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Atreju, Conte gela Schlein e il Pd: “Non saremo mai junior partner di un’altra forza. Alleanza organica snaturerebbe le nostre battaglie”

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“Noi non saremo mai il cespuglio o il junior partner di nessuna forza politica. Ho sempre detto che non siamo per un’alleanza organica col Pd o con le altre forze, perché snaturerebbe le nostre battaglie”. Ospite di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia a Roma, Giuseppe Conte allarga il solco che divide il Movimento 5 stelle dal Pd, rifiutando – come ha già fatto la sua vice, Chiara Appendino – l’appello della segretaria dem Elly Schlein alla costruzione da subito di un fronte unitario del centrosinistra verso le prossime elezioni politiche. “Noi vogliamo fare il nostro percorso, poi a tempo debito vedremo se ci sono, come speriamo, i presupposti per costruire un’alternativa di governo seria, credibile, solida”, dice il leader pentastellato intervistato da Mario Sechi, direttore di Libero ed ex portavoce della premier Giorgia Meloni. E alla domanda “ma Schlein l’ha capito?” risponde in modo quasi gelido: “È una domanda che dovrebbe fare a lei“. Poi definisce l’ipotesi di una nuova forza politica guidata da Ernesto Maria Ruffini, il direttore dell’Agrnzia delle Entrate dimessosi in polemica con il governo, come un'”operazione nata a tavolino” proprio dal Pd, per “avere anche tante forze intorno, dire cespuglietti è brutto, per poter costruire il senso di una coralità con tanti corollari intorno”.

Un altro passaggio che sembra una stilettata ai dem arriva quando Sechi chiede all’ex premier se si senta di sinistra: “Se sinistra significa combattere il governo attuale solo nel nome dell’antifascismo, non ci sto. Se significa che puoi accogliere tutti quanti indiscriminatamente, non ci sto. Se significa che ti occupi solo dei quartieri residenziali e delle ztl, non ci sto”, dice lui. Sechi lo provoca: “Vuole prendere la tessera di Fratelli d’Italia? Io dopo questa intervista se fossi in Elly Schlein mi preoccuperei parecchio”. Ma Conte ricorda che nella costituente online gli iscritti al Movimento hanno scelto la definizione di “progressisti indipendenti: “Vuol dire che noi abbiamo una visione diversa e alternativa da quella della destra e lavoriamo per costruire un’alternativa di governo. Siamo convinti che bisogna combattere in senso efficace le ingiustizie e diseguaglianze nel Paese, e questa è una vocazione del M5s dalla prima ora. Per noi etica pubblica, disciplina e onore, lotta alla corruzione sono al primo posto”.

Nella prima parte dell’intervista Conte è tornato sulla sua battaglia interna contro il fondatore e Garante del Movimento 5 stelle Beppe Grillo, vinta due volte grazie al voto degli iscritti: “Chi ha seguito la vicenda sa che io non ho sfidato Grillo, è Grillo che ha sfidato la comunità. Io volevo recuperare la partecipazione: sui territori c’è voglia di politica, ma grande disaffezione, sfiducia e convinzione che siano tutti uguali, così l’astensionismo diventa il primo partito. Allora abbiamo avviato questo processo costituente. L’ho detto a Grillo, sulle prime non ha detto nulla, poi ha iniziato ad attaccare e si è messo di traverso“. Se avesse perso si sarebbe ritirato? “Certo che mi sarei ritirato, mi sono messo in discussione e non sarei potuto rimanere lì. Ma non ha vinto Conte, ha vinto la base. È la base che ha detto a Grillo “stai sbagliando, non te lo perdoniamo”. Nell’ultimo mese abbiamo avuto ottomila richieste di iscrizione per effetto di questo grande processo costituente”, rivendica l’ex premier. E conferma che la sua squadra comprenderà le vecchie glorie, “quelli che non hanno mai abbandonato il Movimento e hanno rispettato la regola del doppio mandato: Fico, Taverna, Crimi e tantissimi altri”.

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