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Passione per il legno e cura per i dettagli nelle creazioni di Sandro

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CHAMPDEPRAZ. Da sempre grande conoscitore e appassionato di legno, tanto da farne una professione ricca di spunti e dettagli collegati alla sua terra natale, l'amata Valle D'Aosta, Sandro D'Herin, 63 anni, di Champdepraz, racconta il suo apprezzato percorso.

In che modo, con il suo lavoro, rappresenta la Regione in cui vive?
«Quando realizzo un oggetto, ad esempio una porta, una finestra, un mobile su misura un'antina, cerco sempre di rappresentare il territorio da cui provengo e lo faccio raffigurando simboli cari alle nostre montagne, come ad esempio il cuore, che viene spesso intagliato e raffigurato in altorilievo su ogni tipologia di legno, da quello più duro a quello invece più morbido, o i simboli montani».

Com'è nata la sua passione per la lavorazione del legno?
«Ho studiato da falegname alla scuola salesiana Don Bosco di Châtillon e durante gli studi, dove ogni giorno cercavo di carpire segreti per il mio futuro in questo campo, ho anche iniziato a lavorare da un falegname della zona durante le estati e, appena finita la scuola, ho voluto continuare con questo lavoro perché mi appassionava sempre più. Ho voluto fare la parte teorica a scuola, ma in contemporanea iniziare la pratica da un professionista per poter entrare il prima possibile nei meccanismi di questa attività che, da allora ad oggi, mi sta dando grandi soddisfazioni».

Una volta terminato il periodo scolastico, com'è proseguita la sua vita?
«A 19 anni ho prestato il servizio militare, ma come obiettivo avevo sempre in mente di lavorare il legno per conto mio. Una volta terminato quel percorso, si sono aperte ufficialmente le porte della mia attività, non più per conto di altri falegnami, ma autonomamente. Il sogno lo avevo realizzato, ben sapendo che andava alimentato ogni giorno, ad ogni lavoro e con ogni cliente».

Come nasce la passione per questo ambito?
«Ho scelto questo mestiere perché è molto vario, non si fa mai la stessa cosa. Per quanto riguarda i mobili, ad esempio, ognuno è diverso dall'altro, come anche nel caso di finestre e porte. Per confezionare ciò che il cliente desidera occorre usare la fantasia, ma anche l'esperienza acquisita nel corso degli anni ed inventare soluzioni per cercare di risolvere i problemi che si vengono a creare: quando si è in contatto con il cliente è necessario sempre far capire nel miglior modo possibile come sarà il lavoro finito. Illustrargli la soluzione finale e valutare se quanto viene proposto è esattamente ciò che il cliente desidera, perché un mobile o un qualsiasi altro oggetto che viene creato fa poi parte per sempre della vita della persona che lo commissiona».

Quanti tipi di legni utilizza?
«Per quanto riguarda i legni preferisco sempre utilizzare quelli del territorio della Valle d'Aosta, come castagno, cirmolo, abete, noce, rovere e bosso, tutte tipologie che hanno caratteristiche diverse tra loro, quindi bisogna consigliare quello più idoneo al tipo di lavoro. Per realizzare una scala, ad esempio, è meglio un legno duro, perché si usura di meno ed è più resistente».

Nel corso di questi anni ha frequentato anche scuole d'intaglio e di scultura del territorio, come ad esempio quelle di Lillianes, Antagnod, Donnas, Issogne e Pont-Saint-Martin, soltanto per citarne alcune, o ha tenuto corsi in queste scuole?
«Le scuole d'intaglio e scultura nella nostra Regione sono davvero molte e sono una risorsa molto importante, perché si mantiene viva la tradizione della lavorazione del legno. Purtroppo, soprattutto per mancanza di tempo, non sono mai riuscito a farne parte, ma apprezzo molto i giovani che decidono di avvicinarsi a questa professione andando a lezione in queste scuole, dove si possono imparare tante cose sul legno ed in molti casi si aprono molte prospettive interessanti».

Quali sono gli aspetti cardine della professione di falegname?
«Sicuramente la passione e la conoscenza del materiale che si ha tra le mani è una competenza molto importante, così come svolgere un lavoro con riflessione e calma. Queste sono virtù che contribuiscono alla qualità del lavoro e, mai come nel mio caso, è importante mettere sul piatto queste caratteristiche per poter continuare a svolgere il mestiere con la stessa determinazione, anche guardando avanti al futuro».