Metalmeccanica e trasporti: in 400 protestano a Udine
Quattrocento, compatti. Bandiere e canti, un fumogeno. Richieste, l’eco di esse andato a risuonare su tutto il territorio udinese, e non solo. Da largo Melzi, davanti alla sede di Confindustria, sino ad impianti e fabbriche del settore metalmeccanico.
Otto ore di sciopero, i turni della giornata di ieri sparigliati da una protesta consumatasi in tutta Italia in risposta alla mancata volontà delle imprese del comparto a rinnovare il contratto nazionale secondo la piattaforma sindacale presentata a giugno dalle maestranze. Quattrocento lavoratori: braccia incrociate per loro ma anche per le tute blu che hanno aderito alla mobilitazione facendo sentire la propria voce, anzi, la propria assenza, all’interno delle imprese chiamate in causa.
«Nelle grandi aziende, dove la copertura sindacale è piuttosto estesa, l’adesione è stata alta e ha raggiunto anche picchi del 90%»: a illustrare i risultati della giornata Francesco Barbaro, segretario territoriale Fim-Cisl. «Nonostante il freddo e le difficoltà a raggiungere Udine – prosegue il referente sindacale –, c’è stata una buona affluenza anche in città. Hanno partecipato allo sciopero molti delegati delle aziende più rappresentative del territorio, dando un loro contributo con interventi mirati».
Responso positivo anche per David Bassi, segretario territoriale di Fiom-Cgil: «Al di là del presidio fuori da Confindustria, è stato dato un segnale importante all’interno delle singole fabbriche. Ora vediamo se Federmeccanica darà una risposta: in caso contrario, la mobilitazione continuerà.
Ci aspettiamo una disponibilità a poter istituire un tavolo di lavoro per discutere sulla piattaforma che è stata votata da più di mezzo milione di lavoratori». Ma a fermarsi ieri sono state anche altri settori in virtù della protesta di ventiquattr’ore indetta dall’Unione sindacale di base (Usb).
Coinvolto, in particolare, il settore del trasporto pubblico dopo che il Tal del Lazio aveva sospeso la precettazione del ministro Matteo Salvini, il quale aveva firmato un’ordinanza per ridurre a quattro ore l’astensione.
«A livello regionale – commenta Massimiliano Generutti, coordinatore del trasporto pubblico locale Usb – c’è stata una buona risposta. A Udine l’adesione è stata più tiepida rispetto al solito: l’urbano, al mattino, ha toccato il 43%, mentre nel pomeriggio il 55%. Per l’extra-urbano siamo al 50%. Dal punto di vista tecnico, l’Usb ha una struttura legale che ha permesso di rispondere alla precettazione del ministro. Il nostro è stato uno sciopero regolare».
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