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Multe ai no vax, perché toglierle è un gesto di pacificazione necessario (e aiuta le casse dello Stato)

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È giusto o meno cancellare le multe ai no-vax? Mentre la politica si confronta e, a tratti scontra, sulla questione inserita dal governo nel decreto Milleproroghe, già bollinato dalla Ragioneria dello Stato, c’è chi più che delle polemiche si preoccupa di spiegare la ratio del provvedimento. Che non è affatto un favore ai furbi, come va dicendo l’opposizione, ma un modo per chiudere una pagina lacerante per il Paese, nella quale anche lo Stato ha compiuto dei passi falsi. E che, tra l’altro, rischia di comportare ulteriori esborsi per le casse pubbliche, considerando che le spese per esigere i pagamenti sarebbero superiori agli introiti.

Bignami: “L’obbligo vaccinale ha rappresentato una sconfitta per lo Stato”

“Per Fratelli d’Italia l’obbligo vaccinale ha rappresentato una sconfitta per lo Stato, perché fu un’imposizione con cui si obbligava qualcuno a un trattamento sanitario”, ha spiegato il capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami. “Lo Stato aveva il compito di convincere spiegando e non di obbligare. Con questa scelta abbiamo deciso di chiudere una vicenda che potrebbe avere più ombre che luci, senza considerare che i costi delle contravvenzioni rischiavano di rendere non economica l’esazione”.

Lupi: “Sono cifre esigue, esigerle rischia di costare più di quanto si incassa”

Anche il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, ribadendo l’importanza della vaccinazione, ha sottolineato che “sulla norma tecnica che riguarda l’abolizione delle multe per i no vax” non vi è alcun0 “colpo di spugna”. “Ci confronteremo in Parlamento e valuteremo la sua convenienza economica. Trattandosi di una cifra esigua, si rischia di spendere, per incassarla, più soldi di quanti ne entrerebbero”, ha avvertito Lupi.

Il medico e senatore Zullo: “Le istituzioni non hanno aiutato gli scettici a fidarsi”

“Voglio partire da una premessa: sono un medico igienista assolutamente convinto dell’utilità dei vaccini, formato in una scuola di specializzazione il cui direttore, mio maestro, era portatore della convinzione secondo la quale un vaccino non si deve negare a nessuno”, ha sottolineato poi, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos, il senatore di FdI e medico Ignazio Zullo, allontanando dunque qualsiasi possibilità di sospetto su eventuali tendenze no vax. Zullo ha voluto ricordare che molti fattori “non hanno aiutato gli scettici a fidarsi, e un po’ di responsabilità è da attribuire alle istituzioni”. Zullo ha citato in particolare “le vicissitudini legate al vaccino Astrazeneca, da somministrarsi in un primo momento in soggetti di età inferiore a 50 anni per poi passare alla somministrazione a soggetti di età superiore ai 65 anni; il vaccino Johnson poi messo da parte; il tema del richiamo con vaccino diverso da quello utilizzato nella prima somministrazione; l’insorgere di sintomi tromboembolici”, oltre a “un’informazione sui media non propriamente univoca”.

Togliere le multe ai no vax è “un gesto di clemenza” per chiudere la stagione delle divisioni

“Fatte queste premesse – ha proseguito l’esponente di FdI – oggi abbiamo il dovere di indurre in quelle persone assoggettate a multe quel senso di fiducia nei vaccini che è mancato in loro nella campagna vaccinale anti-Covid e rimuovere la multa va inteso come gesto di clemenza, di pacificazione che va coniugato con una corretta informazione e formazione sui vaccini. Perseverare oggi con le multe – ha chiarito Zullo – significa mantenere un muro di separazione netta tra il sistema e i no vax. E questo non va bene perché le pandemie sono ricorrenti e dobbiamo sempre aspettarci che quello che è accaduto con il Covid possa riaccadere. Per questo considero la misura del governo Meloni una misura giusta, oggi indispensabile e quanto mai accettabile”, ha concluso il senatore di FdI.

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