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Malore fatale dopo la chemio, Sara muore a 50 anni

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Si donava, viaggiava, amava il mondo e la vita. Sara Trento si è spenta mercoledì ad appena cinquant’anni. Viveva a Busiago di Campo San Martino, è stata una figura amata e rispettata nella sua comunità.

Lavorava da 19 anni come impiegata amministrativa a San Martino di Lupari, alla Ceei, ma il suo impegno andava ben oltre l’ufficio. La sorella maggiore Katia – compagna di vita, di viaggi, di tutto – la racconta: «La sua voce risuonava nel coro parrocchiale di Busiago, il suo entusiasmo animava il comitato di gemellaggio con Serres-Castet in Francia, dove organizzava incontri con passione e dedizione.

Sara era anche una delle anime della festa “Love Generation”, un evento che rifletteva la sua capacità di unire le persone e creare momenti di condivisione».

Il ritratto

Un intreccio di gesti generosi e amorevoli. «Dopo la morte del papà l’anno scorso, Sara era diventata il pilastro di madre Edoarda, il suo braccio destro e il suo sostegno quotidiano. La sua energia e il suo spirito positivo sembravano inesauribili, anche di fronte alle difficoltà». Mercoledì, però, qualcosa si è spezzato.

«Era stata ricoverata la scorsa settimana allo Iov di Castelfranco, dopo che si era sentita poco bene dopo l’inizio del primo ciclo di chemioterapia. A settembre era stata sottoposta a un intervento all’intestino» spiega la sorella. «L’operazione era andata bene, Sara si era ripresa con quella forza che la caratterizzava. Ma mercoledì è stata colpita da un improvviso malore che le è stato fatale». Per chiarire le cause della morte, i medici hanno disposto l’autopsia. Nel frattempo, la comunità è immersa in un silenzio carico di incredulità e dolore.

Sara lascia un vuoto incolmabile in chi l’ha conosciuta. Con Katia aveva un sodalizio speciale: «Il nostro era un rapporto che andava oltre il semplice legame di sangue: siamo state compagne di vita, di viaggi e di esperienze. Insieme abbiamo esplorato l’Europa, l’Africa e l’America, costruendo ricordi indimenticabili».

I ricordi e il funerale

Anche il cognato Ernesto, marito di Katia, era per Sara una presenza stabile e importante. Ma il cuore di Sara batteva forte soprattutto per le sue nipoti, Martina e Lisa, alle quali era affezionata in una maniera profonda e unica. Per loro era una guida, un esempio, un porto sicuro. I

n questo momento di lutto, la famiglia ha compiuto un gesto di grande generosità, approvando la donazione delle cornee e delle retine di Sara. Un atto che rispecchia pienamente lo spirito con cui lei ha vissuto: donare se stessa agli altri, anche oltre la vita. Il funerale di Sara Trento sarà celebrato lunedì alle 15 a Busiago, domani alle 20 il rosario.

Già si percepisce come l’ultimo saluto sarà un abbraccio collettivo, carico di amore e riconoscenza per una donna che ha saputo rendere migliore il mondo intorno a sé. «Era impossibile non volerle bene» aggiunge ancora Katia, «perché la sua capacità di entrare in sintonia con le persone era unica. Condividevamo ogni pensiero, ogni sogno. Sara era la mia roccia, la mia confidente. Ora che non c’è più mi sento persa, ma allo stesso tempo so che lei avrebbe voluto che continuassi a vivere e a viaggiare, portando avanti il nostro modo di vedere il mondo».