paese sul versante ionico. Qui si cucina con pomodori, cipolle rosse, patate, olive e capperi.
Campania. Lo street food tipico di Napoli? La pizza, certo, ma quella a portafoglio: più piccola di quella al piatto, serve giusto per placare un languorino. Viene servita aperta su un foglio di carta paglia e va ripiegata su se stessa sui due lati. Ed eccola pronta per essere mangiata mentre si passeggia all’ombra del Vesuvio!
Emilia-Romagna. Siete diretti nel Piacentino? Non mancate di assaggiare i pisarei e fasò, primo piatto a base di gnocchetti di pangrattato conditi con fagioli al pomodoro.
Friuli–Venezia Giulia Se la primavera è la stagione delle spesse frittate stracolme di erbe di campo, tutto l’anno si può gustare il frico, rustico tortino a base di patate e formaggio, morbido dentro e croccante fuori. Si trova già pronto in alcuni negozi anche fuori regione, ma cucinato dagli esperti è imperdibile.
Lazio. Gaeta, cittadina del basso Lazio che si protende in mare su una penisola, vanta una torta salata di antiche origini: la tiella, cotta in una teglia bassa (detta tiella). Sono due sfoglie di pasta da pane farcite con polpo e pomodoro o con olive e scarola.
Liguria. Stretta tra il mare e i monti, La Spezia non è forse la città ligure più visitata ma vale la pena scoprirla. E già che si è lì, gustare la densa e saporita mesciua, preparata con ceci, fagioli e grano.
Lombardia. Un’alternativa ai burrosi e formaggiosi pizzoccheri per chi sta battendo la Valtellina? Ecco gli sciatt, golose frittelle di grano saraceno, gonfie e tondeggianti, farcite con filante formaggio casera.
Marche. Non lontano dal mare, arroccata su un colle, ecco l’antica Ripatransone (AP), la patria del ciavarro, o “ricetta delle 12 pentole”. È un minestrone svuota-dispensa, preparato con tanti legumi (tra cui le immancabili cicerchie) e cereali quali mais e grano, il tutto cotto separatamente e legato con la salsa. Si può gustare con la cacciannanze, tipica focaccia al rosmarino.
Molise. Curiosi di assaggiare i taralli in veste dolce? Non vi resta che recarvi in Molise e. dopo le opportune visite di rito, concedervi il dolce assaggio. Similmente ai taralli salati, quelli dolci vengono prima bolliti e poi infornati; l’impasto però è arricchito con uova, zucchero e acquavite.
Piemonte. Non sarà un piatto light, ma una volta nella vita può valere la pena assaggiare il fritto misto alla piemontese, che comprende quasi venti ingredienti diversi, tra carni, verdure e dolci; per accompagnarla, si trova spesso la tipica salsa verde di prezzemolo.
Puglia. Le scuse per andare nel Salento non mancano mai, e tanto meno per visitare Lecce, la capitale del barocco. E trovandosi lì, non resta che dilettarsi con il rustico leccese, ghiottoneria salata a base di pasta sfoglia ripiena di besciamella, pomodoro e mozzarella.
Sardegna. Non ci si passa per caso, ci si va apposta (e volentieri). E dopo essersi riempiti gli occhi dei bei paesaggi isolanti, perché non assaggiare le seadas? Sono dolci di semola farciti con pecorino fresco grattugiato e aroma di scorza di limone, fritti e serviti con miele di corbezzolo.
Sicilia. La pizza alla siciliana si chiama sfincione ed è un trionfo di sapori. La base è una focaccia morbida e sopra, se siete a Palermo, ci vanno pelati, cipolle, acciughe, pecorino, caciocavallo, pangrattato e origano. Ma se siete a Bagheria, ci trovate cipolle, acciughe, ricotta salata, pecorino, tuma, caciocavallo, mollica. Rosso o bianco, dunque? Ma perché no, entrambi!
Toscana. Le sue tipiche schiacciate (focacce), variamente farcite, impazzano tra i tiktoker. Ma c’è ben di più! Per esempio, se vi trovate in Val d’Orcia puntate sulla vicina Chiusi (SI) e verso il suo lago, ameno specchio d’acqua tra le colline umbro-toscane. Qui si gustano il brustico e il tegamaccio. Il primo è pesce persico locale arrostito su un fuoco di canne lacustri, sfilettato, spinato e servito con olio evo; il secondo una zuppa di pesce di lago, servita nel coccio.
Trentino-Alto Adige. Quando la montagna chiama, come resistere al suo incanto? E dato che camminare e sciare richiedono energia, è possibile ristorarsi con gli Strauben, detti anche fortaie, sorta di frittelline avvolte a spirale servite con la confettura di mirtilli. Vederle e volerle è tutt’uno!
Umbria. Dopo aver battuto in lungo e in largo Assisi, Spello o Foligno, è una buona idea rifocillarsi con il dolce tipico della zona: la rocciata. A forma di mezzaluna, è un involucro di pasta farcito di solito con mele, noci, pinoli, uvetta e prugne secche.
Val d’Aosta. Giornata fredda tra le vette? Scaldatevi con la zuppa valpellinentze. La verza stufata (va da sé, nel burro) viene alternata a strati di pane, ovviamente di segale; poi si ricopre di abbondante fontina, si versa il brodo e si inforna.
Veneto. Lo sapete che i bigoli, i tipici spaghettoni scuri, sono anche da asporto? Escono freschi dall’apposito torchio, vengono conditi con vari sughi – tra cui quello classico, con acciughe, cipolla e prezzemolo – e serviti in pratiche coppette “da passeggio”.
@danielefoodprn La pizza a portafoglio migliore di Napoli? ???? #napoli #pizza #foodtiktok ♬ suono originale – Daniele Bolli
@piacere_lucania Io ve lo dicevo che la tradizione delle “lagane” apparteneva alla storia! Connessa direttamente anche a quella romana. Ma queste “lagane”, quando so nate per la prima volta?? Scopriamolo insieme! #lagane #pastafresca #lucania #basilicata #storia #roma #quintoorazioflacco #venosa #tradizone #ceci #poeta #tradizione #cultura #laganaturo #mattarello #viralvideo #neiperte #fyp #foryoupage #cucinaitaliana #volaneiperte ♬ suono originale – Piacere Lucania
@ilmiosaperfarericette ????RUSTICI LECCESI???? SALVA la ricetta ⬇️ Ingredienti per 6 rustici : 3 rotoli di pasta sfoglia rettangolare 1 uovo passata di pomodoro q.b. 200 ml di besciamella (burro 25 g, farina 30 g, 200 ml di latte, noce moscata q.b., sale) 2 mozzarelle tritate Sale pepe #rustici #rusticileccesi #lecce #salento #salentodamare #salentolife #salentofood #streetfood #foodphotography #foodreels #reelsinstagram #viral #neiperte #andiamoneiperte #viralreels #viralvideos #puglia #pugliafoodporn #pugliagram #puglialovers #pugliafood #ilmiosaperfare #gz #giallozafferano ♬ suono originale – Il Mio Saper Fare
L'articolo Dal burro artigianale di Parigi al cioccolato con pistacchio e sesamo di Dubai: viaggiare per assaggiare i cibi virali è il nuovo trend di TikTok proviene da Il Fatto Quotidiano.