Lido, rimosse le panchine dei senza dimora al terminal Actv
Il terminal Actv di Santa Maria Elisabetta al Lido dice addio, almeno per il momento, alle sue panchine.
Mercoledì 11 dicembre, gli operatori di Veritas, insieme a quelli di Avm e agli agenti di polizia locale, sono arrivati di prima mattina nel piazzale, punto cruciale di snodo per l’isola, per dare il via alla rimozione delle quattro panchine realizzate con legno di briccola riutilizzato e gambe in ferro.
Ufficialmente, la motivazione dietro alla rimozione sta nella necessità di sistemare delle strutture che, negli ultimi anni, mai avevano ricevuto manutenzione.
Il legno ormai, come spiegato dal Comune, era danneggiato per via dei tarli. E i piedi su cui poggiavano le panchine erano ormai completamente arrugginiti e precari.
Non è però un mistero che, da tempo, quelle panchine fossero state al centro di segnalazioni e lamentela di cittadini in transito nel terminal di Actv e di chi lavora nel piazzale, a cominciare dall’edicola di Santa Maria Elisabetta.
Il motivo delle segnalazioni è, come noto, legato alla presenza giorno e notte di persone senza fissa dimora che quotidianamente utilizzavano quelle panchine per bivaccare, stendersi, appoggiare zaini, vestiti, e lasciando poi per terra bottiglie di vino o altri rifiuti.
Non senza qualche problema di natura igienica e di sicurezza. Nei mesi scorsi, sul posto era stato necessario l’intervento della polizia locale e dei carabinieri, oltre che di un’ambulanza, a causa di una rissa violenta in mezzo agli utenti in attesa di bus e battelli scoppiata tra due senza fissa dimora.
Anche di recente, solo pochi giorni fa, un’altra ambulanza era dovuta intervenire a causa di un uomo che aveva perso conoscenza. In casi come questi, l’intervento delle forze dell’ordine è possibile solo quando esistono ragioni di sicurezza pubblica.
Parti del piazzale, poi, venivano usate regolarmente come bagno a cielo aperto. Anche per questo, gli operatori di Veritas sono intervenuti con le idropulitrici per ripulire i resti di rifiuti abbandonati e tracce di bisogni fisiologici.
«È chiaro che in piazzale Santa Maria Elisabetta un problema esista», spiega Michele Zuin, assessore al bilancio e alle società partecipate, «sappiamo anche che in questo modo non si risolve. Ma al di là di ciò, le panchine avevano oggettivamente bisogno di manutenzione». Ora il Comune valuterà se e quando risistemarle.
Come detto, però, il problema in piazzale e all’interno degli imbarcaderi, dove i senza fissa dimora si rinchiudono di notte, è noto da tempo. Così come l’esasperazione di chi lavora quotidianamente a contatto con l’area dove erano installate le panchine e di chi ci passa ogni giorno per salire su un mezzo. Sono coinvolte persone con storie di difficoltà, di nazionalità straniera (Russia, Svizzera, Lussemburgo ed Europa dell’Est), ai margini della società, senza fissa dimora, e che spesso e volentieri rifiutano categoricamente l’intervento degli assistenti sociali.
Più volte, spiegano dal Comune, a loro è stata offerta una sistemazione nelle strutture di ospitalità convenzionate con il Comune, come ad esempio la mensa popolare in campo della Tana o la casa d’accoglienza a Castello. Non essendo previsto alcun obbligo, la risposta è sempre stata negativa.