Narcotraffico, sequestrato bar a San Giusto
SAN GIUSTO. Un colpo durissimo al narcotraffico internazionale è stato inflitto grazie a un’indagine condotta in cooperazione tra Italia e Brasile. L’operazione, frutto di un lavoro investigativo avviato nel 2019, ha portato all'arresto di 23 persone, di cui 5 in Italia e 18 in Brasile, smantellando tre distinti ma collegati gruppi criminali dediti al traffico di droga e al riciclaggio di denaro lungo la rotta atlantica. In Italia, l’attenzione si è concentrata sul Canavese, dove i carabinieri hanno sequestrato numerosi beni, tra cui esercizi commerciali e immobili situati in San Giusto, Montalenghe e Chivasso, tutti ritenuti collegati ai proventi del narcotraffico. Tra questi il Caffè della Torre di San Giusto, di fianco all’ufficio postale e il noto ristorante Quattro chiacchiere di Chivasso, il cui titolare, il sangiustese Nicola De Carne, 29 anni, è l’unico canavesano tra i 5 fermati. Sequestrata anche una lussuosa villa bifamigliare a Montalenghe
Una sinergia vincente
Denominata “Operazione Samba”, l’indagine ha visto la Direzione distrettuale antimafia di Torino collaborare con i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Torino, la Polizia federale brasiliana, e una Joint Investigation Team siglata tra la Procura di Torino e le autorità brasiliane degli stati del Paranà e del Paraíba. Un’operazione di cooperazione internazionale supportata anche da Eurojust, Europol, Interpol, Dcsa, l’ambasciata Italiana in Brasile, e altre autorità straniere, tra cui la Policia nacional e la Guardia civil spagnole. Le indagini hanno permesso di smantellare una vasta struttura criminale transnazionale che operava principalmente tra lo stato brasiliano del Paranà e il Piemonte. Al centro del traffico c’erano potenti cartelli brasiliani, fornitori di grosse quantità di cocaina destinate all’Europa tramite i porti del Paranà, in particolare quello strategico di Paranaguá. La droga veniva nascosta in navi cargo dirette verso porti italiani e del nord Europa, ma anche trasportata via aerei privati.
L’arresto degli Assisi
In Brasile, invece, le autorità hanno eseguito 18 arresti e 46 perquisizioni nei principali stati coinvolti, tra cui San Paolo, Santa Catarina e Paraíba. Nel medesimo contesto, un mandato di arresto è stato eseguito in Spagna, a dimostrazione della portata globale dell’organizzazione.
L’operazione è partita nel 2019 con l’arresto a Praia Grande, in Brasile, di due latitanti della ‘ndrangheta: Nicola e Patrick Assisi, figure di spicco del narcotraffico internazionale. Da allora, è emerso un intricato sistema di legami tra le cosche calabresi e le organizzazioni criminali brasiliane, che fornivano non solo la droga ma anche la logistica necessaria per spedirla in Europa. Un ruolo chiave è stato attribuito anche a Vincenzo Pasquino, arrestato a João Pessoa nel 2021, che aveva consolidato rapporti con gruppi criminali locali per gestire un sistema di riciclaggio basato su imprese di facciata.
L’indagine si è sviluppata attraverso due operazioni complementari: Operazione Mafiusi, condotta nel Paranà, ha svelato una rete transnazionale specializzata nel traffico di droga via mare e via aereo, con una sofisticata struttura per il riciclaggio di denaro attraverso conti bancari e fatturazioni fittizie. Operazione Conexão Paraíba, lanciata nel Paraíba, ha rivelato il ruolo strategico di questo stato nella logistica del narcotraffico e nel supporto alle attività di riciclaggio.
«La prima volta»
«Per la prima volta, una Squadra investigativa Comune è stata sottoscritta tra una Procura italiana e le autorità brasiliane, segnando una pietra miliare nella cooperazione internazionale contro il crimine organizzato» è stato detto durante la conferenza stampa di ieri, martedì 10. Questo strumento innovativo, reso possibile grazie alla collaborazione tra antimafia e il Ministero pubblico federale del Brasile, ha posto le basi per future collaborazioni. Le indagini continuano: l’obiettivo è impedire che queste organizzazioni riescano a riorganizzarsi.