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La Germania, la crisi e lo spavento della povertà. L’allarme dei banchi alimentari: “Da inizio guerra assistiti aumentati del 50%”

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“Dall’inizio della guerra d’aggressione all’Ucraina, i banchi alimentari hanno avuto in media il 50% in più di clienti a livello nazionale”. La Germania si riscopre un po’ più povera e a testimoniarlo è il presidente dell’organizzazione nazionale che raggruppa i banchi alimentari, Andreas Steppuhn. I dati dicono che i banchi alimentari sostengono ormai circa 1,6 milioni di persone e circa il 60 per cento delle strutture, secondo l’organizzazione di categoria, deve ridurre la distribuzione. Un terzo sta cercando di lavorare con fermi temporanei o liste di attesa; altre razionano il cibo.

“Con soluzioni come queste i banchi alimentari cercano di restare a galla ed allo stesso tempo di aiutare quante più persone possibile” ha dichiarato Steppuhn. Il costo della vita è aumentato, ma i salari e le pensioni non altrettanto, e il numero dei bisognosi è cresciuto. Il fenomeno è evidenziato dal dato statistico, secondo l’Istituto nazionale Destatis il prezzo dei beni alimentari è cresciuto dell’1,8% con un’inflazione al 2,2%; il tasso di popolazione a rischio di povertà è ormai pari al 14,4% (cioè quasi 12 milioni di persone) e la quota di popolazione che si percepisce minacciata da povertà od isolamento sociale il 21,3%. In pratica quasi 1 abitante su 7 è povero (dato aggiornato al 2023), specificando che il livello di povertà è definito per un single in un reddito annuo non superiore a 15.765 euro e per una famiglia con due bimbi sotto i 14 anni in 33.106 euro. Uno studio del Centro di ricerca congiunto delle associazioni paritetiche riferisce il fenomeno anche agli affitti e le spese accessorie elevati. Molte famiglie spendono più di un terzo del loro reddito per i costi abitativi, alcune addirittura più della metà.

Ma cosa c’entra la guerra in Ucraina? La crisi economica tedesca è dovuta a problemi strutturali, solo uno dei quali è stato l’aumento del prezzo dell’energia scatenato dal venire meno del gas russo. L’afflusso dei profughi e la corsa a riarmare l’Ucraina hanno avuto anch’essi un peso sulle casse nazionali. Anche se non sono certo la causa unica della stagnazione dell’economia e dei pronostici di solo una mini-crescita del Pil nel 2025, l’aumento della povertà che si registra a livello nazionale ha un nesso anche con il conflitto in Europa.

I banchi alimentari auspicano ad ogni modo un maggior impegno pubblico alla lotta alla povertà. Il cancelliere Olaf Scholz ha lanciato in un’intervista televisiva il proposito di abbattere l’Iva sui generi alimentari al supermercato dal 7 al 5%, ma resta per ora una boutade elettorale. L’idea ha oltretutto registrato reazioni diverse. Mathias Middelberg (cristianodemocratico della Cdu) la bolla come “esca elettorale a buon mercato” dubitando che lo sconto Iva raggiungerebbe i consumatori e sottolineando che servirebbe piuttosto un intervento mirato per i lavoratori a basso reddito. L’Associazione tedesca dei commercianti (Hde) aggiunge che comporterebbe inutili costi amministrativi. Ma anche l’economista Friedrich Heinemann del Centro per la ricerca economica europea (Zew) descrive la misura costosa e poco precisa: “E’ vero che il cibo è più importante nel carrello della spesa delle famiglie più povere – ha detto alla tv pubblica Ard – tuttavia, ci sono grandi effetti inerziali sulla classe media e sui ricchi; tutti ne trarrebbero beneficio”; mentre poi tutta la comunità dei contribuenti dovrebbe coprire la perdita di reddito. Per contro il capo economista della Ing Carsten Brzeski – aggiunge ancora la Ard – vedrebbe proprio per le famiglie a basso reddito, per le quali gli alimentari sono una percentuale relativamente elevata della spesa totale, un effetto positivo, idoneo a rafforzare potere di acquisto e ridurre divario sociale.

L’idea per Steppuhn è un primo passo immaginabile, ma niente di più, ed invita i politici a combattere “finalmente sul serio” la povertà. I banchi alimentari volontari non possono assorbire e farsi carico di ciò che lo Stato non è stato in grado di fare per decenni. Dal loro punto di vista, ciò che serve è una sicurezza per l’infanzia ben finanziata, salari a prova di crisi, pensioni a prova di povertà e alloggi a prezzi accessibili. “Ci sono molte viti che devono essere girate.”

Un piccolo segnale positivo è giunto venerdì dall’annuncio che socialdemocratici, verdi e liberali – la maggioranza di un governo che sta per concludere la sua corsa – si sono accordati ad approvare al Bundestag la legge per lo smantellamento della cosiddetta “progressione a freddo” e l’aumento degli assegni familiari (il Kindergeld). Ma è solo una goccia, l’aumento degli assegni familiari sarà di appena 5 euro portandoli a 255 euro, stesso dicasi per l’ulteriore supplemento immediato per l’infanzia a vantaggio delle famiglie povere che arriverà a 25 euro. Più evidente l’aumento di 60 euro all’esenzione per i figli, che arriverebbe così a 6.672 euro. La detrazione fiscale di base aumenterebbe da gennaio di 312 euro arrivando a 12.096 euro e salirebbe ancora nel 2026, per abbattere la progressione dell’incremento di imponibile dovuto all’inflazione. La legge, peraltro, oltre che essere ancora presentata al Bundestag dovrà poi passare anche al Bundesrat dove la Cdu potrebbe bloccarla e ad ogni modo slitterà ormai a febbraio, nel pieno della campagna elettorale che porterà al voto anticipato il 23 di quel mese.

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Nella foto in alto | Una donna chiede l’elemosina nella principale via commerciale di Francoforte

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